giovedì 26 gennaio 2017
Gli ultimi due corpi sono stati recuperati nella notte dai vigili del fuoco.
I soccorritori al lavoro (Foto Ansa/Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico)

I soccorritori al lavoro (Foto Ansa/Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico)

COMMENTA E CONDIVIDI

Gli ultimi due corpi sono stati recuperati nella notte dai vigili del fuoco, dalla massa di macerie e neve dell'Hotel Rigopiano di Farindola. I due corpi, non ancora identificati, sono uno di sesso maschile e uno di sesso femminile. E` così di 29 il numero delle vittime e 11 sopravvissuti. Tutte le vittime sono state recuperate, non si cerca più nessuno.

È definitivo il bilancio della tragedia di Rigopiano, mentre due superstiti, la coppia di Giulianova Vincenzo e Giorgia, raccontano per la prima volta il proprio incubo. Ad una settimana dalla slavina che travolse l'albergo a quattro stelle sopra Farindola, nel Pescarese, i numeri ufficiali di prefettura e Protezione civile accertano: 29 morti e undici superstiti. Due persone, il cuoco Giampiero Parete e il tuttofare dell'hotel, Fabio Salzetta, si sono salvati perché si trovavano all'esterno dell'albergo.


Poi nei giorni successivi, in particolare venerdì, dalle macerie sono state estratte vive nove persone: la moglie di Parete, Adriana, e quattro bambini (i piccoli Parete Adriana e Gianfilippo, Edoardo Di Carlo e Samuel Di Michelangelo). Tra gli altri adulti messi in salvo Giampaolo Matrone (operato con successo al braccio destro), Francesca Bronzi, Vincenzo Forti e Giorgia Galassi. Proprio loro hanno descritto il dramma vissuto nell'albergo. "Eravamo nella hall ad aspettare lo spazzaneve per scendere. Loro ci avevano detto di stare tranquilli e che quando sarebbe passato il mezzo avremmo potuto tornare a casa. Tornare nella camere era pericoloso, non abbiamo mai pensato che fosse una valanga, solo un forte terremoto", spiega la giovane, in conferenza stampa accanto al compagno. Poi svela: "Ci siamo aiutati tanto a vicenda altrimenti non ce l'avremmo fatta. Lui ha aiutato anche l'altra ragazza (Francesca Bronzi, ndr). Io ero molto in pensiero per i miei genitori, la prima cosa che ho detto è stata 'ditegli che stiamo bene'. La mia forza è stata lui, Vincenzo, ogni volta che pensavo di mollare lui mi tirava su".


E Forti, visibilmente commosso, spiega come sia stato possibile per i due resistere sotto neve e ghiaccio in attesa dei soccorsi: "Ci siamo confortati l'un l'altro, per fortuna abbiamo bevuto con il ghiaccio che si scioglieva. Il ghiaccio ci ha salvato. Io non ho mai perso la speranza, non ho mai avuto un momento di sconforto. Siamo sempre stati vicini con Giorgia".

Ma la gioia per avercela fatta ovviamente è solo uno dei risvolti di questo dramma. Perché se Vincenzo e Giorgia sono salvi con Francesca, Stefano Feniello, fidanzato di Bronzi, è una delle vittime identificate. E Alessio, il padre del giovane, non riesce a nascondere la sua rabbia dall'ospedale di Pescara.


Le vittime al momento estratte sono invece 24: 13 uomini e 12 donne. Di queste ne sono state identificate 12: Sebastiano di Carlo e la moglie Nadia Acconciamessa, Piero di Pietro e la moglie Barbara Nobilio, Paola Tomassini, Stefano Feniello, Marco Vagnarielli, l'amministratore dell' hotel Roberto Del Rosso, il receptionist Alessandro Riccetti, il maitre Alessandro Giancaterino, il cameriere Gabriele D'Angelo, l'estetista Linda Salzetta. Ancora 4 i dispersi.

Diverse le cause di morte: schiacciamento, ipotermia e asfissia

Casi di esclusivo schiacciamento, con morti istantanee, e per altri concorrenza di cause, tra quali ipotermia e asfissia. Sono questi, fin qui, i motivi delle morti delle sei persone sottoposte ad autopsia. Lo ha confermato il procuratore aggiunto di Pescara, Cristina Tedeschini soffermandosi sul fatto che «ci sono state molte richieste, anche pressanti, dei parenti delle vittime che vogliono la restituzione dei corpi, chiedendoci di evitare l'accertamento autoptico, che è un ulteriore passaggio doloroso. Il mio ufficio ha scelto come modalità operativa di accertare con assoluta precisione caso per caso cosa è successo. Questo è il motivo per cui sto dicendo 'no, no, no' ai parenti che me lo chiedono. Faccio l'accertamento autoptico e lo farò per tutti».


«Per i primi sei casi le cause dei decessi sono diverse una dalle altre. In alcuni casi sono morti immediate per schiacciamento, in altri c'è concorrenza di cause: schiacciamento, ipotermia e asfissia». Lo ha spiegato il procuratore Tedeschini, facendo il punto in conferenza stampa sulle indagini.

Gentiloni in Senato: messo in atto ogni sforzo

"È stato messo in atto ogni sforzo dal punto di vista umano, organizzativo, tecnico, per cercare di salvare vite umane". Così Paolo Gentiloni intervenendo nell'Aula del Senato (semivuota) per riferire sulla tragedia dell'hotel Rigopiano. "Ringraziamo tutte le forze che hanno operato", afferma il presidente del Consiglio che cita particolarmente la Protezione civile.


L'Aula di Palazzo Madama ascolta il premier e davanti al cordoglio delle vittime e al riconoscimento del lavoro dei soccorritori si alza in piedi e applaude a lungo. Gentiloni snocciola i numeri: "11mila le persone che si sono prodigate per raggiungere le frazioni isolate e soccorrere le persone in difficoltà, 3581 interventi di soccorso via terra, 32 elicotteri con oltre 300 missioni". Ci sono poi però anche quelle "177mila utenze rimaste senza energia nel momento del picco della crisi" ed è giusto, dice il premier, verificarne le cause.

"Ci sono delle responsabilità e dei ritardi sulla tragedia di Rigopiano? Saranno le inchieste a chiarirlo, il governo non teme la verità che serve a stare meglio ma non ad avvelenare i pozzi. Non condivido una certa voglia che vedo serpeggiare di capri espiatori e giustizialismo". "Ritardi non ce ne sono stati finora, ce ne potrebbero essere nei prossimi mesi e faremo in modo che non accada. Le risorse ci sono, lo ribadisco perché ho visto polemiche su questo, ci sono 4 miliardi e mezzo", ha detto il premier.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: