venerdì 7 luglio 2017
«Gli altri Paesi dell’Unione Europea dovrebbero condividere con l’Italia parte dei costi economici nella gestione degli arrivi e mostrare solidarietà e rispetto per le norme internazionali»
Vanessa Redgrave con Franco Nero in una foto Ansa del 2011

Vanessa Redgrave con Franco Nero in una foto Ansa del 2011

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Caro direttore,

siamo solo due fra i numerosi cittadini europei che hanno dedicato gran parte della loro vita per proteggere i minori abbandonati e i rifugiati e vorremmo rivolgerci all’intera opinione pubblica del nostro continente oltre che a coloro che hanno potere (e dovere) politico. Oggi i minori rifugiati che cercano protezione in Europa sono vittime di guerre, insurrezioni, conflitti armati, fuggono da bande criminali e da gravi indigenze. Questi minori soli non sono migranti illegali come riportato dai media internazionali in questi giorni. In Libia i rifugiati sono detenuti in centri dove vengono picchiati, torturati e spesso muoiono a causa di tali maltrattamenti degradanti e disumani. L’Europa sta fallendo nella protezione dei diritti umani sanciti dal diritto internazionale ed europeo.

In questo momento storico, in cui l’Italia è stata lasciata sola nella gestione degli arrivi dei profughi e in cui assistiamo all’incapacità dell’Unione Europea nel realizzare azioni tese a favorire il diritto di asilo e il ricongiungimento familiare anche nel caso di minori soli, noi crediamo che le autorità italiane dovrebbero attivarsi per rendere di fatto esigibile il diritto al ricongiungimento previsto dal Regolamento Dublino III. Secondo questa normativa, i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia e che hanno familiari in altri Paesi europei hanno il diritto di ricongiungersi con i propri cari, contribuendo di conseguenza a ridurre gli oneri economici e di altro tipo che la gestione degli arrivi e l’accoglienza dei profughi comporta per l’Italia.

Gli altri Paesi dell’Unione Europea dovrebbero condividere con l’Italia parte dei costi economici nella gestione degli arrivi e mostrare solidarietà e rispetto per le norme internazionali ed europee in materia di diritto d’asilo. Oggi 'Safe Passage', come altre organizzazioni umanitarie, lavora per rendere effettivo il diritto all’unità familiare di minori che si trovano in Italia e potrebbero essere trasferiti ai sensi di Dublino III. Per l’Europa riuscire a dare un concreto segnale di solidarietà nella condivisione di comuni problematiche sociali e politiche si tradurrebbe in un’occasione per rafforzare il proprio valore politico riproponendo le migliori pagine della propria storia.

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