sabato 14 novembre 2020
Più di due terzi della sua vita l'ha spesa al servizio della parrocchia di Tavola, frazione della città. Era il padre di tutti. Con una passione per la stampa cattolica
Don Uberto Fedi, "priore" di Tavola, in diocesi di Prato

Don Uberto Fedi, "priore" di Tavola, in diocesi di Prato

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Per tutti era “il priore”, secondo l’antico uso toscano di chiamare i parroci. Don Uberto Fedi, il decano dei sacerdoti pratesi, si è spento sabato 14 novembre a quasi 90 anni colpito dal Covid. L’ultima celebrazione nella sua chiesa di Tavola – una frazione di 2mila abitanti della piana a pochi chilometri dalla città – era stata il 24 ottobre per le Cresime, col vescovo Giovanni Nerbini. Poi i primi sintomi e il ricovero in ospedale fino alla morte. Quasi un segno, lui che in ben 64 anni alla guida della parrocchia aveva visto crescere l’intero paese: tra battesimi, matrimoni e funerali ogni abitante lo aveva avuto vicino nei momenti di gioia e di dolore.

Ordinato sacerdote il 29 giugno 1954, dopo due anni era stato inviato parroco a Tavola e da lì non si sarebbe più mosso, incarnando in modo incondizionato la vita e la storia di una comunità. “Quando arrivai – raccontava don Uberto – c’era solo la chiesa”. Nel corso dei primi decenni, Fedi costruì il circolo, frequentatissimo, poi la scuola materna e il centro pastorale, strutture a servizio di una parrocchia che si è sempre segnalata per la sua vitalità.

Impegnato in prima persona nella diffusione della stampa cattolica – Tavola è da sempre la parrocchia con la più alta diffusione di tutta la regione del settimanale Toscana Oggi – aveva un particolare legame con Avvenire: “Se non riesco durante la giornata – ci confidò qualche tempo fa – bisogna che lo legga a letto prima di addormentarmi”.

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