sabato 25 luglio 2020
Il primo cittadino dell'isola ha definito "insostenibile" la situazione dopo gli sbarchi degli ultimi giorni. "L'hotspot non è più in grado di ricevere migranti", ha dichiarato
Migranti sull'isola di Lampedusa

Migranti sull'isola di Lampedusa - Reuters

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"La situazione è insostenibile. Abbiamo chiesto una nave al governo ma non ha voluto darcela. Ho dichiarato lo stato di emergenza". Con queste parole il sindaco di Lampedusa Totò Martello fa sapere che la situazione sull’isola, dopo gli arrivi di profughi che si sono succeduti negli ultimi giorni, ha raggiunto il limite. "È una situazione ormai ingestibile”, ha detto ancora Martello, “L’hotspot non è più in grado di accogliere migranti. La responsabilità di questa emergenza non può ricadere sul sindaco, sull’amministrazione comunale e sui lampedusani. Se il governo non proclamerà lo stato di emergenza per Lampedusa, lo farò io. L'hotspot non è più in grado di accogliere migranti".

Durante la notte, a Lampedusa, c’è stata una serie di arrivi mentre resta incerta la sorte di 56 persone fuggite dalla Libia, che si trovavano a bordo di una barca che aveva lanciato una richiesta di aiuto al centralino Alarm Phone. "I contatti si sono persi verso le 3.30 e non abbiamo ancora notizie – sottolinea Alarm Phone in un tweet - L'ultima volta che li abbiamo sentiti, abbiamo saputo che il motore dell'imbarcazione si era bloccato ed erano nella zona Sar italiana, a 16 miglia da Lampedusa". Ma "le autorità italiane si rifiutano di confermare il salvataggio".

Si tratta della terza imbarcazione in pericolo nel Mediterraneo centrale che ieri si era messa in contatto con Alarm Phone dopo l'sos lanciato da due gommoni, uno con 110 persone a bordo soccorse dalla nave mercantile italiana Cosmo in arrivo al porto di Pozzallo nel Ragusano, l'altro con circa 70 migranti che, intercettati da una motovedetta libica, sono stati riportati indietro.

"Rispediti illegalmente nell'inferno libico", come evidenzia Alarm Phone. Sono sette i barchini approdati a Lampedusa per un totale di 203 tunisini. Le operazioni di soccorso sono state eseguite dalle motovedette di Guardia di Finanza e Guardia Costiera.

Sull'isola ci sono 1.027 migranti. Si tratta di un numero così elevato che alcuni dei nuovi arrivati sono stati trattenuti sotto i gazebo del molo Favarolo e non sono stati neppure portati all'hotspot dove la capienza massima è di 95 persone. Il grande flusso di arrivi, da ieri, sta complicando pure le operazioni di identificazione.

Un pattugliatore della Guardia di finanza è stato mandato nell'isola siciliana dove, domenica mattina, dovrebbe caricare circa 170 dei migranti presenti. Fra sabato sera e domenica mattina la Prefettura di Agrigento ha disposto il trasferimento di 450 persone: 80,
sabato sera, col traghetto di linea per Porto Empedocle (Agrigento), 200, domattina, con il traghetto di linea, e 170 con il
pattugliatore delle Fiamme gialle.
La maggior parte dei 450 trasferiti andrà al Cara, il Centro di accoglienza per richiedenti asilo, di Bari.

Da circa due settimane, Lampedusa sta affrontando con difficoltà la gestione di un grande numero di migranti arrivati sull’isola dopo essere stati soccorsi o sbarcando autonomamente. Tra il 21 e il 23 luglio sono arrivati in centinaia, tra sbarchi autonomi e una grossa operazione della Capitaneria di porto, che aveva soccorso 103 persone, distribuite tra varie piccole imbarcazioni in difficoltà. Le persone ospitate nell’hotspot sono arrivate ad essere più di 900 (erano attorno ai 400), prima che alcune centinaia fossero trasferite a Porto Empedocle con i traghetti disposti dalla Prefettura di Agrigento. Sbarchi e operazioni di soccorso sono però proseguiti.

A Lampedusa fra gli ultimi migranti sbarcati, "25 sono positivi al Covid" secondo quanto affermato dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali di polizia Fsp-Mp. "Ci risulta che i test sierologici hanno dato risultato positivo per 25 persone - spiega Antonio Allotta, segretario generale Mp - la situazione ci preoccupa, perché tutti i nuovi sbarcati sono stati sul molo per ore, i positivi sono rimasti a lungo divisi dagli altri da una corda rossa, e tutti gli altri, che, evidentemente, devono essere sottoposti alla quarantena, sono stati pure in attesa sul posto. Adesso i positivi sono stati portati in una piccola struttura chiusa, e saranno sottoposti a ulteriori esami, mentre gli altri sono stati divisi in gruppi sono ancora in attesa".

Per Valter Mazzetti, segretario generale della Federazione sindacale di polizia, Fsp-Mp, "urgono protocolli di intervento certi e stabili che tengano al riparo dai rischi altissimi del momento la cittadinanza e gli operatori delle Forze dell'ordine impegnati massicciamente sull'isola. E serve che siano individuati luoghi idonei che consentano immediati spostamenti dei positivi e dei numerosi migranti che devono rimanere in quarantena. Non si possono lasciare centinaia di persone in attesa, tutti esposti al contagio, compresi i colleghi, oltretutto con il rischio che qualcuno possa allontanarsi. I poliziotti ci sono e fanno il proprio dovere, ma non basta il loro sacrificio".

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