Dalle macerie di Bakhmut a Starunya: così è nato il nuovo santuario della pace

Folla di fedeli alla consacrazione del luogo di culto, che custodisce un’icona arrivata dalla martoriata città di Bakhmut. Così è stata vissuta la giornata di preghiera per la pace voluta da Leone XIV
August 24, 2025
Dalle macerie di Bakhmut a Starunya: così è nato il nuovo santuario della pace
foto Ugcc.ua | Folla di fedeli alla consacrazione del santuario ucraino intitolato al beato martire Symeon Lukach
L’appuntamento era già fissato da tempo. A Starunya, cittadina della regione di Ivano-Frankivsk. Per la consacrazione del santuario che è stato ribattezzato “Bakhmut Spes”. Come la località del Donbass caduta in mano russa e teatro di una delle più feroci battaglie nei tre anni e mezzo di guerra in Ucraina. Da lì arriva l’icona posta al centro della chiesa: quella di Cristo Pantocratore recuperata dai soldati e dai cappellani militari nel tempio distrutto dai bombardamenti russi. Davanti alla sacra immagine si è levata – venerdì 22 agosto – la preghiera per la pace: dunque in quella stessa giornata di preghiera e digiuno per la pace e la giustizia voluta da Leone XIV, che è coincisa con l’apertura del santuario dedicato al beato martire ucraino Symeon Lukach.
Centinaia i fedeli da tutto il Paese che hanno sfidato i missili. Poi decine di vescovi guidati dal capo della Chiesa greco-cattolica, l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk. E il nunzio apostolico, l’arcivescovo Visvaldas Kulbokas, a unire l’Ucraina in preghiera con il successore di Pietro che anche per il popolo aggredito ha promosso l’iniziativa di ieri. «È stata un’unica, grande supplica quella che da tutta la nazione si è alzata al cielo», racconta Maksym Ryabukha, vescovo di Donetsk, la diocesi tagliata dai mille chilometri della linea del fronte e per quasi la metà occupata da Mosca. «Nelle parrocchie, dentro i monasteri, fra le trincee – prosegue il presule salesiano –. E qui a Starunya dove abbiamo invocato il Signore perché interceda per il nostro popolo che, come altri popoli del mondo, soffre l’ingiustizia di un conflitto e perché susciti la conversione di tutti coloro che la guerra la fanno e che di guerra vivono».
Un momento del rito di consacrazione del nuovo santuario sorto a Starunya e ribattezzato dai fedeli “Bakhmut Spes” - foto Ugcc.ua
Un momento del rito di consacrazione del nuovo santuario sorto a Starunya e ribattezzato dai fedeli “Bakhmut Spes” - foto Ugcc.ua
Il nuovo santuario è già chiesa giubilare. «Il nostro è un grido di speranza – spiega il vescovo –. E la presenza del nunzio ha fatto sì che la preghiera fosse davvero universale attraverso il rappresentante del Papa». Preghiera d’ispirazione mariana, secondo l’intenzione di Leone XIV. «In base al nostro calendario liturgico siamo ancora nel tempo dell’Assunzione della Vergine. Ecco perché l’intuizione del Pontefice ha assunto uno speciale significato per le nostre comunità», sottolinea Ryabukha. E aggiunge: «Ogni catena mondiale di preghiera per la pace promossa in questi anni di guerra è stata un viatico. E ci ha sempre ricordato che, se le contingenze umane sembrano dirci che all’orizzonte non si scorgono prospettive e che i fautori della guerra non si fermano, Cristo ha vinto la morte e il male non ha mai l’ultima parola».
La liturgia è iniziata proprio lo scorso venerdì, al mattino, sotto la pioggia. «Una pioggia pesante che poi ha ceduto il posto al sole. «In tanti lo hanno interpretato come un segno», fa sapere il vescovo. C’è scetticismo, però, sui negoziati che Donald Trump caldeggia. «L’ipotesi della cessione delle terre ferisce la gente. Perché lascia intendere che il mondo si stia piegando alla ragione del più forte. Non siamo pronti a rinunciare alle città o ai villaggi: è casa nostra e sono località per le quale la nazione ha offerto moltissime vite. Perché sono migliaia gli ucraini uccisi per la follia di un’invasione fuori della storia».
Il santuario gremito di fedeli e pellegrini in occasione della consacrazione del santuario sorto a Starunya - foto Ugcc.ua
Il santuario gremito di fedeli e pellegrini in occasione della consacrazione del santuario sorto a Starunya - foto Ugcc.ua

© RIPRODUZIONE RISERVATA