sabato 23 febbraio 2019
Via libera al decreto dalla commissione lavoro del Senato. Sono salite a 63.414 le richieste per quota 100. Il testo approderà in aula lunedì
Lunedì i senatori cominceranno l'esame in aula del "decretone"

Lunedì i senatori cominceranno l'esame in aula del "decretone"

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I percettori del reddito di cittadinanza dovranno accettare una offerta di lavoro, ma solo se il salario sarà di almeno 858 euro al mese, ovvero 78 in più del beneficio massimo previsto dal sussidio. Questa sorta di 'salario minimo' è la maggiore novità emersa (assieme all’innalzamento da 30 a 45mila euro per l’anticipo del Tfs agli statali) dalla volata finale che ha portato, l’altra notte, al via libera della commissione Lavoro del Senato al cosiddetto 'decretone' che introduce il Rdc e 'quota 100' per la pensione. Un iter non privo di tensioni con le opposizioni. Tra le modifiche apportate al testo uscito da Palazzo Chigi a metà gennaio, spicca anche la novità adottata per tenere conto delle note del Garante della privacy: lo Stato non potrà più ficcare il naso tra le singole spese di chi riceve il reddito, ma solo monitorare - per eventuali sanzioni - il saldo mensile delle spese e dei prelievi effettuati sulla carta del reddito. Ci sono poi le maxi-sanzioni ai datori di lavoro che impiegano in nero i lavoratori stranieri o minori o irregolarmente i beneficiari del Rdc, i paletti più rigidi per l’accesso degli stranieri al reddito e il limite dei 250 chilometri per le offerte di lavoro ai beneficiari con un figlio minore nel nucleo familiare. Sono saltati la possibilità del rinnovo una sola volta, la non cumulabilità degli incentivi per le imprese con il bonus Sud e l’obbligo del servizio civile di un anno per i richiedenti del reddito. Via anche la possibilità di estendere ai beneficiari le agevolazioni del bonus elettricità, gas e acqua e la possibilità per i datori di lavoro domestico di avere incentivi se scelgono come colf e badanti i beneficiari del reddito. Stop alla possibilità di riscattare gli anni di laurea a fini previdenziali con costi a scaglioni. Saltano anche alcune modifiche pensionistiche in favore delle donne come l’accredito figurativo di tre anni per ogni figlio – a partire dal terzo – per le donne con almeno 50 anni d’età e 20 di contributi e quello che mirava a prevedere quattro mesi di sconto sull’età pensionabile delle mamme per ogni figlio (per un massimo di 12 mesi). L’approdo del testo in aula è fissato per lunedì, il decreto scade il 29 marzo.

Intanto all’Inps sono salite a 63.414 le richieste per quota 100 (47.084 uomini e 16.330 donne). Di queste, 29.575 sono state inoltrate da persone tra i 63 e 65 anni d’età, 21.020 da chi ha fino a 63 anni e 12.819 dagli over 65. Il maggior numero (23mila domande) è arrivato dai lavoratori pubblici. Per aree geografiche, Roma si piazza al primo posto con 4.752 domande, seguita da Napoli con 2.953 e da Milano con 2.476.

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