mercoledì 4 novembre 2020
Il presidente della Cei resta grave ma stazionario. L'invito a pregare invocando tre testimoni di santità: il giovane beato, il medico "Samaritano" e il seminarista del sorriso
Acutis, Trancanelli e Morettini: Bassetti chiede la loro intercessione
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Resta un «quadro clinico grave» quello del presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti. Lo spiega l’ultimo bollettino medico dell’ospedale Santa Maria della Misericordia a Perugia dove il presidente della Cei è ricoverato da sabato dopo che una settimana fa era risultato positivo al coronavirus. I sanitari aggiungono comunque che «i parametri vitali» sono «stazionari nelle ultime 24 ore» e che «continua l’ossigenoterapia» con il «supporto ventilatorio» unito alle «terapie mediche del caso».

Intanto dal suo letto in terapia intensiva il cardinale Bassetti ha fatto arrivare una «richiesta», come la chiamano i suoi collaboratori diocesani che, seppur a distanza, gli sono sempre accanto. Poche parole uscite dalla struttura Covid dell’ospedale. Al telefono che gli tenevano gli infermieri l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve ha chiesto di pregare il Signore per lui e per tutti i malati o per chi è nella prova invocando l’intercessione di tre testimoni del Vangelo che per il cardinale sono “santi della porta accanto” perché legano il loro nome all’Umbria: il ragazzo beato Carlo Acutis, il medico “Buon Samaritano” Vittorio Trancanelli e il seminarista del sorriso Giampiero Morettini. La “maratona orante” è già cominciata con una catena di messaggi sui social e via WhatsApp.

«Un giovane che ha superato tutti in sapienza perché ha saputo mettersi in ascolto, ogni giorno, della Parola di Dio ed è stato in grado di testimoniarla al mondo intero riuscendo a rimettere, con forza e umiltà, Gesù al centro della propria vita»: così Bassetti descriveva a fine ottobre Carlo Acutis, il ragazzo lombardo “innamorato dell’Eucaristia” che nel 2006 è stato stroncato a 15 anni da una leucemia fulminante e che lo scorso 10 ottobre è stato proclamato beato ad Assisi. Proprio nella città di san Francesco si trovano le sue spoglie. E da lì è partita una reliquia del beato che, grazie al cappellano dell’ospedale di Perugia, è arrivata nelle vicinanze del letto del presidente della Cei.

Altra figura cara a Bassetti è il chirurgo perugino Vittorio Trancanelli, già dichiarato venerabile, scomparso nel 1998 il cui corpo è sepolto nella cappella dell’ospedale dove il cardinale è ricoverato. «Un profeta ­– lo aveva definito l’arcivescovo –, un uomo che con la sua vita annunciava le opere di Dio e che nei poveri e nei malati ha saputo sempre riconoscere l’immagine di Cristo povero e sofferente». Il “santo della camera operatoria” lo chiamano ancora nel capoluogo umbro. Segnato anche personalmente dalla malattia, padre di un figlio, con la moglie volle accogliere in casa come figli altri sette ragazzi, alcuni dei quali disabili. Un’esperienza che ha portato alla nascita dell’associazione “Alle Querce di Mamre” (tuttora operativa), una delle opere-segno diocesane di carità a Cenerente di Perugia.

Era lo scorso agosto quando Bassetti aveva dato il via libera all’inchiesta diocesana sulla vita e le virtù eroiche di Giampiero Morettini, il seminarista di Perugia che sognava di essere un «buon sacerdote» e che è morto nel 2014 a 37 anni dopo un calvario in ospedale iniziato in seguito a una delicata operazione al cuore. Aveva avuto un malore in Seminario che aveva rivelato una grave malformazione congenita che necessitava di un intervento chirurgico urgente. A distanza di sei anni, la sua tomba è meta di un pellegrinaggio ininterrotto: non solo di parenti e conoscenti, ma anche di chi ha scoperto la sua “fama di santità” attraverso amicizie in comune, un libro a lui dedicato, testimonianze di “aiuti” celesti. «Molti chiedono la sua preghiera per la guarigione di bambini ammalati o anche per avere un figlio, altri raccontano di grazie ricevute», riferisce il postulatore, don Francesco Buono.

Intanto si moltiplicano le iniziative di preghiera per il presidente della Cei: dalla catena di preghiera nelle parrocchie dell’Umbria promossa dai vescovi della regione alla mobilitazione “orante” lanciata dal Rinnovamento nello Spirito Santo. Poi le Messe celebrate ad Arezzo e Firenze, nella Toscana di Bassetti. E la veglia mariana che si è tenuta nella Cattedrale di Perugia. Ancora le preghiere annunciate da numerose diocesi della Penisola. E nel palazzo arcivescovile di Perugia-Città della Pieve sono giunti messaggi di affetto e vicinanza anche da fuori Italia: come quelli dei vescovi tedeschi, dell’arcidiocesi statunitense di Chicago o dei vescovi dell’Ucraina che hanno assicurato la loro preghiera invocando la Madonna di Zarvaniza.

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