giovedì 11 marzo 2021
La lettera del prefetto della Congregazione delle Chiese orientali per ricordare l’appuntamento legato al Venerdì Santo
Basilica del Santo Sepolcro - Processione quotidiana dei frati minori francescani

Basilica del Santo Sepolcro - Processione quotidiana dei frati minori francescani - Foto Gambassi

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«Questa è una delle rare volte negli ultimi 1.600 anni in cui la Terra Santa si ritrova virtualmente priva di pellegrini» scriveva agli inizi dello scorso ottobre il quotidiano israeliano Haaretz, che dedicava un lungo servizio a un fenomeno eccezionale in due sensi: primo per l’entità, secondo perché capitato subito dopo un anno, il 2019, che aveva visto numeri da record nell’arrivo di pellegrini.

Intervistato negli stessi giorni da TerraSanta.net, Tony Khashram, direttore generale di Aeolus Tours, agenzia di viaggi per il turismo da e verso i Territori palestinesi, dava una cifra eloquente: «Alla fine di agosto le perdite del comparto turistico in Palestina hanno superato i 320 milioni di dollari. Una somma che rappresenta il salario di tutti gli attori del settore». Perdite riferite, quindi, solo ai primi sei mesi della crisi pandemica. Quelle che si sono accumulate nel frattempo sono facilmente immaginabili. «La crisi che attraversiamo è catastrofica, la peggiore che il turismo palestinese abbia mai conosciuto» continuava Khashram, «perché negli anni dell’intifada il turismo e i pellegrinaggi non si sono mai arrestati del tutto. Nel 2000, ad esempio, con lo scoppio dell’intifada (a settembre, ndr) ci fu un crollo del 90 per cento. Ma nei mesi successivi i gruppi ripresero a tornare anche se in piccoli numeri. Gli operatori del settore riuscirono a tirare avanti».

Visto il quadro, quest’anno la tradizionale Colletta di Terra Santa – la raccolta di offerte che si tiene in tutte le chiese del mondo il Venerdì Santo, destinata a sostenere i cristiani che vivono nei territori “toccati” dal Signore e altri annessi – assume chiaramente un valore speciale. Il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, nella lettera di presentazione della Colletta 2021 diffusa ieri ricorda in parallelo «le strade deserte intorno al Santo Sepolcro e della Gerusalemme Vecchia» dello scorso anno e «la piazza San Pietro deserta e bagnata dalla pioggia, attraversata dal Santo Padre Francesco il 27 marzo 2020, in cammino verso il Crocefisso».

«Nel 2020 i cristiani – spiega sempre Sandri – di quelle terre hanno sofferto un isolamento che li ha fatti sentire ancora più lontani, tagliati fuori dal contatto vitale con i fratelli provenienti dai vari Paesi del mondo. Hanno patito la perdita del lavoro, dovuta all’assenza di pellegrini, e la conseguente difficoltà a vivere dignitosamente e a provvedere alle proprie famiglie e ai propri figli». Inoltre «è venuto meno anche parte dell’aiuto economico che la colletta pro Terra Sancta, ogni anno garantiva, a motivo delle difficoltà di poterla svolgere in molti Paesi nel 2020».

Il richiamo del porporato argentino è quindi semplice e diretto: «La colletta pro Terra Sancta 2021 sia per tutti l’occasione per non girare lo sguardo, per non passare oltre, per non ignorare le situazioni di bisogno e di difficoltà dei nostri fratelli e delle nostre sorelle che vivono nei Luoghi Santi. Se verrà meno questo piccolo gesto di solidarietà e di condivisione (san Paolo e san Francesco d’Assisi lo chiamerebbero di “restituzione”) sarà ancora più difficile per tanti cristiani di quelle terre resistere alla tentazione di lasciare il proprio Paese, sarà faticoso sostenere le parrocchie nella loro missione pastorale, e continuare l’opera educativa attraverso le scuole cristiane e l’impegno sociale a favore dei poveri e dei sofferenti». Così «non si può infine rinunciare a prendersi cura dei Luoghi Santi che sono la testimonianza concreta del mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio e dell’offerta della sua vita fatta per amore nostro e per la nostra salvezza».
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