mercoledì 18 marzo 2020
Sono 20.000 le famiglie nella metropoli che hanno bisogno di questo aiuto. Tra loro anche colf, badanti, partite Iva, persone in cassa integrazione
Una volontaria del Banco Alimentare

Una volontaria del Banco Alimentare - Banco Alimentare

COMMENTA E CONDIVIDI

Prende forma l’iniziativa che il Comune, insieme al Terzo settore, sta portando avanti per essere al fianco di quei milanesi che potrebbero risentire più di altri degli effetti indiretti dell’emergenza sanitaria in atto. Due giorni fa il sindaco Beppe Sala ha annunciato che Palazzo Marino, insieme a Banco Alimentare e Caritas ambrosiana, sta attivando una filiera che consegni a casa cibo confezionato a chi non può permettersi di fare la spesa perché in difficoltà economica, magari acuita dalla perdita o dal ridimensionamento del lavoro, proprio a causa del coronavirus. E quindi colf, badanti, partite Iva, persone in cassa integrazione: si stima siano 20mila a Milano le famiglie nel bisogno.

Una volta al giorno potranno ricevere una busta con prodotti alimentari in scatola.

Ecco come funziona: le segnalazioni che riferiscono quali sono le famiglie più in difficoltà arrivano dalla Caritas ambrosiana che, attraverso i 130 centri d’ascolto sparsi sul territorio, è in contatto con chi necessita di aiuti. Riceveranno la spesa anche le famiglie seguite dall’assessorato alle Politiche sociali e da Banco Alimentare.

Il cibo, circa 7 tonnellate ogni giorno, ma ci sono buone ragioni per credere che aumenterà, è stoccato nel centro logistico di Banco Alimentare, a Muggiò: si tratta di pasta, riso, legumi, tonno, biscotti, passata di pomodoro, olio, sale, zucchero e, nel caso di famiglie con neonati, anche latte artificiale e omogeneizzati. Viene portato in sette hub temporanei che stanno nascendo, sparsi nei vari Municipi, perlopiù centri socio-ricreativi per anziani che in questi giorni sono chiusi.

Da qui partono e raggiungono le famiglie grazie al lavoro di 150 tra dipendenti comunali, operatori e volontari che sono stati formati e attrezzati e che sono addetti alle consegne. A loro disposizione, in ogni spazio, 130 mascherine, circa 300 paia di guanti, dispenser e flaconi di gel igienizzante.

Tutta l’operazione è resa possibile anche con l’aiuto di Fondazione Cariplo, Programma QuBì - La ricetta contro la povertà infantile, Coop Lombardia, Milano Ristorazione e Amat.

«Il Comune di Milano e le realtà del terzo settore si stanno attivando in tutti i modi possibili per dare una mano a chi si trova maggiormente in difficoltà in questo periodo, e per combattere la povertà alimentare – commentano la vicesindaco con delega alla Food policy, Anna Scavuzzo, e l’assessore alle Politiche sociali e abitative, Gabriele Rabaiotti –. Continuiamo a occuparci di cibo, bambini, famiglie e povertà anche in questo tempo così difficile, e lo facciamo con i nostri partner di sempre».

Questa prima settimana di attività permetterà di mettere a punto la logistica del sistema di consegne, inserendo nelle squadre altri operatori e dipendenti. Nel frattempo, il Comune sta anche distribuendo circa mille pasti al giorno alle persone prese in carico dai servizi sociali. Inoltre, contattando lo 020202 si possono ottenere informazioni sull’offerta e le iniziative dei privato sociale e delle aziende messe in campo per aiutare gli anziani e le fasce più colpite dall’emergenza sanitaria.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI