Un Tribunale per le donne migranti: così le vittime diventano testimoni

In un libro e in un documentario il racconto di una originale esperienza che ha coinvolto Roma, Palermo, Casal di Principe e Reggio Emilia
February 2, 2025
Un Tribunale per le donne migranti: così le vittime diventano testimoni
Ansa | Un gruppo di profughi arrivati in Italia con un corridoio umanitario nella primavera 2025
«Avevano tutte una gran voglia di parlare»: una sintesi efficace per descrivere il desiderio di condividere e insieme di trovare ascolto delle donne arrivate in Italia in un percorso, sempre difficile e traumatico, di migrazione.
Un desiderio fortissimo, raccolto da un progetto che ha vissuto diverse tappe in tutta Italia nel 2023 e 2024 e che ora è diventato documentario e libro. Si parte da Roma, dove nasce il Tribunale delle donne: uno spazio in cui attraverso il racconto delle esperienze vissute, delle violenze, degli stupri, delle ingiustizie, si cerca anche una "riparazione", oltre che la costruzione di una memoria. La prima seduta del Tribunale delle donne si è svolta alla Casa internazionale delle donne, e protagoniste sono state le afghane arrivate in Italia dopo la conquista di Kabul da parte dei taleban. La seconda tappa è stata a Casal di Principe, con le donne nigeriane e ivoriane, la Cooperativa Eva e le associazioni del territorio; poi a Palermo, con le Donne di Benin City e infine a Reggio Emilia con le donne che sono riuscite a fuggire da un patriarcato violento e dai matrimoni forzati.
Tutte, tutte, avevano una «gran voglia di parlare»: voleva dirlo a tutte Mahboba Islami, afghana, chirurga, docente universitaria e attivista femminista a Kabul: perché in Italia i suoi titoli di studio valgono meno della carta straccia? Voleva dirlo a tutte Cynthia, giovane madre nigeriana che per fuggire a un matrimonio impostole dal padre ha incontrato un marito altrettanto violento. Voleva dirlo a tutte anche Osas Egbon: con la sua associazione ha dato rifugio, sostegno e solidarietà a donne africane costrette alla prostituzione per riparare i debito del viaggio verso l’Italia.
L’esperienza del Tribunale delle donne per i diritti delle donne in migrazione, coordinata da Ilaria Boiano dell'associazione Differenza Donna e da Isabella Peretti, presidente dell’associazione Le sconfinate, è diventata un libro, “Femminicidi d’onore: dal “processo Saman ai diritti negati delle donne migranti” (Futura editrice, euro 15, pagine 168, a cura di Ilaria Boiano e Isabella Peretti). Nel volume sono raccolte le testimonianze delle donne, che da vittime diventano così testimoni. Nel Tribunale alternativo la giuria non giudica ma ascolta, i cui esiti sono appelli alle istituzioni internazionali, europee, nazionali.
Un capitolo forte, nel libro, è quello dedicato ai cosiddetti “delitti d’onore”: quante Saman Abbas, la giovane pachistana uccisa dai familiari dopo che si era sottratta alle nozze combinate, ci sono in Italia? Quante ragazze di origine asiatica nelle nostre scuole, nelle famiglie, sanno già di essere destinate a un matrimonio non voluto? Tutto questo è anche confluito in un documentario, che sta girando per le scuole d’Italia. Perché se tutte avevano una gran voglia di parlare, è altrettanto importante che più persone possibile abbiamo voglia di ascoltare.

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