lunedì 12 giugno 2023
Il summit internazionale della società civile contro il conflitto in Ucraina si è chiuso con un appello ai governi per un cessate il fuoco e negoziati. Una settimana di mobilitazione a inizio ottobre
La delegazione italiana

La delegazione italiana - Europe for peace

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«Noi, organizzatori del Vertice internazionale per la Pace in Ucraina, chiediamo ai leader di tutti i Paesi di agire a sostegno di un immediato cessate il fuoco e di negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina. Siamo una coalizione ampia e politicamente diversificata che rappresenta i movimenti per la Pace e la società civile, compresi i credenti, in molti Paesi. Siamo fermamente uniti nella convinzione che la guerra sia un crimine contro l’umanità e che non esista una soluzione militare alla crisi attuale». Comincia così la "Dichiarazione di Vienna per la Pace" approvata al vertice internazionale che ha riunito in Austria sabato 10 e domenica 11 giugno oltre 400 rappresentanti della società civile. L'appello - che si intitola "Pace con mezzi pacifici. Cessate il fuoco e negoziati ora!" - è focalizzato sulla richiesta di un immediato cessate il fuoco e di negoziati basati sui principi della sicurezza comune, del rispetto internazionale dei diritti umani e dell'autodeterminazione di tutte le comunità. Le organizzazioni allo stesso tempo hanno annunciato una una settimana di mobilitazione globale, dal 30 settembre all'8 ottobre 2023.

Al risultato – cui hanno contribuito le realtà italiane della coalizione “Europe for Peace” tra gli organizzatori del Vertice – apre una nuova stagione di mobilitazione, politica e popolare, per lavorare congiuntamente nei prossimi mesi a percorsi di pace «giusta e possibile». Un cammino che - affermano le organizzazioni - «deve basarsi sui principi della sicurezza comune, del rispetto internazionale dei diritti umani e dell’autodeterminazione di tutte le comunità».

Nei due giorni di dibattito i rappresentanti della società civile europea hanno lavorato per costruire un’alternativa politica «ad una guerra che continua ad impressionare il Mondo intero per la sua malvagità e capacità di distruzione delle vite e dell’ambiente», vista la latitanza sul fronte politico e diplomatico delle istituzioni europee. Gli interventi in plenaria e i gruppi di lavoro hanno affrontato da diversi punti di vista ciò che determina questa guerra in termini di sofferenze, disastri, crisi e rischi di incidente o guerra nucleare. Oltre che, ovviamente, come riuscire a solidarizzare concretamente con la popolazione ucraina sotto assedio e bombardamenti da 16 mesi: «Perché salvare le vite umane è la priorità, e la guerra non è certamente una risposta».

L'assemblea plenaria conclusiva

L'assemblea plenaria conclusiva - Europe for peace

Da Vienna arriva anche un forte allarme per l'escalation in corso, alimentata dalla fornitura all'Ucrainadi sistemi di arma potenzialmente sempre più aggressivi: missili, poi carriarmati, ora cacciabombardieri: «Morti e sofferenze ben più gravi potrebbero ancora verificarsi se il conflitto dovesse degenerare fino all’uso di armi nucleari, un rischio che oggi è più alto di qualsiasi altro momento dalla crisi dei missili di Cuba».

«Abbiamo ascoltato, commossi, le testimonianze di Yuri, Olga, Oleg, Karina, Nina - racconta Sergio Bassoli della Rete Pace e disarmo e tra i coordinatori di “Europe For Peace” - che ci hanno trasmesso cosa significa vivere sotto le bombe o in esilio, dover decidere in pochi secondi dove andare, se fuggire dal proprio Paese o nascondersi per non finire in galera con l’accusa di terrorismo. Chi ha partecipato al Vertice di Vienna si misura con questa realtà, ricercando strade di dialogo per ricostruire reciproca fiducia, riaffermare solidarietà. La strada che chiediamo sia intrapresa da tutti i movimenti della società civile per rendere possibile l’alternativa alla guerra».

Nella Dichiarazione finale le organizzazioni dell’ampia coalizione evidenziano di essere «fermamente uniti nella convinzione che la guerra sia un crimine contro l’umanità e che non esista una soluzione militare alla crisi attuale». Viene ribadita esplicitamente la condanna per l’invasione illegale dell’Ucraina da parte della Russia, sottolineando come «le istituzioni create per garantire la Pace e la sicurezza in Europa hanno fallito e il fallimento della diplomazia ha portato alla guerra. Ora la diplomazia è urgentemente necessaria per porre fine al conflitto armato prima che distrugga l’Ucraina e metta in pericolo l’umanità».

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