Un traghetto italiano fa arrabbiare Spalato

La vecchia nave è arrivata in porto settimana scorsa per essere sottoposta a bonifica: la sua struttura contiene pannelli di amianto. Ma la gente è scesa in piazza temendo la contaminazione.
August 3, 2025
Un traghetto italiano fa arrabbiare Spalato
da Facebook | Il traghetto Drea ancorato a Spalato
L’arrivo di un traghetto italiano “in pensione” ha fatto scoppiare la rivolta popolare a Spalato. La Drea, nave passeggeri dismessa dalla Moby e acquistata a maggio dalla siciliana Medfuel, è giunta settimana scorsa nella città costiera croata per esser sottoposta a lavori di bonifica dall’amianto nel cantiere di Brodosplit. Il nuovo proprietario vuole sottoporre a restyling le cabine passeggeri, ma prima bisogna rimuovere le vecchie lastre antincendio contenute nelle pareti divisorie realizzate decenni fa, quando la scienza non aveva ancora stabilito la pericolosità del minerale e se ne faceva ampio uso in edilizia e nell’industria.
I cittadini di Spalato non hanno gradito e, temendo la contaminazione (l’amianto diventa pericoloso se viene frantumato perché le fibre si liberano nell’aria), sono scesi in piazza per chiedere che la Drea se ne vada al più presto. Il caso sta avendo vasta eco sui media croati: alcuni attivisti hanno ricordato che il territorio si porta già dietro una gravosa eredità: la zona di Vranjic, in particolare, è particolarmente colpita da tumori derivanti dall’esposizione alle fibre di asbesto. Proprio lì, infatti, sorgeva una fabbrica che usava il materiale messo universalmente al bando quando si scoprì che era cancerogeno. In Italia l’amianto è stato messo fuorilegge nel 1992. Da allora non si può più usare nelle nuove costruzioni né nei mezzi di trasporto, come invece accadeva in passato. Ma è purtroppo ancora presente in numerosissimi edifici e mezzi costruiti prima di quell’anno. Per quanto riguarda le vecchie navi come la Drea – in cui era utilizzato per le sue proprietà ignifughe -, è consentito continuare a utilizzarle purché l’amianto sia conservato in sicurezza e non degradato: ogni anno gli enti marittimi preposti svolgono tutti i controlli necessari per scongiurare rischi. Il traghetto da 1700 passeggeri, uscito nel 1975 dai cantieri tedeschi di Lubecca e entrato nella flotta Moby nel 2003, per vent’anni ha portato i turisti in Sardegna. In servizio tra Genova e Olbia c’è ancora la “gemella” Moby Otta.
Il cantiere di Brodosplit ha smorzato le preoccupazioni popolari, spiegando che i pannelli di amianto, contenuti “a sandwich” nelle pareti divisorie delle cabine passeggeri, non sono esposti all’atmosfera e non saranno nemmeno tagliati. Saranno semplicemente estratti e insacchettati, con tutte le cautele del caso, da personale appositamente addestrato e dotato delle protezioni necessarie. Ma le rassicurazioni non sono bastate per placare le polemiche. Il sindaco di Spalato, Tomislav Suta, è stato categorico: “La nave se ne deve andare”. Poi, rivolgendosi ai suoi cittadini tramite social, ha aggiunto: “Un cantiere navale come questo non ha più posto in una città come Spalato. Fin dalla campagna elettorale ho proposto una cantieristica specializzata, che preservi la tradizione, ma che sia compatibile con il contesto urbano e ambientale. Il futuro non passa per il trattamento di navi straniere cariche di amianto, ma per un nuovo modello di sviluppo”. Nei giorni scorsi Suta ha partecipato alla marcia di protesta della gente, assicurando che sta facendo di tutto per coordinarsi con le autorità statali e scongiurare rischi ambientali. Stamattina, lunedì, il sindaco è tornato all'attacco: "Mi sono consultato con alcuni organi statatli: la nave - sostiene - non poteva entrare in acque croate". Su insistenza del sindaco, il ministero della Transizione verde si è pronunciato sul caso lunedì, precisando che l'amianto rimosso sarebbe considerato rifiuto pericoloso, pertanto non conferibile in Croazia. La vicenda, insomma, si complica.
Il cantiere, vista la mal parata, aveva già garantito sabato che non verrà effettuato alcun intervento finché non saranno resi noti gli esami dell’aria presente all’interno della nave, in modo da escludere qualsiasi tipo di contaminazione. Solo allora, quando sarà chiaro che la Drea è sicura, si procederà alla bonifica. La gente di Spalato però non si fida, e rimane a scrutare la sagoma del vecchio traghetto.

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