venerdì 20 gennaio 2017
Proseguono le ricerche nell'albergo travolto da una valanga sul Gran Sasso: i vigili del Fuoco finora hanno già salvato 5 persone, di cui 4 bambini. La famiglia Parete è riunita e in salvo.
La giornata di venerdì: tutti salvi i 4 bambini
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A quasi due giorni dalla slavina, è salito a 10 il numero di persone trovate vive sotto le macerie dell'hotel Rigopiano di Farindola (in provincia di Pescara), sommerso da una valanga nel pomeriggio di mercoledì 18 gennaio in seguito alle forti scosse di terremoto.

Finora dieci persone, tra cui 4 bambini, sono sopravvissute alla slavina: mamma e figlio sono stati estratti vivi in mattinata mentre altri tre bambini sono stati salvati poco dopo le 18. E si lavora senza sosta per raggiungere le altre 5 persone ancora vive sotto le macerie. Nella speranza che ci siano altri superstiti.

Vigili del fuoco, militari del soccorso alpino, volontari e personale della protezione civile hanno passato la notte a scavare nella neve e nel ghiaccio alla luce delle fotoelettriche, con la speranza di trovare ancora in vita qualcuno degli ospiti del resort sommerso da una slavina nel pomeriggio del 18 gennaio. Una speranza che si affievoliva con il passare delle ore. Poi, alle 11.40 di questa mattina, l'urlo dei soccorritori: «Abbiamo individuato persone ancora vive!».

Nel video le immagini del salvataggio del primo gruppo di sopravvissuti


Ad un certo punto si era parlato di 8 persone ritrovate, ma i vigili del fuoco avevano poi chiarito che il primo gruppo di persone ritrovate in vita fosse formato da 6 sopravvissuti (come si era detto all'inizio): «Oltre alla mamma e al bambino che abbiamo estratto e che sono già stati trasportati in ospedale, abbiamo individuato altre quattro persone con le quali siamo in contatto vocale, ci stiamo parlando, è un lavoro da parte delle nostre squadre molto complicato, sono all'interno della struttura crollata e stanno aprendo varchi sui solai per poter arrivare a raggiungere l'obiettivo» ha spiegato Luca Cari, capo ufficio stampa dei vigili del fuoco.

«L'importante è che siamo in contatto vocale, le persone sono in vita, stiamo lavorando - ha aggiunto -. Tutti i nostri sforzi sono concentrati, abbiamo oltre 50 vigili del fuoco sul posto concentrati su questo obiettivo, parallelamente proseguiamo le ricerche nelle altre zone da controllare».

Due elicotteri hanno trasportato i sopravvissuti all'ospedale di Pescara, mentre l'ospedale dell'Aquila è in allerta nel caso dovessero essere ritrovate altre persone al momento disperse.

Poco dopo le 18 i vigili del fuoco sono riusciti a estrarre dalle macerie dell'hotel Rigopiano altri tre bambini. Si tratterebbe - si apprende da fonti degli stessi vigili del fuoco - di quel gruppo di persone che era stato individuato per ultimo formato da altre 4 persone.


Il soccorritore: la felicità nei loro occhi quando ci hanno visto

«È stato bellissimo il momento in cui li abbiamo trovati. Erano contentissimi e ci hanno abbracciato». Così il vice brigadiere della Finanza, Marco Bini, ha raccontato il primo contatto con i primi due dei superstiti dell'hotel Rigopiano che sono stati estratti dalle macerie. «Appena ci hanno visto erano felicissimi e non sono riuscite a parlare. Dagli occhi si capiva che erano sconvolti positivamente per averci visto» ha proseguito soccorritore alpino della Guardia di Finanza Marco Bini che ha raccontato gli attimi del salvataggio della donna e del bambino. «Le abbiamo trovate nel vano cucina, e poi abbiamo salvato le altre persone - dice Bini - Probabilmente oltre ad accendere un fuoco avevano qualcosa da mangiare con loro.

«Mentre noi stavamo scavando questo varco loro ci sentivano. La speranza ora è quella di ritrovare altre persone in vita anche se non abbiamo avuto altri segnali o sentito rumori», ha spiegato ancora il soccorritore alpino della Guardia di Finanza, aggiungendo che dal «varco che ci siamo creati ci spostiamo all'interno dell'albergo Rigopiano, ma è molto difficile andare avanti perché pericoloso».


Chi sono le persone già salvate

Una delle donne salvate è la moglie di Giampiero Parete, l'uomo che era riuscito a scampare alla slavina poiché era uscito momentaneamente fuori dall'albergo e dunque per primo ha potuto chiamare i soccorsi.

Gianfilippo Parete, 7 anni, uno dei bambini salvati era il figlio di Adriana e Giampiero Parete, rimasto al buio, sepolto sotto neve e detriti per 48 ore, salvato solo da un solaio. Lo hanno abbracciato gli uomini dei vigili del fuoco quando sono riusciti a tirarlo fuori dal cunicolo buio e freddo dov'era rimasto coperto solo da una giacca a vento celeste. «Bravo, ce l'hai fatta».


