venerdì 11 ottobre 2013
​L'ex capitano delle Ss era stato condannato all'ergastolo. Aveva cento anni. Il presidente Anpi: «Rispettiamo la persona di fronte alla morte, ma non possiamo dimenticare le vittime. È stato un criminale al servizio di una dittatura». L'ultima intervista-testamento: «Le camere a gas? Non ci sono prove».
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​È morto a Roma Erich Priebke, l'ex capitano delle Ss condannato all'ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine. Aveva 100 anni. Ne dà notizia il suo legale Paolo Giachini, affermando che egli ha lasciato come "ultimo lascito" un'intervista scritta e un video, "testamento umano e politico"."Rispettiamo la persona di fronte alla morte ma non possiamo dimenticare le vittime delle fosse Ardeatine. Erich Priebke è stato un criminale, al servizio di una dittatura sanguinaria". È questa la  dichiarazione a caldo del presidente dell'Anpi, l'Associazione nazionale partigiani, Carlo Smuraglia.Erich Priebke era nato a Hennigsdorf  il 29 luglio 1913. A 20 anni aderì al partito nazionalsocialista tedesco. Dopo la fine della guerra fuggì da un campo di prigionia vicino a Rimini e si rifugiò in Argentina. Fu estradato in Italia nel 1995 e al termine di un lungo processo, nel 1998, fu condannato all'ergastolo, ma vista l'età avanzata - aveva già 85 anni - fu mandato ai domiciliari. Nel 2009 aveva ottenuto il permesso di lasciare la sua casa."Erich Priebke muore oggi all'età di 100 anni. La dignità con cui ha sopportato la sua persecuzione ne fanno un esempio di coraggio, coerenza e lealtà". Con queste parole, che hanno provocato molte reazioni indignate, il legale di Erich Priebke, Paolo Giachini, ha annunciato la morte dell'ex capitano delle SSL'avvocato delle vittime: mai un pentimento"La morte di Priebke è certamente conseguenza della tarda età ma va sottolineato che questo uomo è arrivato fino a 100 anni senza mai mostrare non solo un segno di pentimento ma neanche di ripensamento per quello che ha fatto". È il ricordo dell'avvocato Giancarlo Maniga, difensore di numerose famiglie che si costituirono parte civile nel processo per il massacro delle Fosse Ardeatine. "In quel dibattimento - ha aggiunto Maniga - Priebke si difese dicendo di aver eseguito degli ordini e di aver agito coerentemente con la sua posizione di militare: possiamo dire che è rimasto sempre fedele a quel personaggio e non si è mai posto un legittimo dubbio". L'ultima intervista-testamento
"Io ho conosciuto personalmente i lager. L'ultima volta sono stato a Mauthausen nel maggio del 1944 a interrogare il figlio di Badoglio, Mario, per ordine di Himmler. Ho girato quel campo in lungo e in largo per due giorni. C'erano immense cucine in funzione per gli internati e all'interno anche un bordello per le loro esigenze. Niente camere a gas". È quanto scriveva Erich Priebke nella lunga intervista-testamento scritta in occasione dei suoi 100 anni. Sempre sulle camere a gas l'ex capitano delle Ss affermava:"A Norimberga sono state inventate un'infinità di accuse. Per quanto riguarda quella che nei campi di concentramento vi fossero camere a gas aspettiamo ancora le prove. Nei campi i detenuti lavoravano, molti uscivano dal lager per il lavoro e vi facevano ritorno la sera. Il bisogno di forza lavoro durante la guerra è incompatibile con la possibilità che allo stesso tempo in quel punto del campo vi fossero file di persone che andavano alla gasazione. L'attività di una camera a gas è invasiva nell'ambiente, terribilmente pericolosa anche al suo esterno, mortale. L'idea di mandare a morte milioni di persone in questo modo nello stesso luogo dove altri vivono e lavorano è pazzesco".
"In quegli anni terribili di guerra, rinchiudere nei lager popolazioni civili che rappresentavano un pericolo per la sicurezza nazionale era una cosa normale - dichiarava - Nell'ultimo conflitto lo hanno fatto sia i Russi che gli Usa. Questi ultimi in particolare con i cittadini americani di origine orientale".La strage delle ArdeatineAveva compiuto 100 anni il 29 luglio scorso Erik Priebke, il capitano delle Ss morto oggi e condannatoall'ergastolo nel 1998 per aver partecipato alla pianificazione e alla realizzazione dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, rappresaglia tedesca contro l'attentato di via Rasella. Nato a Hennigsdorf nel 1913, Priebke aderì a 20 anni al Partito Nazista dei Lavoratori Tedeschi. Heinrich Himmler lo fece entrare nelle SS e lo aiutò nella carriera all'interno dell'esercito tedesco, dove raggiunse il grado di capitano.
Nel 1942 divenne capo della sezione di Brescia della Gestapo. L'anno successivo si trasferì a Roma sotto il comando di Herbert Kappler. Dopo l'attacco partigiano che i Gruppi d'azione patriottica misero a segno contro il battaglione 'Bozen' in via Rasella a Roma, il 23 marzo 1944, Kappler lo coinvolse nel piano di organizzazione delle esecuzioni dei 335 ostaggi per vendicare i 33 morti tedeschi. Un eccidio che avvenne il giorno successivo alle Fosse Ardeatine, nelle cave di pozzolana situate due chilometri oltre Porta San Sebastiano. Con un colpo alla nuca vennero uccisi, secondo tempi calcolati e programmati con meticolosità, in circa cinque ore, dal primo pomeriggio alle 20, 335 persone di ogni età e di varia condizione sociale.
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