mercoledì 20 maggio 2009
Il CdA ha dato il via libera a Minzolini (Tg1), Mazza (RaiUno) e ai quattro vice-direttori generali. Ma i consiglieri dell'opposizione la riunione per protesta contro le modalità scelte per le nomine.  L'approvazione è venuta perciò soltanto con i consiglieri di maggioranza e del presidente Garimberti.
COMMENTA E CONDIVIDI
Nomi nuovi, vecchia Rai, vecchie polemiche e... vecchie spaccature. Il Gattopardo di Viale Mazzini ha tirato l’ultima unghiata senza, di fatto, cambiare una virgola nella logica politica che da sempre anima la Rai. Come risaputo da settimane e annunciato nei giorni scorsi, il Consiglio di amministrazione ha varato le prime sei nomine della nuova gestione. Alla direzione del Tg1 è stato chiamato Augusto Minzolini (per la verità l’unico "nuovo" della compagnia), che viene dalla "Stampa", così come il suo predecessore Gianni Riotta, approdato al "Sole24ore", veniva dal "Corriere della Sera". A Rai1 è stato spostato il direttore del Tg2 Mauro Mazza, un giornalista Rai, così come lo è il suo predecessore Fabrizio Del Noce. Scelti anche i quattro vice del direttore generale Mauro Masi, tutti interni all’azienda. Si tratta degli inossidabili Giancarlo Leone (con delega al digitale terrestre) e Gianfranco Comanducci (affari immobiliari e servizi di funzionamento), di Lorenza Lei (area produttiva e gestionale) e di Antonio Marano (coordinamento dell’offerta televisiva), che per l’occasione è stato spostato dalla direzione di Rai2.Le polemiche e le spaccature sono legate all’opposizione di governo. Niente di nuovo. I tre consiglieri Rai nominati dal Pd e dall’Udc sono usciti dal Cda prima del voto sulle nomine e hanno convocato una conferenza stampa per far conoscere la loro contrarietà. Una spaccatura nel Cda ma anche all’interno dell’opposizione, perché il presidente Paolo Garimberti è rimasto e ha votato "sì" insieme ai cinque consiglieri di maggioranza. I sei nomi erano stati proposti ai consiglieri, nei giorni scorsi, dal dg Masi. Già martedì erano emersi i dissensi dei consiglieri del Pd Van Straten e Rizzo Nervo, ai quali ieri si è aggiunto De Laurentiis. «Le nomine ratificano la dipendenza del Cda da fonti di nomina diverse da quelle del Cda stesso. A questo punto c’è una frattura nel Cda», hanno detto riferendosi all’incontro di maggioranza tenutosi un mese e mezzo fa a casa di Silvio Berlusconi. Rizzo Nervo ha aggiunto, anche riferendosi alla trattativa per il rinnovo del contratto con Sky, di essere pronto a intervenire presso gli organi di controllo «se mi accorgerò che è in pericolo l’interesse patrimoniale dell’azienda». Il commento del direttore generale è stato lapidario: «Mazza e Minzolini sono assoluti professionisti, non inquadrabili in termini diversi da quelli professionali. Sono soddisfatto del risultato ottenuto».Il presidente Garimberti ha lanciato una ciambella ai tre naufraghi e, in contemporanea, un segnale a Masi e alla maggioranza: «Spiace che si sia consumata una frattura. Auspico che il Cda torni compatto... Servono comportamenti e proposte condivise, per lavorare nel confronto e non nello scontro. Sul modello di organizzazione aziendale alcune critiche dei consiglieri che hanno lasciato i lavori sono condivisibili. Il mio voto sui quattro vice dg è dunque di fiducia condizionata. Ora Masi deve impegnarsi a presentare un piano organizzativo coerente con queste scelte. Raiuno e Tg1 le ritenevo delle urgenze e ho votato di conseguenza, nell’interesse aziendale». A questo riguardo la direzione generale ha fatto sapere che la prima riunione fra Masi e i suoi vice si terrà oggi, con l’obiettivo di «avviare la riorganizzazione aziendale, di cui proprio la nomina dei vice rappresenta il primo passo». Masi ha aggiunto: «Spero di ricomporre con le opposizioni».Il Cda ha deciso anche riguardo alla guida temporanea di Raidue e Tg2. L’interim della rete è stato lasciato al direttore uscente Marano, mentre il Tg al vicedirettore Mario De Scalzi. Il fatto è che, come accusa l’opposizione, per risolvere gli interim a Raiuno e Tg1 se ne sono creati altri due. L’idea iniziale era di riempire anche queste due caselle. Si dice sia stato Garimberti a tirare il freno. Il suo invito al dialogo si riferirebbe ai nomi scelti per quegli incarichi, anch’essi risalenti al citato incontro di Palazzo Grazioli. Resta da capire cosa accadrà se quei nomi, che Rizzo Nervo ha appositamente fatto mettere a verbale, dovessero essere riproposti nei prossimi Cda.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: