Tajani: Roma favorevole a uno Stato palestinese. Stop alla carneficina

L'informativa del ministro degli Esteri in Senato: «Per il riconoscimento occorrono le condizioni». E sui droni russi: «Offesa all'intera area euroatlantica». Il M5s accusa: «Prezzolato».
September 10, 2025
Tajani: Roma favorevole a uno Stato palestinese. Stop alla carneficina
ANSA |
Bruxelles accelera e Roma segue, ma resta a distanza. Un passo indietro ma grossomodo nella stessa direzione. E se il Parlamento Europeo invita a riconoscere lo Stato palestinese anche con il voto favorevole di Forza Italia, Antonio Tajani conferma che Roma è «favorevole», ma solo quando ci saranno le «giuste condizioni».
L’informativa del ministro degli Esteri alle Camere chiarisce che il governo procederà sui binari tracciati daldiscorso di mercoledì da Von der Leyen, ma a marce ridotte e senza mettersi in testa. Pertanto, anche se l’esecutivo caldeggia la nascita di «uno Stato che permetta al popolo di Palestina di realizzare il proprio sogno», il vicepremier resta convinto che riconoscerlo «senza creare le condizioni per la sua nascita non produrrebbe alcun effetto, se non quello di allontanare la pace». Tuttavia l'Italia sta già lavorando «concretamente» per la «soluzione a due Stati», anche se «naturalmente Hamas non potrà avere alcun ruolo» nel processo.
Su una cosa c’è sintonia piena, né Bruxelles né Tajani (e quindi Roma) ritengono opportuno parlare di genocidio, anche se il capo della Farnesina non esita a definire l’operazione israeliana nella Striscia come «una carneficina sempre più inaccettabile». Sul punto il ministro è netto: «Da padre e da nonno dico che troppi bambini sono morti e continuano a morire». Ed è chiaro che le scelte del governo Netanyahu sono «andate ben oltre una reazione proporzionata», segnando una violazione dei «principi fondamentali del diritto internazionale». Il punto è che a Gaza City «Hamas continua a farsi scudo della popolazione civile» e ha «enormi responsabilità per aver scatenato questa terribile spirale di violenza». Per questo il Governo «non ha esitato un solo minuto a ribadire il diritto di Israele a esistere e a tutelare la propria sicurezza».
Il titolare degli Esteri si dice anche aperto a valutare sanzioni contro il governo israeliano e fa sapere di averne proposte assieme alla Germania contro i «coloni violenti». «Siamo disponibili a inasprire le misure restrittive contro chi assalta i villaggi palestinesi – spiega – arrivando a colpire anche le comunità cristiane, da sempre un elemento di pace nella regione».
Tajani passa poi a quanto accaduto al confine tra Polonia e Russia e definisce la violazione dello spazio aereo di Varsavia «un fatto gravissimo e inaccettabile» e «un'offesa alla sicurezza dell'intera area euro-atlantica». Per il ministro si tratta di iniziative «in palese contraddizione» con il percorso avviato in Alaska, che spingono Roma a «intensificare la pressione su Putin». Il che significa nuove sanzioni ed estensione dell’articolo 5 della Nato per Kiev (l’idea di Giorgia Meloni). Di sicuro però l’Italia non invierà truppe e fornirà assistenza eventuale solo per «formazione e monitoraggio».
Il tema è caldo e in aula la tensione è palpabile, specie nel primo passaggio a Palazzo Madama, dove esplode quando Alessandra Maiorino del M5s accusa Tajani di «parlare come un influener prezzolato da Israele». Reazioni furiose dai banchi del centrodestra, mentre la presidente di turno, l'azzurra Licia Ronzulli, interviene avvertendo la senatrice pentastellata: «Prezzolato vuol dire pagato e lei si assume la responsabilità di quello che ha detto se il ministro vorrà adire le vie legali».
Strascichi della discussione anche alla Camera, nel corso del quale è lo stesso Tajani a replicare parlando di «un insulto inaccettabile» che equivale a un’accusa di corruzione. «Non lo accetterò mai - tuona -. Al mio onore ci tengo». La maggioranza invoca l’intervento della presidenza del Senato e Ignazio La Russa risponde convocando una riunione urgente dei capigruppo. Nessuna sanzione formale, ma «un cartellino arancione» di sicura valenza «politica» secondo il senatore di FI Maurizio Gasparri.
Alla Camera il capogruppo M5s a Montecitorio, Riccardo Ricciardi, tenta un chiarimento a nome del partito, senza però retrocedere sulla sostanza delle accuse di Maiorino: «Spiace ministro che si sia scaldato, ma noi la riteniamo complice di un governo genocida». Più diplomatico, ma non meno severo, l'intervento della presidente dei deputati Pd, Chiara Braga: «Nessuno mette in discussione la sua onestà, ma il balbettio in questa aula è lo specchio dell'ignavia e dell'ipocrisia del governo».

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