venerdì 14 febbraio 2020
La maggioranza comunale della cittadina, che ha legato il suo nome alla tristemente famosa Repubblica Sociale Italiana, ha votato compatta con la Lega per mantenere la cittadinanza
Benito Mussolini a Salò in un fermo immagine tratto dal documentario 'Il corpo del Duce', di Fabrizio Laurenti liberamente tratto dal libro omonimo dello storico Sergio Luzzatto,  presentato al Torino Film Festival nel 2011

Benito Mussolini a Salò in un fermo immagine tratto dal documentario 'Il corpo del Duce', di Fabrizio Laurenti liberamente tratto dal libro omonimo dello storico Sergio Luzzatto, presentato al Torino Film Festival nel 2011 - Ansa

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Pazienza che Benito Mussolini abbia voluto le leggi razziali e che dopo anni di dittatura abbia trascinato l'Italia in una guerra disastrosa. E pazienza che abbia diviso la patria in due, asservendone una parte allo straniero tedesco. Era e resterà cittadino onorario di Salò, di fatto capitale (in condivisione) per meno di due anni della tristemente famosa Repubblica Sociale Italiana, che controllava anche le isole del Dodecaneso italiano nel mare Egeo, nota anche come Repubblica di Salò.

Il Duce è cittadino onorario di questa bella località sul lago di Garda dal maggio del 1924, quindi ben prima della fase finale della dittatura, e lo rimarrà almeno per i prossimi quattro anni. Fino a quando a Salò il paese sarà guidato dal sindaco Gianpiero Cipani, avvocato di centrodestra ex Forza Italia e al secondo mandato, che nell'ultimo consiglio comunale ha detto no alla cancellazione dell'onorificenza per Benito Mussolini.

A dire il vero non c'è stato neppure un grande dibattito, considerato che la maggioranza compatta ha votato contro la mozione presentata dall'opposizione di centrosinistra e sulla quale lo stesso consiglio nell'aprile scorso, in piena campagna elettorale per le amministrative, non si era espresso rinviando la decisione.

Con 14 voti contro tre, il consiglio comunale del paese bresciano ha tenuto tutto come è da 96 anni, da quando il 23 maggio 1924 l'allora commissario prefettizio Salvatore Punzo firmò il decreto di conferimento della cittadinanza onoraria a Mussolini. Il duce resta cittadino di Salò anche grazie al voto dell'eurodeputata della Lega Stefania Zambelli, che si è allineata alla maggioranza dell'aula, nonostante il Carroccio alle scorse elezioni amministrative non abbia sostenuto la ricandidatura del sindaco Cipani.

Per il sindaco Cipani la revoca sarebbe servita solo «a rimestare sentimenti di odio e rivalsa, nocivi alla convivenza civile». Aggiungendo poi che «l'unico modo per debellare l'ideologia sbagliata del fascismo è dimostrare con i fatti che la nostra idea di Stato, liberale e democratico, è quella giusta, e non attraverso una mozione strumentale e anacronistica».

«È stata una mozione inutile», così l'ha definita la maggioranza che ha incassato pure il sostegno di Forza Nuova che aveva definito «sterile ed inopportuna quanto tardiva ed antistorica iniziativa» la richiesta di cancellare la cittadinanza onoraria al duce. «Quale sarebbe l'utilità di questo provvedimento? Quale il beneficio, oggi, a 100 anni, ne trarrebbe la comunità salodiana?», è stato spiegato dai consiglieri di maggioranza del Comune di Salò.

In effetti di questi tempi si può anche ritenere che quello di Mussolini sia comunque un "brand" spendibile, come lo è ad esempio per Predappio, anche da punto di vista turistico con ricadute economiche. I nostalgici non sono pochissimi.

Proprio Salò due anni fa aveva ospitato, non senza polemiche, una mostra su Mussolini. «Il culto del duce», un viaggio nel fascismo tra sculture, xilografie, dipinti, incisioni e ceramiche che furono funzionali alla propaganda politica.

Ad oggi sono 21 i comuni bresciani dove Benito Mussolini risulta cittadino onorario: Coccaglio, Bovegno, Capriano del Colle, San Zeno, Milzano, Adro, Barbariga, Bedizzole, Rovato, Salò, Virle, Manerba, Ghedi, Azzano Mella, Barbariga, Bornato, Provaglio d'Iseo, Soiano del lago, Trenzano, Brandico, Collio e Brescia.

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