Saluti romani (e "Bella Ciao") al corteo per Ramelli

Duemila persone alla manifestazione della galassia di estrema destra conclusasi con il presente. E dai balconi partono le canzoni partigiane
April 28, 2025
Saluti romani (e "Bella Ciao") al corteo per Ramelli
Ansa | Chiamata del presente e saluto romano al corteo per Ramelli
Chiamata del presente e accompagnamento di "Fischia il vento, urla la bufera", saluti romani e contrappunto con "Bella Ciao". Questa la scena surreale che si è vista, e soprattutto sentita, durante il corteo dell'estrema destra per ricordare il 50esimo anniversario della morte di Sergio Ramelli, il giovane militante del Fronte della Gioventù, ucciso a colpi di chiave inglese da una brigata di Avanguardia operaia. Mentre infatti la parata nera si concludeva, da diverse finestre di via Giovanni Antonio Amedeo, e anche da via Paladini, dallo stesso palazzo in cui Ramelli viveva, sono partite le canzoni partigiane come sottofondo. Sempre durante la chiamata del presente, davanti al murale con la corona per ricordare il giovane missino, un petardo è stato lanciato nel cortile condominiale dal quale provenivano le note della canzone simbolo della lotta partigiana. L'uomo è stato bloccato dagli altri manifestanti mentre nelle retrovie sono volati insulti e grida: "Vieni giu".
Ma tutto si è spento con l'eco del botto del petardo lanciato e non ci sono state particolari tensioni. Duemila i partecipanti alla manifestazione che, dietro allo striscione nero con la scritta "onore ai camerati caduti", ha visto sfilare i principali movimenti dell'estrema destra: Lealtà e Azione, Forza Nuova, Casa Pound e Rete dei Patrioti. Per il 50esimo di Ramelli hanno risposto alla chiamata i militanti da tutta Italia, arrivati a piazzale Gorini (Città Studi), a Milano con il loro corredo di bomber neri, fiaccole, aquile repubblichine e croci celtiche tatuate. C'erano i leader dei movimenti: Gianluca Iannone per CasaPound, Roberto Fiore e Luca Castellini di Forza Nuova, entrambi condannati per l’assalto alla Cgil di Roma, Stefano Del Miglio (Lealtà e Azione) e Francesco Polacchi (fondatore del marchio di abbigliamento "di area" Pivert). Sola bandiera ammessa quella italiana. "Non sporcate quella bandiera", ha gridato una donna all'inizio del corteo.
A parte dunque un paio di fuori programma, tutto si è svolto secondo copione e si concluderà probabilmente anche in modo uguale agli altri anni, con l'identificazione degli organizzatori del corteo conclusosi con il saluto romano. Giusto poche ore prima la procura di Milano ha fatto ricorso in appello contro 23 manifestanti del corteo del 2019 che erano stati assolti dal Tribunale dall'accusa di ricostituzione del partito fascista. Secondo il ricorso del pm Enrico Pavone rispondere tre volte "presente" con il braccio destro alzato al grido "camerata Sergio Ramelli" (come è successo anche ora) esprime gestualità e parole da cui "si desume il chiaro intento di voler esternare la propria adesione ad un determinato sistema di valori", e anche le commemorazioni possono "consistere in un mero pretesto per radunarsi e rievocare rituali e gesti immediatamente riconducibili ad un partito la cui ricostituzione è contraria all'assetto costituzionale".

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