mercoledì 8 gennaio 2020
Il presidente della Cei, cardinale Bassetti: non ci potrà mai essere un’Europa in pace, senza pace nel Mediterraneo. Nel logo le mani tese, richiamo all'incontro fra i popoli
Il logo dell'incontro sulla pace dei vescovi del Mediterraneo

Il logo dell'incontro sulla pace dei vescovi del Mediterraneo - Cei

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Vuole essere «il cantiere di un sentiero di pace» l’Incontro “Mediterraneo, frontiera di pace” che porterà a Bari dal 19 al 23 febbraio i vescovi di diciannove Paesi affacciati sul grande mare. Ma «la pace non può essere derubricata soltanto a parola affettuosa o a concetto emozionale. Queste dimensioni non appartengono alla Chiesa», avverte il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, che ha ideato l’evento. Al contrario, la pace implica la «costruzione concreta di un cammino di coesione sociale, di incontro tra le persone e di dialogo tra uomini e donne», chiarisce Bassetti a Campobasso aprendo mercoledì 8 gennaio il ciclo di seminari della Scuola di cultura e formazione socio-politica “Giuseppe Toniolo” dell’arcidiocesi di Campobasso-Bojano. Al suo fianco ha l’arcivescovo GianCarlo Maria Bregantini. Insieme accendono la lampada della pace prima di iniziare il convegno che ha per tema il titolo dell’appuntamento pugliese promosso dalla Cei. Quasi in contemporanea va online il sito dell’iniziativa www.mediterraneodipace.it che contiene informazioni e approfondimenti sull’Incontro. E viene diffuso il logo dell’evento nel segno dell'incontro fra i popoli.

Il cardinale Gualtiero Bassetti durante una sua visita in Libano

Il cardinale Gualtiero Bassetti durante una sua visita in Libano - Avvenire


«Non è più possibile sostenere che i conflitti in Libia o in Siria non ci riguardano – spiega Bassetti in Molise –. Si tratta di un errore clamoroso e dalle conseguenze potenzialmente catastrofiche. Il Mediterraneo rappresenta la culla di una civiltà in cui il cristianesimo è senza dubbio tra i soci fondatori. Per questo motivo, come Chiese del Mediterraneo abbiamo il dovere morale di impegnarci per promuovere luoghi di incontro e di pace facendoci promotori del dialogo religioso e culturale». Il bacino è segnato da conflitti e tensioni. E soffiano venti di nuove guerre. «Chiediamo con speranza che anche oggi, mentre si torna a parlare con angoscia di terza guerra mondiale, la luce di Cristo illumini i cuori dei governanti e dei popoli», dice il presidente della Cei. A ispirare l’appuntamento è la profezia di Giorgio La Pira con i suoi “Colloqui mediterranei” che vedeva il grande mare come «un universo delle nazioni illuminato da Cristo e dalla Chiesa». Sarà «un incontro di vescovi basato sul discernimento comunitario che permetterà di valorizzare appieno il metodo sinodale», fa sapere Bassetti.


L’Incontro “Mediterraneo, frontiera di pace” promosso dalla Cei è una sorta di Sinodo del Mediterraneo che porterà a Bari dal 19 al 23 febbraio oltre cinquanta vescovi delle Chiese affacciate sul grande mare in rappresentanza di tre continenti (Europa, Asia e Africa). Sarà concluso da papa Francesco. Sui passi del "profeta di pace" Giorgio La Pira, i vescovi si confronteranno per indicare percorsi concreti di riconciliazione e fraternità fra i popoli in un'area segnata da guerre, persecuzioni, emigrazioni, sperequazioni


