giovedì 12 marzo 2020
Le parole del videomessaggio: preghiamo uniti, seguendo la volontà di Dio. La Chiesa italiana che invita a recitare in casa il Rosario nel giorno di san Giuseppe. La Chiesa polacca si associa
Il Papa aprirà il Rosario per l'Italia

Il Papa aprirà il Rosario per l'Italia - Romano Siciliani

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Sarà papa Francesco, questa sera alle 21 su Tv2000, ad aprire il rosario per l'Italia, promosso dai Vescovi italiani, con un videomessaggio in cui invita tutti a rivolgersi al Signore, perché custodisca in modo speciale ogni famiglia, particolarmente gli ammalati e le persone che se ne stanno prendendo cura.

Ecco un passaggio delle parole del Papa: “Questa sera preghiamo uniti, affidandoci all’intercessione di San Giuseppe, Custode della Sacra Famiglia, Custode di ogni nostra famiglia. Anche il falegname di Nazareth ha conosciuto la precarietà e l’amarezza, la preoccupazione per il domani; ma ha saputo camminare al buio di certi momenti, lasciandosi guidare sempre senza riserve dalla volontà di Dio”.

Uniti in preghiera con i polacchi

“In questo momento difficile vorrei assicurare ai fedeli e ai pastori della Chiesa in Italia la vicinanza spirituale, la solidarietà e la preghiera della Chiesa che è in Polonia”. E’ la dichiarazione del presidente della Conferenza episcopale polacca, l’arcivescovo Stanisław Gądecki, che in una lettera di solidarietà agli italiani informa che ha chiesto ai fedeli polacchi di unirsi alla preghiera del Rosario la sera del 19 marzo alle 21 unendosi nell’invocare la cessazione dell’epidemia nel Paese più colpito dall’epidemia, il nostro. Il presidente dell’episcopato polacco invitato tutti i connazionali ad abbracciare gli italiani unendosi alla sua stessa richiesta di intercessione alla Madonna di Jasna Góra, immagine miracolosa davanti alla quale il presule celebrerà la Messa alle 20. “Chiediamo con fiducia l’intercessione dei santi vescovi di Roma Giovanni XXIII, San Paolo VI e San Giovanni Paolo II” scrive l’arcivescovo Gądecki concludendo la lettera inviata “ai fedeli e ai pastori in Italia” facendo riferimento all’iniziativa dei vescovi italiani.

"Faccio mio l’appello dei Vescovi italiani che in questa emergenza sanitaria hanno promosso un momento di preghiera per tutto il Paese". Anche il Papa ha invitato a pregare il Rosario alle 21 del 19 marzo, festa di san Giuseppe, come ha proposto di fare la Cei per invocare insieme dalla Madonna e dal Santo Custode la fine della pandemia. “Ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa: tutti uniti spiritualmente nella recita del Rosario, con i Misteri della luce – ha detto Francesco al termine dell’udienza generale del mercoledì, trasmessa in diretta tv e streaming come anche sarà per il Rosario, in diretta grazie a Tv2000 -. Io vi accompagnerò da qui. Al volto luminoso e trasfigurato di Gesù Cristo e al suo Cuore ci conduce Maria, Madre di Dio, salute degli infermi, alla quale ci rivolgiamo con la preghiera del Rosario, sotto lo sguardo amorevole di san Giuseppe, Custode della Santa Famiglia e delle nostre famiglie. E gli chiediamo che custodisca in modo speciale la nostra famiglia, le nostre famiglie, in particolare gli ammalati e le persone che stanno prendendosi cura degli ammalati: i medici, gli infermieri, le infermiere, i volontari, che rischiano la vita in questo servizio”.

Sarà una preghiera corale degli italiani insieme al Papa e ai loro vescovi (stanno aderendo tutte le diocesi) per invocare la protezione di san Giuseppe, Custode del Signore e dell’umanità. L'iniziativa è stata indetta dalla Conferenza episcopale italiana con un appello nel quale ha comunicato che “in questo momento di emergenza sanitaria, la Chiesa italiana promuove un momento di preghiera per tutto il Paese, invitando ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa a recitare in casa il Rosario (Misteri della luce), simbolicamente uniti alla stessa ora: alle 21 di giovedì 19 marzo, festa di San Giuseppe, Custode della Santa Famiglia. Alle finestre delle case si propone di esporre un piccolo drappo bianco o una candela accesa”.

