venerdì 1 dicembre 2017
Per il sacerdote sono scattate da tempo le sanzioni cautelari ed è stato condannato in primo grado con processo canonico alla riduzione allo stato laicale, ora è in corso l’appello.
Immagine simbolica (Olycom)

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Violenza sessuale aggravata su minori è l’accusa contestata a don Pio Guidolin, arrestato ieri a Catania. Secondo gli investigatori, il sacerdote – sospeso da tempo dall’Arcidiocesi – avrebbe sfruttato il ruolo di parroco nella chiesa di Santa Croce per approfittare di vari ragazzi, anche minori di 14 anni, che vivono nel popoloso quartiere di Villaggio Sant’Agata. In prevalenza si sarebbe trattato di giovanissimi provati da vicende personali, costretti a subire e compiere atti sessuali, talvolta con il cospargimento sul loro corpo di olio santo prelevato dalla chiesa.

Don Guidolin avrebbe attribuito a questi gesti una valenza spirituale, proponendoli ai ragazzi come "atti purificatori", in grado di lenire le loro sofferenze interiori. Una delle presunte vittime, però, avrebbe opposto resistenza e, quindi, rivelato gli abusi subiti; questo gli sarebbe costato l’isolamento dalla comunità di fedeli e l’accusa di avere calunniato don Pio.

Come se non bastasse, il parroco sospeso avrebbe minacciato i genitori dei minori abusati, dicendosi pronto a far intervenire esponenti della criminalità se non avessero desistito dal proposito di denunciare. Addirittura, un padre – poi denunciato per favoreggiamento personale – avrebbe contattato il sacerdote per informarlo delle indagini a suo carico, poco dopo che il figlio aveva reso "sommarie informazioni" agli inquirenti.

L’Arcidiocesi ha reso noto di avere già assunto «nei confronti di padre Pio Guidolin alcuni provvedimenti cautelari (allontanamento dalla parrocchia e collocazione in altra sede, privo di funzioni) e dato avvio a un processo canonico». In primo grado il sacerdote è stato condannato alla riduzione allo stato laicale, ora è in corso l’appello. Dall’Arcidiocesi vicinanza e solidarietà alle vittime e alle loro famiglie

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