sabato 27 gennaio 2024
Laurea honoris causa alla senatrice a vita che ricorda gli attacchi terroristici di Hamas. Il presidente della Cei: no ad antisemitismo e discriminazioni. Meloni
A Liliana Segre laurea honoris causa dalll'università di Milano

A Liliana Segre laurea honoris causa dalll'università di Milano - Fotogramma

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A rendere il clima della giornata, le parole di Liliana Segre. Nel suo intervento all’Università Statale di Milano dove ha ricevuto una laurea honoris causa, la senatrice a vita ha intrecciato il significato del “Giorno della memoria” nato perché nessuno dimentichi l’orrore della Shoah con la guerra in Medio Oriente scatenata dall’attacco terroristico di Hamas contro Israele lo scorso 7 ottobre. «Nella spirale dell'odio più crudele dal 7 ottobre ci sono i bambini di tutti i colori e le religioni e appartenenze ¬- ha detto Segre - che mi trovano come una nonna disperata. Perché i bambini sono il futuro e vengono uccisi per l'odio degli adulti che non si ferma mai, loro che sarebbero il futuro dei popoli fratelli. Questo mi ha dato una forma di disperazione serale, quando affronto la notte». Quindi un richiamo al valore della testimonianza. «Per 30 anni sono andata nelle scuole, nelle università, nelle parrocchie e so di non aver mai detto tutto, perché non si può. Le parole non ci sono per dire quello che succedeva nei lager ogni minuto. Non c'è vocabolario ricco, in cui ci siano le parole per dire fino in fondo tutta la verità. Ho letto Primo Levi e tanti che hanno scritto del lager molto bene - ha aggiunto la senatrice a vita -, ma l'essenza più profonda degli assassinii non l'ha trovata mai in nessuno». Quanto all’oggi italiano, la riflessione è per chi sfregia targhe e monumenti dedicati alla memoria, tra cui una targa con il suo nome a Saltrio in provincia di Varese. «Questo signore perde cinque minuti per fare un segnaccio sopra il mio nome questo è un caso da studiare - ha detto Segre - Come quelli che mi mandano una maledizione, perché? Sono così vecchia che se aspettano un poco, non sarò un personaggio importante nel futuro dell'Italia».

Anche la premier Giorgia Meloni ha voluto manifestare la propria partecipazione al ricordo della tragedia vissuta dal popolo ebraico e ha ricordato l'impegno del governo nel contrasto all'antisemitismo: «È nostro dovere coltivare ogni giorno la memoria di ciò che è accaduto e accrescerne, sempre di più, la consapevolezza nelle giovani generazioni. È un impegno che questo governo sta portando avanti con grande costanza e determinazione. Penso, ad esempio, ad uno dei provvedimenti di cui andiamo più orgogliosi: la legge che istituisce il Museo della ShoahA Roma è presente la più antica comunità ebraica d'Europa e la Città Eterna non poteva non accogliere un'istituzione museale specificatamente dedicata alla storia della Shoah, al pari dei Musei presenti in altre grandi Capitali europee e dello Yad Vashem di Gerusalemme - ha detto il capo del governo -. È un'istituzione che si occuperà di tramandare la memoria della Shoah e che siamo certi darà un contributo determinante affinché la malvagità del disegno criminale nazifascista e la vergogna delle leggi razziali del 1938 non cadano nell'oblio»

E nel giorno della memoria, risuonano chiare le parole del cardinale Matteo Zuppi «Ricordare è un dovere e, allo stesso tempo, l’impegno a capire le cause e fare sì che l’orrore dell’Olocausto non si ripeta mai più – osserva l’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei - La memoria è la vita, è la pietra d’inciampo che ci aiuta a non minimizzare l’odio e la divisione per non preparare un futuro disastroso. Ricordiamoci sempre che l’antisemitismo riguarda tutti e porta morte e distruzione per tutti. La memoria custodisce il passato e prepara il futuro. L’Europa nasce dalla tragedia della Seconda guerra mondiale e dalla Shoà. Onorare le vittime di ieri significa combattere – oggi – ogni forma di antisemitismo, di pregiudizio e di discriminazione, contrastando i più piccoli semi di razzismo e di odio. In questi tempi drammatici siamo chiamati a continuare a compiere passi di incontro e di dialogo. Ciò non significa essere sempre d’accordo su tutto – conclude Zuppi - , ma rafforzare la certezza maturata in questi anni che il legame che ci unisce è più forte della differenza anche di giudizi e opinioni. La difesa da ogni antisemitismo inizia proprio da questa consapevolezza: che la tua vita e la mia sono unite e chi colpisce te colpisce me. Sempre!».
E nel giorno della memoria si è spento a a 105 anni Bruno Segre, avvocato, storico, partigiano simbolo dell’antifascismo. Nato a Torino, allievo di Luigi Einaudi si era laureato in legge con una tesi dedicata a Benjamin Constant, fondatore del liberalismo. A causa delle leggi razziali, in quanto figlio di un ebreo, non gli fu permesso diesercitare la professione di avvocato. Arrestato nel 1942 con l’accusa di disfattismo politico passò tre mesi in carcere. Uscito, scelse la clandestinità con la sua famiglia, poi l’impegno nella Resistenza fino alla liberazione. Come avvocato tra le altre cose difese il primo obiettore di coscienza italiano.

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