lunedì 25 giugno 2018
La proposta presentata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Da «chi sbarca in Italia, sbarca in Ue» alla Riforma di Dublino, passando per «quote d'ingresso per i migranti economici»
Ecco il piano dell'Italia in dieci punti
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I dieci punti della proposta italiana


1. Intensificare accordi e rapporti tra Unione europea e Paesi terzi da cui partono o transitano i migranti e investire in progetti. Ad esempio la Libia e il Niger, col cui aiuto abbiamo ridotto dell’80% le partenze dal 2008.


2. Centri di protezione internazionale nei Paesi di transito. Per valutare richieste di asilo e offrire assistenza giuridica ai migranti, anche al fine di rimpatri volontari. A questo scopo l’Ue deve lavorare con Unhcr e Oim. Perciò è urgente rifinanziare il Trust Fund Ue-Africa (che ha attualmente uno scoperto complessivo di 500 milioni di euro) che incide anche su contrasto a immigrazione illegale su frontiera Libia-Niger.


3. Rafforzare le frontiere esterne. L’Italia sta già sostenendo missioni Ue (EunaforMed Sophia e Joint Operation Themis) e supportando la Guardia costierra libica, occorre rafforzare queste iniziative.


4. Superare Dublino. Nato per altri scopi è ormai insufficiente. Solo il 7% dei migranti sono rifugiati. Senza intervenire adeguatamente rischiamo di perdere la possibilità di adottare uno strumento europeo veramente efficace. Il Sistema Comune Europeo d’Asilo oggi è fondato su un paradosso: i diritti vengono riconosciuti solo se le persone riescono a raggiungere l’Europa, poco importa a che prezzo.


5. Superare il criterio del Paese di primo arrivo. Chi sbarca in Italia, sbarca in Europa. Riaffermare responsabilità-solidarietà come binomio, non come dualismo. E’ in gioco Schengen.


6. Responsabilità comune tra i Stati membri sui naufraghi in mare. Non può ricadere tutto sui Paesi di primo arrivo. Superare il concetto di “attraversamento illegale” per le persone soccorse in mare e portate a terra a seguito di Sar. Bisogna scindere tra porto sicuro di sbarco e Stato competente ad esaminare richieste d’asilo. L’obbligo di salvataggio non può diventare obbligo di processare domande per conto di tutti.


7. L’Unione europea deve contrastare, con iniziative comuni e non affidate solo ai singoli Stati membri, la “tratta di esseri umani” e combattere le organizzazioni criminali che alimentano i traffici e le false illusioni di migranti.

8. Non possiamo portare tutti in Italia o Spagna. Occorrono centri di accoglienza in più Paesi europei per salvaguardare i diritti di chi arriva ed evitare problemi di ordine pubblico e di sovraffollamento.


9. Contrastare i movimenti secondari. Attuando principi precedenti , gli spostamenti intra-europei di rifugiati sarebbero meramente marginali. Così i movimenti secondari potranno diventare oggetto di intese tecniche tra Paesi maggiormente interessati.


10. Ogni Stato stabilisce quote d’ingresso dei migranti economici. E un principio che va rispettato, ma vanno previste adeguate contromisure finanziarie rispetto agli Stati che non si offrono di accogliere i rifugiati

Ma al mini-vertice di domenica l'Europa rimane divisa


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