giovedì 19 marzo 2020
Il rettore del santuario mariano di Oropa, don Michele Berchi: vengono in pochi ma tantissimi hanno la Madonna nel cuore. E' come se fosse lei ad andare nelle case a incontrare le persone
Il Santuario di Oropa

Il Santuario di Oropa - Archivio

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C’é un filo invisibile a tenere unita l’Italia. Un legame profondo che cresce nell’intreccio delle ansie, delle preoccupazioni, delle incognite figlie del tempo che viviamo. Attese e speranze che ieri sera sono diventate preghiera. Perché erano certamente tante, tantissime, le famiglie che hanno accolto l’invito della Cei a recitare il Rosario in casa. La corona della preghiera in mano, sulle finestre un drappo bianco o una candela accesa. Per chiedere alla Vergine la strada che porta a Cristo, luce che illumina anche la notte più nera. Del resto è esperienza quotidiana, quando la paura cresce, quando l’angoscia toglie il sonno, si corre dalla madre, si cerca rifugio nel suo abbraccio. In situazioni come quelle che stiamo vivendo – spiega don Michele Berchi, rettore del Santuario di Oropa, nella diocesi di Biella – «si diventa più realisti, non ci è permesso di essere distratti, capiamo la condizione in cui siamo sempre, anche se non ce n’è accorgiamo. Cioè la nostra dipendenza, il fatto che tutto quello che abbiamo e siamo, lo riceviamo da qualcuno. Potrebbe sembrare un’ipocrisia rivolgersi a Dio, alla Madonna e a san Giuseppe nelle difficoltà ma in realtà è il contrario. Si è ipocriti quando ci pensiamo autonomi e creatori di noi stessi». Si potrebbe dire che in giorni come questi riscopriamo di essere creature. «Esattamente – aggiunge il rettore del santuario piemontese, dove il prossimo 30 agosto si ripeterà l’Incoronazione della Madonna, che dal 1620 avviene ogni 100 anni –. Oggi siamo messi nelle condizioni di capire che non ci salviamo da soli, contando solo su noi stessi».

Don Michele Berchi, rettore del Santuario di Oropa

Don Michele Berchi, rettore del Santuario di Oropa - Foto Bassoli

Perché il Rosario è una preghiera così sentita?

C’entrano la semplicità, la ripetitività che è come un respiro, l’aiuto a contemplare la propria salvezza. Tanti fattori. Ma se dovessi dare una risposta precisa, direi che è un grande mistero di affetto che il popolo di Dio vive nei confronti della Madonna

Anche attraverso una preghiera così semplice Maria ci porta a Gesù, ci indica la luce.

La caratteristica fondamentale della Madonna, che da sempre la Chiesa ha riconosciuto nel suo “fiat”, è la totale disponibilità a rendere la propria esistenza la via attraverso cui Dio si fa carne. Tutta la sua vita non è altro che fare spazio, che permettere l’incarnazione. E questo non in modo simbolico, come se fosse un mito, ma nella quotidianità della vita. Si deve pensare alla sua maternità come a quella di tutte le madri del mondo, fatta di lavori, di piccole e grandi preoccupazioni, di ansie per i figli. Di servizio totale e disponibile determinato proprio da quella che è una delle sue caratteristiche più belle: la verginità. Cioè l’affermazione totale del compimento della missione del proprio figlio. In uno dei due Vangeli possibili oggi (ieri ndr) nella solennità di san Giuseppe, quello di Gesù che va via di casa e viene ritrovato dopo tre giorni, c’è il dialogo impressionante in cui il Figlio dice a sua madre e a suo papà: non sapevate che io ho la mia vocazione, che sono venuto a compiere la missione che il mio Padre mi ha dato? E l’evangelista sottolinea che Maria e Giuseppe non capirono quelle parole. Lì c’è tutta l’esperienza di ogni madre, che vede svolgersi, fiorire la vocazioni del proprio figlio con uno scarto rispetto a quelli che erano i suoi progetti.


Il rettore di Oropa come vive questi giorni particolari?


Il nostro santuario mariano è a 1.200 metri di altezza, per cui sono poche le persone che, rispettando le norme, percorrono questi corridoi. Io penso di aver incontrato negli ultimi giorni non più di quattro o cinque persone. L’abbiamo lasciato aperto come segno, perché il luogo fisico può restare vuoto però sono certo che in questo momento migliaia e migliaia di persone hanno nel cuore la Madonna e il suo santuario. Così tanta gente che questi chiostri non potrebbero contenerla tutta. La sua funzione continua anche se non sale nessuno. È una specie di pellegrinaggio al contrario con la Madonna che va nelle case a visitare le persone. Inoltre ci siamo attrezzati bene, in modo da permettere di seguire le funzioni in streaming. E anche per il Rosario organizzato dalla Cei, il vescovo monsignor Roberto Farinella si è unito da qui alla preghiera.
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