giovedì 26 ottobre 2017
Nonostante gli annunci non ci sarà alcuno stop allo "Zoo di 105". Il Dj Mazzoli: «Una svista». Morcellini di Agcom: «Questo è linguaggio dell'odio, occorre responsabilità». Possibili sanzioni.
"Lo Zoo di 105" è il programma di punta di Radio 105 del Gruppo Mediaset

"Lo Zoo di 105" è il programma di punta di Radio 105 del Gruppo Mediaset

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Lo Zoo di 105 ci è ricascato. Lo storico programma di Radio 105, che tra un frizzo e un lazzo usa spesso e volentieri con disinvoltura il torpiloquio (nel 2010 il Garante dell’Editoria inflisse a Radio 105 una salatissima sanzione pecuniaria e la direzione sospese momentaneamente il programma) è finito nella bufera per una bestemmia andata in onda nella diretta del 20 ottobre scorso. E purtroppo non è la prima volta che accade durante il programma di punta dell’emittente del Gruppo Mediaset. L’ultimo episodio venerdì scorso quando è andata in onda la bestemmia di un camionista veneto vittima di uno scherzo telefonico, nonostante la scenetta fosse già registrata e montata. In diretta lo storico responsabile del programma Marco Mazzoli si è innervosito per l’accaduto, mentre il Dj Giuseppe, che conduce Music and Cars subito dopo lo Zoo ha criticato in diretta i colleghi: «Quando l’ignoranza sovrasta le cose che dovrebbero essere simpatiche, bisogna che la direzione faccia qualcosa. Io non ne posso più di sentire gente che bestemmia alla radio».

Quindi la diretta del programma è stata sospesa subito, e sinora sono state trasmesse le registrazioni di Zoo best, il “meglio” del programma. Mazzoli ha prima annunciato di avere presentato le dimissioni, salvo poi fare marcia indietro. Da lunedì prossimo Lo Zoo di 105 tornerà in onda in diretta, riveduto e corretto. «Venerdì per una svista è andata in onda una roba che non sarebbe dovuta andare in onda» ha detto Mazzoli via Facebook, parlando di un «contenuto, grave, proprio perché noi abbiamo tre filtri prima di mandare in onda qualsiasi cosa: i Dj Wender, Spayne e Luca, che dovrebbero verificare. C’è stato un incidente, ma siamo in diretta». Il Dj ha poi aggiunto che «è giusto fermarsi e fare chiarezza» confermando di aver discusso i problemi con la direzione della radio che «mi ha dato carta bianca per rimettere tutto in piedi, immettere nuovi elementi nel programma, nuove teste, nuove idee». Sarà la volta buona per un ritorno al buon gusto? E verrà chiesto scusa ai radioascoltatori, o si butterà tutto in risata? Interpellata da Avvenire, la direzione di Radio 105 preferisce non commentare l’accaduto. Che però è e resta grave, anche a livello di possibili sanzioni.

Una multa compresa fra i 25mila e i 350mila euro è prevista nel caso l’Autorità Garante delle Comunicazioni accerti una violazione del Codice media e minori, come ci spiega Giulio Votano, vicedirettore della direzione contenuti audiovisivi dell’Agcom. L’autorità ha già in passato sanzionato diverse bestemmie in tv, anche se in realtà vi è una evidente lacuna normativa poiché il Testo Unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, che disciplina il sistema radiotelevisivo, non prevede norme direttamente sanzionatorie per le offese al sentimento religioso. Previsione invece presente nel Codice di autoregolamentazione media e minori, a cui il Testo Unico rinvia, per cui l’Autorità deve valutare se è possibile ravvisare nel turpiloquio gratuito o nell’offesa alle convinzioni religiose un pregiudizio allo sviluppo psicologico dei minori. L’Autorità ha 60 giorni di tempo per compiere l’accertamento, ed altri 90 per contestare la violazione, e al termine di un procedimento che dura al massimo 150 giorni emanare una sanzione. Ne deduciamo che, poiché Lo Zoo di 105 va in onda in orario pomeridiano, rivolgendosi soprattutto a un pubblico di adolescenti, gli elementi ci siano tutti.
«Dal punto di vista dei provvedimenti possiamo muoverci soltanto su segnalazioni. Oso sperare che i nostri strumenti giuridici non retrocedano di fronte a un episodio così trash della nostra comunicazione pubblica – spiega il professore Mario Morcellini, commissario all’Agcom –. Noi stiamo lavorando con grande determinazione su tre tematiche: l’odio, le false notizie e il cyberbullismo. E io inscrivo la bestemmia dentro un linguaggio dell’odio, è un modo comunque per attaccare l’altro». L’Autorità, aggiunge, sta lavorando affinché «l’odio non vada riferito solo a persone fisiche, ma anche a valori soprattutto in un paese in cui la religione è parte significativa del testamento civile». Per Morcellini, inoltre, l’episodio accaduto a Radio 105 può rientrare in un discorso di bullismo verbale: «Dovrebbe essere ovvio che una radio di dimensioni nazionali controlli che nella sua comunicazione non ci sia bullismo, incitamento all’odio e un attacco ai valori degli altri. La radio deve esercitare la responsabilità di una istituzione di garanzia».
Per Massimiliano Padula, presidente dell’Aiart «il linguaggio dei media riflette una degenerazione complessiva. Chi fa tv e radio dovrebbe porsi come mediazione, e non procedere totalmente senza filtri, per rispetto della dignità della persona. In radio la parola è fondamentale ed è doppiamente problematico e inaccettabile che si permetta di far passare una bestemmia. Speriamo che l’incidente si trasformi in una opportunità per un miglioramento della qualità autoriale». Aggiunge il professore della Cattolica Giorgio Simonelli: «L’equivoco è che la radio è diventato il luogo dove il massimo valore è la cosiddetta autenticità, con tutte le sue derive, logico che alla fine si arrivi anche alla bestemmia. Spero che qualcuno si stufi e che i media torino un modello di buon gusto».

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