sabato 5 maggio 2018
Strada in salita per un esecutivo di tregua, in attesa delle consultazioni di lunedì. Salvini ci riprova con una soluzione politica che non piace ai grillini. Spunta l'ipotesi di un governo elettorale
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

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Le strade continuano a correre in parallelo senza incrociarsi e il presidente della Repubblica guarda l'orologio. Ancora ventiquattro ore, poi il capo dello Stato sentirà per l'ultima volta le delegazioni dei partiti, convocate al Quirinale lunedì in ordine inverso (apriranno i 5 Stelle, seguiti dalla coalizione di centrodestra e dal Pd, fino ai partiti più piccoli). L'obiettivo è di sciogliere l'enigma governo entro martedì. Se infatti Sergio Mattarella non avrà verificato nessuna soluzione concreta, allora prenderà direttamente in mano la situazione. Per "concreta", ormai lo ha chiarito più volte, il presidente intende un governo che possa contare su una maggioranza certa in Parlamento. Ma anche il governo "utile" o "di tregua", evocato in questi giorni sul Colle, resta per ora incastrato nei veti incrociati di Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Il capo politico del Movimento pentastellato lo ha già bocciato in partenza. Piuttosto chiede, sapendo di non ottenerle, le elezioni il 24 giugno, giorno dei ballottaggi delle amministrative. Anche con il Rosatellum, perché quello della legge elettorale da rifare sarebbe solo un «pretesto» di Berlusconi e Renzi per governare insieme. Allo stato, insomma, anche leggendo attraverso le righe e in trasparenza alla ricerca di segnali distensivi, passi avanti non se ne vedono molti. Solo il centrodestra crede possibile un esecutivo a tempo, fino a fine anno, in grado per Salvini di far fronte alle emergenze e cambiare la legge elettorale. I 5 stelle, incassato il no del Pd e con il veto per Berlusconi sempre in piedi, vengono anzi risucchiati nuovamente sulle posizioni originarie da Beppe Grillo, che riparte dal referendum antieuro. Per non essere da meno, e non venire scavalcato dall'ala dura e pura, anche Di Maio – contaminato dalla farina governista dei due forni – torna a mostrare i muscoli: se lo si escluderà dal governo, dice, M5s
«a quel punto può chiamare in causa i cittadini in altri modi...». Un'immagine che ricorda la «passeggiata su Roma» minacciata da Salvini davanti all'accordo ricercato dai grillini con il Pd.


Tra marce, passeggiate e richiami, il rebus appare irrisolvibile politicamente. Ma un governo tecnico sembra inevitabile. Mattarella potrebbe cercare una personalità il più possibile "potabile" per Di Maio e Salvini, che pure hanno già anticipato il loro "no". E a sera circola l'ipotesi di un esecutivo dal profilo ancora più ridotto, solo "elettorale", ovvero destinato soltanto all'ordinaria amministrazione per poche settimane, prima delle elezioni. Una sottigliezza, ma non troppo, perché un conto è non far incassare la fiducia (eventualmente) a un governo di questo tipo, altro è far "sbattere" un vero governo del Presidente, che sarebbe comunque un'operazione avallata dal Quirinale e sostenuta da alcuni partiti.
Per il leader della Lega, Palazzo Chigi spetta «a chi ha vinto. Escludo qualsiasi tecnico alla Monti. E ribadisco l'invito a M5s a fare insieme un governo a tempo per fare poche cose e bene». E se non ci fosse un accordo dei 5 stelle per un governo a tempo fino a dicembre, continua Salvini, «allora rimane solo il voto, di più non posso fare, non posso fare miracoli. Manca solo che gli porto la colazione a letto». Ma anche il governo a cui pensa il leader leghista, pronto per un preincarico o a cedere lo scranno «anche a un non eletto» o a «un non leghista», appare molto lontano dalle indicazioni del Quirinale. Perché il segretario del Carroccio, al contrario di quanto aveva fatto Di Maio dopo il voto, resta fermo sulle sue posizioni. «Spero che tutti ci stiano – insiste –, perché piuttosto che avere un governo telecomandato da Bruxelles che per due anni ci massacra, penso che ai 5 stelle convenga un governo amico degli italiani e non nemico. Leggo nomi che sono dame di compagnia della Commissione Ue».

E qui il suo schema: un «governo a tempo fino a dicembre» per modificare la legge elettorale, scongiurare gli aumenti di Iva e accise, approvare la legge di stabilità preparare la cancellazione della legge Fornero e ristabilire la centralità degli interessi italiani in rapporto con le istituzioni dell'Ue». Comunque si tratterebbe di un esecutivo politico, senza il sostegno del Pd, che Salvini continua a rifiutare. «Dove c'è Renzi non ci sono io», insiste. Si tratta, quindi, dell'«ultima chance» per i grillini, chiamati a sedersi al tavolo senza preclusioni. Sulla modifica della legge elettorale, Salvini dice di avere in mente il «modello regionale» grazie al quale la sera stessa delle elezioni si sa chi è il vincitore. Ma aggiunge di non avere intenzione di passare l'estate a discutere di Rosatellum, e si dice pronto sia a un «premio di maggioranza alla coalizione, sia alla lista». La replica dei grillini arriva a stretto giro dal capogruppo Danilo Toninelli: «Salvini ha avuto la migliore occasione della sua vita per fare il governo, altro che di sei mesi, ma l'ha sprecata. Ha deciso di stare con il pluricondannato Berlusconi. Noi non facciamo governi balneari».

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