mercoledì 8 settembre 2010
Forse per via della concitazione, i sanitari hanno iniettato alla signora sangue di gruppo sbagliato che l’ha ridotta in fin di vita I familiari: per ora nessuna denuncia.
- Messina lite in sala parto, ischemie cerebrali per il bimbo
COMMENTA E CONDIVIDI
Un tragico errore, una trasfusione di sangue sbagliata. Potrebbe essere questa la causa della morte di Irene Guidi, 77 anni, l’altra notte all’ospedale Molinette di Torino. Sabato scorso, quando era arrivata in pronto soccorso in condizioni già critiche, le era stato iniettato del sangue non compatibile con il suo, aggravandone ulteriormente il quadro clinico. Così, dopo quasi quattro giorni di agonia, è deceduta. Adesso toccherà alla magistratura verificare quanto fosse già compromessa la situazione al suo arrivo e quanto invece abbia influito l’errore umano, che è stato comunque già ammesso dalla direzione dell’ospedale.Sabato mattina l’anziana era arrivata, in condizioni critiche, nella divisione di medicina del pronto soccorso. Aveva i sintomi di una emorragia del tubo digerente da sospetta lesione del duodeno. Aveva difficoltà respiratorie e un’anemia cronica acuta. Per questo i medici avevano ritenuto necessaria un’immediata trasfusione. Così è avvenuto l’incidente. Dottore e infermiere hanno preso due sacche di sangue poste sopra un armadio, dando per scontato che fossero quelle col gruppo sanguigno della paziente, e le hanno praticato la flebo. In pochi minuti è emersa la crisi respiratoria. Poi, un edema polmonare che l’ha ridotta in fin di vita. E a quel punto tutto ciò che i medici avrebbero potuto fare era tamponare i sintomi dello choc dovuto al sangue incompatibile e sperare che superasse la crisi da sola. Troppo difficile in un corpo già così provato. Così, nella notte tra martedì e ieri, Irene Guidi è morta.«Sono venute meno le procedure per l’identificazione del paziente – spiega il dottor Marco Rapellino, direttore della struttura qualità e gestione del rischio delle Molinette, l’ospedale piu’ grande del Piemonte –. Si è trattato di un gravissimo errore, ma occorre aspettare l’autopsia per evidenziare il rapporto causa-effetto tra la trasfusione sbagliata e la morte, visto che le condizioni cliniche della paziente erano già fortemente compromesse». In ogni caso, sottolinea Rapellino, «se c’è stata la responsabilità di qualcuno l’ammettiamo». La documentazione è stata consegnata alla Procura, informata dallo stesso ospedale, e la direzione sanitaria delle Molinette sta valutando la sospensione cautelativa temporanea del medico responsabile della trasfusione, che ieri era in ferie. «Si tratta comunque di un ottimo professionista - precisa Rapellino - che ora si sente distrutto». Irene Guidi era pensionata da tempo. Ironia della sorte, aveva lavorato tutta la vita in ospedale, come caposala del laboratorio analisi del Regina Margherita, il nosocomio infantile di Torino. Viveva col marito Bruno Pelisseri nella zona sud della città e aveva due figli ormai adulti, Katia e Roberto. «Per il momento - precisa quest’ultimo - non abbiamo intenzione di rivolgerci a nessun legale. Aspettiamo l’esito dell’indagine interna dell’ospedale. Il fatto che questo abbia ammesso la propria responsabilità senza nascondersi ci conforta. In ogni caso, sappiamo che mia madre è arrivata in ospedale in condizioni già fortemente compromesse, l’errore dei medici potrebbe essere stata al massimo una concausa nella sua morte».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: