sabato 9 maggio 2020
In una commovente sequenza di foto e voce narrante parole di affetto e riconoscenza. L'iniziativa di Elena Improta, presidente dell'associazione Oltre lo sguardo
"Cara mamma, grazie... ": la poesia dei ragazzi disabili (eterni bambini)
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Puntuale, ogni anno, il loro regalo arriva sotto forma di “lavoretto”, quello che dall'asilo alle elementari i bambini compongono con difficoltà e amore per la loro mamma. Nei laboratori, con gli assistenti, i ragazzi disabili, eterni bambini, continuano a farne per gratificare le loro mamme, di cui sono figli amorevoli e allo stesso tempo inconsapevoli aguzzini.

Il lockdown dovuto alla pandemia ha squilibrato lo squilibrato mondo di chi vive di benefica routine, di impegni piccoli e grandi organizzati con difficoltà dalle famiglie. E ancora una volta le famiglie si sono rimboccate le maniche per andare avanti, in un'apnea solitaria ed infinita, in attesa di superare questo tragico momento in case spesso trasformate in galere. Aggrapparsi alle “cose buone” è stato un bisogno di sopravvivenza. Così nasce una delle tante iniziative, quella di Elena Improta, presidente dell'associazione Oltre lo sguardo (che copre il Lazio e la Toscana), che ha raggiunto la “Community sorelle di cuore”, il suo gruppo WhatsApp di madri con cui promuove piccole e grandi iniziative da anni, e ha chiesto alle mamme con cui condivide il fardello di figli disabili, di scrivere “la prima cosa che viene in mente ai vostri ragazzi se pensa alla sua mamma, una o due righe” che lei stessa ha assemblato, componendo una poesia in tempo di Covid.

Non tutti i ragazzi hanno ancora la mamma, ma il pensiero carico di amore, rabbia, paura è stato sintetizzato nella sequenza qui riportata, mantenendo l'anonimato dei singoli mini-autori. E dentro ci sta tutta l'ansia di questo periodo, in cui prevalentemente le mamme stanno fungendo da parafulmine alla rabbia dei disabili, che non comprendono il motivo di quanto sta colpendo il mondo intero. Perché per loro il mondo si ferma al confine del delicato equilibrio delle loro fragili esistenze.

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