La preghiera sarà condivisa in diretta su Tv2000, che riprenderà la recita della preghiera mariana (senza partecipazione di popolo, naturalmente) nella chiesa romana di San Giuseppe al Trionfale. La Cei ricorda anche il testo della celebre invocazione di Leone XIII, per la preghiera personale:

“A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, insieme con quello della tua santissima Sposa”.

Il rosario pregato in famiglia

Il rosario pregato in famiglia - Agenzia Siciliani

Anche il presidente della Cei cardinale Gualtiero Bassetti, alla vigilia della festa di san Giuseppe, ha invitato "a pregare il Rosario in famiglia la sera della festa di san Giuseppe, il protettore delle famiglie e della Chiesa, accendendo un lume alla finestra di ogni casa" e ha aggiunto che lui "sarà il primo a compiere questo gesto e a unirsi nella preghiera che ci accomunerà per sottolineare la fede, la speranza e, soprattutto, quell’amore che diventi un filo rosso dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, il filo rosso della carità molto più forte della zona rossa".

Di "gratitudine per le parole di papa Francesco" parla Vincenzo Corrado, direttore dell'Ufficio Comunicazioni sociali della Cei, che nota come quelle del Santo Padre siano "parole che confortano in questo momento e che incoraggiano nell'iniziativa intrapresa. Crediamo e siamo convinti che la forza della preghiera possa unire le nostre case. In questo momento l'invito è a restare a casa, ma nelle case c'è una vitalità che sicuramente la preghiera riuscirà ancora di più a vivificare e le parole del Papa, il suo pensiero a 360 gradi, in modo particolare per gli ammalati, per tutte quelle persone che stanno soffrendo, ma anche per chi sta portando soccorso, sono di grande conforto. Sentiamo tantissimo la vicinanza del Santo Padre e la Chiesa italiana, i suoi vescovi e i fedeli tutti, non possono che ringraziarlo per questo gesto di attenzione e di condivisione".

Consapevole delle necessità di sostegno spirituale di tanta gente “in questo tempo di prova e di difficoltà per tutti”, nei giorni scorsi la Cei aveva fatto sapere di accompagnare l’invito per il 19 marzo "con uno strumento digitale di facile consultazione con il quale vuole dare segni di speranza e di costruzione del futuro. A partire dal presente”. È dunque da oggi on line https://chiciseparera.chiesacattolica.it, “ambiente digitale che raccoglie e rilancia le buone prassi messe in atto dalle nostre diocesi – fa sapere l’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali in una nota -, offre contributi di riflessione e approfondimento, condivide notizie e materiale pastorale”.

Si tratta di “un'iniziativa, promossa dalla Segreteria Generale della Cei, per testimoniare ancora e sempre l’impegno della Chiesa che vive in Italia nel continuare a tessere i fili delle nostre comunità. La convinzione che ci guida è che le criticità, lo smarrimento, la paura non possano spezzare il filo della fede, ma annodarlo ancora di più in speranza e carità”. Con Chiciseparera.chiesacattolica.it la Chiesa italiana mette a disposizione “un punto di riferimento per riscoprire un senso di appartenenza più profondo. Il nome stesso “Chi ci separerà?” (Rm 8,35) indica un percorso impegnativo: la certezza che, pur circondati da una minaccia, niente potrà mai separarci da quell’Amore che ci unisce, perché figli e fratelli, e ci rende comunità. In questo senso bisogna osare, mettersi in cammino e non fermarsi”. “Il sito appena pubblicato – conclude la Cei - intende guardare oltre il tempo presente. E quell’oltre non può che essere anche la qualità di una comunicazione pensata e che faccia pensare. È l’orizzonte "a cui tendere”.

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