lunedì 22 settembre 2014
​Un ragazzo di 12 anni, affetto da autismo, ha rischiato di non partecipare all'incontro con Napolitano. Dopo le proteste della madre è stato accompagnato dalla vicepreside e ricevuto dal capo dello Stato.
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​Quando si dice che impuntarsi paga. E che per vedere riconosciuti i propri diritti quasi sempre bisogna lottare con le unghie e con i denti. Antonio è un ragazzo di dodici anni, affetto da autismo, che questa mattina ha potuto partecipare alla cerimonia Tutti a Scuola, organizzata al Quirinale per festeggiare l'inizio dell'anno scolastico, solo dopo le proteste, sacrosante, dei genitori. A fine giornata l'emozione più forte: insieme alla mamma è stato ricevuto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Lo racconta emozionata la stessa Lucia. La notizia arriva come il migliore degli happy end in una giornata iniziata nel peggiore dei modi. Dopo aver accompagnato il figlio a scuola, Lucia era stata chiamata alle 9.30 dalle insegnanti perchè la classe, un'ora dopo, sarebbe uscita per andare al Quirinale. Lei, però, era all'oscuro di tutto. "Il nome di Antonio era nella lista dei partecipanti - riferisce - ma l'insegnante di sostegno non sapeva nulla. Era disponibile ad accompagnarlo, ma solo fino alle 14.30, mentre la manifestazione si sarebbe conclusa alle 18.30. Non ho ritenuto opportuno andarlo a prendere nel bel mezzo della cerimonia , così sono andata a scuola e l'ho ripreso subito". Una volta a casa, con Antonio triste e arrabbiato per l'accaduto, Lucia cerca spiegazioni dalla preside, ma è solo grazie all'intervento degli altri genitori, tra cui i coniugi Sorrentino, che riesce a far valere le sue ragioni. Così la vicepreside in persona si offre di portare il ragazzo al Quirinale, dove in serata è stato ricevuto dal presidente della Repubblica. "Voglio raccontare al presidente Napolitano tutto quello che è accaduto oggi - sottolinea Lucia - perchè non succeda più, perchè ai nostri figli non sia più interdetto di partecipare a una cerimonia come questa. Se Antonio è riuscito a partecipare alla manifestazione, lo devo alla solidarietà delle altre famiglie, ma anche alla forza che ho trovato unendomi insieme ad altri genitori nel gruppo che sta portando avanti il progetto Insettopia. Non sempre, però, si ha la forza di lottare, quella di oggi è una storia a lieto fine, ma ce ne sono altre irrisolte. Non deve succedere mai più".
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