giovedì 21 luglio 2016
Mentre cominciano a rientrare le salme delle vittime dell’eccidio sulla Promenade, l'Europol ha analizzato i dati sugli jihadisti 'fai-da-te', dai quali non emergerebbe un collegamento organico con il cosiddetto Stato islamico. Intanto, in vista di Rio, scatta un nuovo pericolo: «Colpite i giochi», è la parola d’ordine che arriva dal web.
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Non ci sono prove che gli autori degli attacchi solitari come quelli di Nizza o Würzburg siano direttamente legati a Daesh, piuttosto spesso ci sono problemi mentali. A dirlo è il Rapporto di Europol (l’agenzia Ue di coordinamento delle polizie degli stati membri) sul terrorismo nell’Unione Europea. Un rapporto che disegna il quadro di crescente minaccia, con cifre allarmanti: nel solo 2015 sono state 151 le persone uccise da attacchi di matrice jihadista, oltre 360 i feriti. Rispetto al 2014 si registra un’autentica impennata degli attacchi, da 4 a 17. Aumentati però anche gli arresti, da 395 nel 2014 a 687 nel 2015.  Europol scrive che «l’attentatore di Nizza soffriva di un serio disturbo psichiatrico ed era in trattamento», inoltre «recenti ricerche accademiche hanno rivelato che circa il 35% degli attentatori di attacchi solitari avvenuti tra il 2000 e il 2015 soffriva di qualche forma di disturbo mentale». Del resto anche «per un’ampia parte di “foreign fighter” (europei andati a combattere in Siria e Iraq, ndr) sono stati diagnosticati problemi mentali prima di unirsi a Daesh». L’organizzazione terroristica sa insomma poter fare particolarmente presa, anche solo indirettamente, su disadattati e squilibrati, sui quali, dice Europol, «l’ideologia potrebbe avere un effetto aggravante, portando a diverse scelte degli obiettivi e a un ampliamento delle dimensioni dell’attacco». Tutto serve alla propaganda di Daesh, che si attribuisce attenta- ti anche quando non è coinvolta, come a Nizza: «non vi sono prove – dice Europol – che l’attentatore si considerasse membro di Daesh». A Orlando in Florida, Magnaville in Francia e Würzburg in Germania, «ci sono indicazioni che gli attentatori erano sostenitori di Daesh, ma non si può stabilire con certezza il loro coinvolgimento reale nel gruppo». Certo è che «nessuno dei quattro attacchi sembra esser stato pianificato, sostenuto sul piano logistico o seguito direttamente da Daesh». Non ci sono solo i folli lupi solitari, d’altronde. I servizi segnalano ben 5.000 foreign fighters europei, molti dei quali sono rientrati e «l’addestramento e l’esperienza di combattimento ricevuti – avverte Europol – significa che avranno maggiori capacità di attuare attacchi, sia sotto la direzione di Daesh, sia indipendentemente ». Peggio, «numerosi jihadisti europei hanno importanti posizioni in Daesh ed è probabile che manterranno contatti con la rete terroristica nei paesi di origine». Questo porta Europol alla «valutazione che attacchi simili (a quelli di Parigi e Bruxelles ndr) possono esser realizzati nell’Ue nel prossimo futuro». Infine, c’è il fenomeno, in aumento, delle donne che si trasferiscono nel 'Califfato', sposano miliziani di Daesh e danno alla luce bambini. E «preoccupa – avverte il rapporto – la propaganda di Daesh che lascia pensare che i minori vengono addestrati per diventare la prossima generazione di combattenti». Al momento invece «non c’è alcuna concreta prova - scrive Europol - che i terroristi nei loro spostamenti usino sistematicamente il flusso di rifugiati per entrare in Europa senza farsi notare». La vasta maggioranza dei terroristi, del resto, è cittadino Ue. Ieri intanto 10 persone di Genova, che inneggiavano all’Isis e alla strage di Nizza sui loro profili social, sono state denunciate per apologia del terrorismo. E da Rio giunge una nuova minaccia. La galassia islamista ha rivolto un appello sul web ai “lupi solitari” invitandoli a recarsi in Brasile e a colpire durante i Giochi di Rio. Un sito jihadista legato all’Isis ha anche pubblicato un manuale con 17 diverse tecniche per compiere stragi negli aeroporti, sui mezzi di trasporto pubblici, su come prendere ostaggi, accoltellare e avvelenare. La denuncia è del Site, il gruppo di intelligence che monitora i siti del terrorismo islamista.

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