Nell'hotel Rigopiano era rimasta la figlia di sei anni di Giampiero Parete, Ludovica: la moglie mentre veniva messa in salvo ha pregato i soccorritori di andare "da mia figlia che è nella stanza accanto".

Qualche ora dopo è arrivata la notizia che tra i tre bambini estratti vivi, c'era anche Ludovica Parete, la figlia dell'uomo che avendo scampato la slavina, era riuscito ad allertare i soccorsi dopo il crollo dell'albergo. La famiglia Parete è di nuovo unita.

Oltre alla seconda figlia dei Parete, è stato salvato tra i bambini soccorsi dopo le 18, Edoardo Di Carlo, anche lui sopravvissuto in base a quanto riferito da una zia.


Tra i superstiti ancora da estrarre ci sarebbero Sebastiano Di Carlo e la moglie Nadia Acconciamessa. Potrebbero essere tra i sopravvissuti anche Domenico Di Michelangelo, 41 anni, di Chieti, poliziotto in servizio a Osimo, in provincia di Ancona e la moglie Marina Serraiocco, 37 anni, di Popoli.


Chi sono le vittime della tragedia all'hotel Rigopiano

Cinque sono le vittime che sono state accertate finora, tra loro c'è Alessandro Giancaterino, capo del bar dell'Hotel Rigopiano, fratello dell'ex sindaco di Farindola, e Gabriele D'Angelo, cameriere dell'hotel Rigopiano.

«Sono state viste tra le macerie dell'hotel Rigopiano altre persone, ma per il momento non parlano, e ciò può volere diverse cose: potrebbero stare molto male e non essere in grado di rispondere, o peggio. In un primo momento di euforia, dopo il ritrovamento iniziale di sei persone, si era subito pensato che fossero vivi anche loro», ha spiegato ancora il soccorritore alpino della Guardia di Finanza, Marco Bini.

Per trovare le sei persone sopravvissute alla slavina, i soccorritori hanno provato e provato. Hanno urlato. Hanno sguinzagliato i cani, ma la risposta era il silenzio. La neve attutiva suoni e rumori. Secondo Bini, i sopravvissuti sapevano che qualcuno li cercava, ma non riuscivano a farsi sentire. È stato anche osservato del fumo, ma non è chiaro se avessero acceso un fuoco o se fosse un principio di incendio, osservato anche in altri settori del Rigopiano. In ogni caso, il vice brigadiere ha spiegato che con le fiamme si rischia di esaurire velocemente l'ossigeno, in una bolla d'aria simile.

Difficilmente, poi, questo fuoco avrebbe scaldato. Però, ha continuato a spiegare Bini, paradossalmente la neve - con un effetto igloo - aiuta a mantenere un ambiente relativamente caldo, a patto di creare una "sacca d'aria". "In passato abbiamo salvato persone vittime di una slavina senza macerie, che erano all'interno di una sacca e vi erano rimasti per tre ore", ha concluso.


Ancora una ventina i dispersi

A causa delle condizioni meteo proibitive, i ritmi delle operazioni sono stati ridotti nella notte poiché mancavano le condizioni di sicurezza necessarie per operare in maniera massiccia.
Ci sono ancora più di 20 persone disperse, che si trovavano dentro l’albergo al momento della valanga: circolano notizie difficili da confermare circa il ritrovamento di altri sopravvissuti, ma per ora i Vigili del Fuoco confermano solo di avere trovato sei persone.

Aperta un'inchiesta per omicidio colposo

Gli investigatori stanno acquisendo le carte sui piani di emergenza e soccorso dell'area Vestina, da Penne verso la montagna, predisposte e attuate dalla Provincia. Richieste, movimenti,organizzazione di spalaneve, turbine, richieste di soccorso e quanto riguarda la viabilità di quella zona. 'I clienti e le persone dentro l'albergo erano spaventate per le forti scosse di terremoto e non tanto per il maltempo e per la neve abbondante, così ha scritto intorno alle 15 in un messaggio a un amico il proprietario dell'albergo, anche lui disperso, prima che la slavina cancellasse tutto. Condoglianze a Gentiloni dai leader mondiali.


Ore di angoscia per i familiari: alcuni assistiti all'ospedale di Penne

La notizia del ritrovamento delle sei persone in vita è subito arrivata all'ospedale "San Massimo" di Penne, Comune a pochi chilometri dal luogo della tragedia, dove, lontano dai riflettori, parenti e familiari dei dispersi attendono da due giorni notizie. Un mix di ansia e di speranza. "Ci sono famiglie, genitori di ragazzi, le vittime sono in gran parte giovani - racconta il medico rianimatore Vincenzo Di Giovanni -. Finché non avranno notizie definitive la loro ansia resterà tremenda".

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