martedì 5 settembre 2017
La carriera non irreprensibile di D'Anguì. Sanzioni per 268mila euro
Multato già tre volte il banchiere che accusa Visco
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il grande accusatore di Ignazio Visco. Si chiama Pietro D’Aguì, faceva il banchiere come capo indiscusso di Banca Intermobiliare (Bim). Dopo che Bim è stata comprata da Veneto Banca e D’Aguì nel 2015 non è riuscito a riprendersela, ha presentato un esposto che ha determinato l’apertura di un’indagine sul governatore della Banca d’Italia. Il quale ha però ricevuto subito il pieno sostegno del premier Paolo Gentiloni, che gli ha ribadito «incondizionata fiducia », a due mesi dalla scadenza del mandato. Il punto è che D’Aguì non è un banchiere e un manager dalla condotta irreprensibile. Tra il 2007 e il 2013, infatti, è stato oggetto di ben tre sanzioni da parte della stessa Banca d’Italia che esercitava allora la funzione di vigilanza (oggi in capo alla Bce) e quindi ispezionava l’istituto che D’Aguì ha condotto come amministratore delegato dal 1998 al 2013 e che faceva riferimento, oltre che a lui, ad alcune famiglie eccellenti come i Segre, i De Benedetti, i Giovannone e Luca Cordero di Montezemolo.

Alcuni dei quali erano ricom-È parsi nella cordata del tentato riacquisto tramite Opa, stoppato non da Via Nazionale, ma dalla Bce che già nel giugno 2015 (quando D’Aguì era diventato vicepresidente della banca) esercitava la funzione di Vigilanza unica. Nel 2007 la prima multa a D’Aguì: solo 36mila euro nella sua qualità di amministratore delegato. Ma i rilievi contestati sono pesanti: 'carenze nell’organizzazione e nei controlli interni', 'violazione della normativa in materia di contenimento del rischio' e 'inesatte e omesse segnalazioni alla Centrale dei Rischi'.

La multa complessiva erogata a Bim fu di 345mila euro e colpì vari consiglieri, tra i quali Franca e Massimo Segre, Matteo Cordero di Montezemolo, Gianclaudio Giovannone e Carlo De Benedetti, che dal board Bim era uscito nel 2006. Nel 2010 il bis, con una multa complessiva al consiglio d’amministrazione e al collegio sindacale della banca di 321mila euro. D’Aguì viene sanzionato per 42mila euro e le contestazioni sono ancora 'carenze nell’organizzazione e nei controlli interni', oltre ad 'omesse/ inesatte comunicazioni all’Autorità di Vigilanza' e 'violazione della normativa in materia di concentrazione dei rischi'. Non c’è il due senza il tre. Il 3 dicembre 2013, a firma dello stesso Visco, arriva la maxistangata per la banca torinese con una multa complessiva di 1,14 milioni di euro. E questa volta il conto per l’amministratore delegato D’Aguì sale a 190.610 euro. Le accuse? 'Carenze nel processo del credito': 129.110 euro. 'Carenze nella gestione e nel controllo dei rischi aziendali': 37mila euro. Infine 'Posizioni ad andamento anomalo e previsioni di perdita non segnalate all’Autorità di Vigilanza': 24.500 euro.

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