Fra le crisi che segnano l'area c’è quella migratoria
«che si consuma nel silenzio assordante delle acque del mare», sottolinea il porporato. Un’emergenza che diventa «una crisi dei diritti umani: in particolar modo nei campi e nelle prigioni in Libia, nei campi profughi di Turchia, nelle isole greche» e che va letta «alla luce della mancanza di sviluppo e della instabilità». «Come cristiani – aggiunge Bassetti – non possiamo tacere quando una vita, foss’anche una sola vita, viene uccisa o rischia di essere cancellata». Secondo il presidente della Cei, nella regione «è ben visibile la frontiera fra il mondo dell’opulenza e quello della miseria, tra quello dell’esclusione e quello dell’inclusione, tra i produttori e gli scarti. Ma in virtù dell’eredità conciliare e di uno sguardo profetico i cristiani possono essere seme di profondo cambiamento». Del resto, aggiunge, «non c’è Europa senza Mediterraneo e non c’è Mediterraneo senza Europa. Non ci potrà mai essere un’Europa stabilmente in pace, senza pace nel Mediterraneo».


Il sito e il logo fra mani tese e dialogo


Il sito dell’evento www.mediterraneodipace.it è all’insegna della semplicità e dell’immediatezza. Con una grafica sobria il portale propone tutte le informazioni, le notizie e gli approfondimenti riguardanti l’Incontro di riflessione e spiritualità. Nel sito è visibile anche il logo dell’iniziativa, la cui forma semicircolare richiama l’idea dell’arcobaleno, segno di perdono e riconciliazione. Il colore dominante è l’azzurro del mare che intende rappresentare, oltre alle acque, l’insoddisfazione verso la condizione attuale e il desiderio di ricerca di una situazione nuova. La scritta «MediTERRAneo», evidenziando la parola “terra”, esprime proprio questo anelito. Le mani che si protendono l’una verso l’altra simboleggiano l'incontro e incarnano, allo stesso tempo, la ricchezza e la storia di ogni territorio che si affaccia sul bacino del grande mare. La figura stilizzata è immagine dello slancio che i vescovi e i popoli del Mediterraneo vogliono compiere per la promozione di una cultura del dialogo e per la costruzione della pace.


Il programma delle cinque giornate a Bari


Il sito voluto dalla Cei presenta anche il programma delle cinque giornate dell’Incontro “Mediterraneo, frontiera di pace” che porterà a Bari dal 19 al 23 febbraio oltre cinquanta vescovi dai 19 Paesi affacciati sul mare in rappresentanza di tre continenti (Europa, Asia e Africa). Nel pomeriggio di mercoledì 19 l'inizio dei lavori nel Castello svevo con l’introduzione del presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti. A seguire la presentazione dell’evento da parte del vescovo di Acireale, Antonino Raspanti, vicepresidente della Cei e presidente del Comitato organizzatore dell’Incontro. La giornata si concluderà con un momento di preghiera. Giovedì 20 e venerdì 21 le due giornate in stile sinodale con il confronto e il dialogo (a porte chiuse) fra i vescovi del bacino. Ogni giornata – che si terrà sempre al Castello svevo – si aprirà con un’introduzione del tema della giornata. Poi i tavoli di conversazione e nel pomeriggio la discussione in assemblea. Alle 12.30 si terrà il briefing con la stampa. Giovedì 20, alle 8 del mattino, è prevista la Messa nella Basilica di San Nicola e alle 18.30 i Vespri. Venerdì 21 alle 19 ciascun presule sarà ospite di una parrocchia dove celebrerà la Messa e incontrerà la comunità. Sabato 22, dopo la celebrazione eucaristica nella Cattedrale di Bari, si terrà l’assemblea per le conclusioni. Alle 12 la conferenza stampa finale. Nel pomeriggio, alle 15.30, l’incontro pubblico al teatro Petruzzelli – aperto a chiunque voglia partecipare – con i rappresentanti istituzionali e testimonianze. Domenica 23 l'arrivo di papa Francesco a Bari che concluderà l’iniziativa. Il programma della giornata papale sarà reso noto nei dettagli nei prossimi giorni. Alle ultime due giornate sono invitati tutti i pastori italiani.


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