sabato 18 maggio 2019
A conclusione del suo discorso il leader della Lega ha ostentato più volte la corona per auspicare a lui e a suoi alleati un successo alle prossime europee. Critiche a Francesco, il Papa che accoglie
Matteo Salvini brandisce il rosario nel comizio elettorale a Milano, presenti sovranisti da vari paesi (Ansa)

Matteo Salvini brandisce il rosario nel comizio elettorale a Milano, presenti sovranisti da vari paesi (Ansa)

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La piazza sovranista di Milano si riempie a metà, rispetto alle attese, ma nel suo discorso il leader della Lega Matteo Salvini non perde l’occasione per usare in modo strumentale il rosario. Dal palco infatti a conclusione del suo discorso lo ha ostentato più volte per auspicare a lui e a suoi alleati un successo alle prossime elezioni europee.

Con lui in una piazza Duomo molto lontana dal tutto esaurito si sono succeduti tutti gli altri leader sovranisti, come Marine Le Pen del Fronte nazionale, che affiancato il vice premier e ministro dell’Interno nella sua sfida all’Europa. «Dobbiamo difendere i nostri stati nazionali, richiedere più sovranità nazionale e assumerci la responsabilità per i nostri Paesi. Basta diktat dal superstato dell’Ue: basta immigrazione, basta Islam», ha detto Geert Wilders, leader del partito olandese Pvv dal palco di Milano. «Dobbiamo fermare l'immigrazione, fermare l'islamizzazione. Ancora una volta: basta Islam. Salvini ha già cambiato la politica italiana ed è un esempio per tutti noi. Basta barconi con immigrati illegali», ha aggiunto. Salvini ha anche attaccato sull’accoglienza Papa Francesco.

«I numeri dicono che la politica delle porte aperte e dei porti aperti tra il 2015 e il 2018 ha causato secondo i dati Onu quasi 15mila tra morti e dispersi – ha detto il capo della Lega -. La nostra politica dà solidarietà a chi merita e ha fatto scendere a meno di mille le vittime sul fondo del mar Mediterraneo. Stiamo salvando vite. Diciamolo con orgoglio domani andando a messa. L’unico modo per salvare donne e bambini è combattere scafisti e trafficanti. Non vogliamo schiavi, deportazioni di massa, ghetti, sfruttamento. Anche perché con quei barconi comprano armi e droga». Salvini ha anche ribadito, rispedendo al mittente, ovvero al Movimento cinque stelle, il fatto di essere a capo di una coalizione estremista: «Noi – ha concluso il ministro dell’Interno - non siamo l’ultradestra».

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