
Motovedetta con migranti da Albania arrivata in porto a Bari - Ansa
La macchina dei rimpatri dall'Albania è partita: il primo migrante irregolare, trasferito nel centro di Gjader una settimana fa, è stato fatto rientrare al suo Paese d'origine. In base a quanto si apprende, il cittadino rimpatriato sarebbe un bengalese di 42 anni arrivato in Italia nel 2009 ed espulso per pericolosità sociale. A suo carico vari precedenti tra cui un grave episodio di violenza domestica.
Ne dà notizia per primo sui social il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. «Primo rimpatrio dall'Albania di un cittadino straniero trattenuto nel Centro per il rimpatrio di Gjader» scrive su X il titolare del Viminale, assicurando che «le operazioni di rimpatrio dei migranti irregolari proseguiranno anche nei prossimi giorni come previsto dalla strategia di governo per una più efficace azione di contrasto all'immigrazione illegale».
Intanto sono oltre 600 i migranti sbarcati in meno di 24 ore sull'isola di Lampedusa. Dopo i 269 migranti giunti nella giornata di venerdì, anche sabato, a bordo di cinque natanti, sono approdati in 297 divisi in gruppi da 27 a 94 bengalesi, egiziani, siriani, sudanesi e somali. Uno dei mezzi, di 10 metri, che trasportava 63 persone, é arrivato direttamente al molo Madonnina. Il gruppo di bengalesi ed egiziani é stato soccorso dai carabinieri. Sono stati portati tutti all’hotspot dove, al momento, dopo un primo trasferimento di venerdì di 206 persone, ne sono rimaste 447. Nelle prossime ore sono previsti altri trasferimenti.
Due dei migranti, sbarcati nelle ultime ore, sono stati portati al poliambulatorio dell’isola perché durante il viaggio hanno riportato ustioni. Le loro condizioni non sono gravi, ma nelle prossime ore verranno trasferiti in elisoccorso in un ospedale di Palermo dove potranno essere assistiti.
La Life Support con 82 persone in navigazione verso Ravenna
È previsto invece per martedì 22 aprile l’arrivo nel porto di Ravenna della nave Life Support di Emergency per lo sbarco delle 82 persone soccorse il 17 aprile nelle acque internazionali della zona sar libica. «Giovedì pomeriggio abbiamo effettuato il soccorso di un gommone in difficoltà che aveva a bordo 82 persone, tra cui 27 minori – spiega Domenico Pugliese, comandante della Life Support – le autorità italiane ci hanno assegnato il porto di Ravenna per lo sbarco. Questo significa quattro giorni in più di navigazione rispetto a un Place of safety (luogo sicuro di sbarco, ndr) più vicino alla zona operativa del Mediterraneo centrale e quindi aumentare la sofferenza dei naufraghi, che sono già in uno stato di vulnerabilità».
Le 82 persone soccorse, di cui 11 donne, due ragazze minori non accompagnate, una bambina accompagnata, 23 ragazzi minori non accompagnati e un bambino accompagnato, hanno riferito di essere partite da Zawiya in Libia, alle 2 di notte circa. I naufraghi provengono da Sudan, Eritrea, Etiopia, Ghana, Nigeria e Togo. «Tra le 82 persone che abbiamo a bordo ci sono 27 minori – aggiunge Martina Ferro, medico a bordo della nave Ong – che soffrono di nausea, vomito e vertigini i a causa del mal di mare anche perché quando abbiamo soccorso la barca questa era già in navigazione da 14 ore. Comunque al momento le loro condizioni sono stabili. C’è anche una donna in gravidanza al sesto mese che comunque sta bene. Ci aspettano ancora alcuni giorni di navigazione che non faranno però che aumentare le difficoltà fisiche e psicologiche di queste persone a bordo». È sempre allarme infine per un gommone con a bordo 72 persone disperse in mare da una settimana. Erano partiti da Sabrata, in Libia, il 12 aprile.