mercoledì 6 giugno 2018
È il Massachusetts Institute of Technology (MIT) il migliore ateneo al mondo per il settimo anno consecutivo. Ma le istituzioni italiane crescono sempre più in qualità e ricerca
Il Politecnico di Milano migliore università italiana
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È il Massachusetts Institute of Technology (MIT) la migliore università al mondo per il settimo anno consecutivo, superando Harvard, che ha detenuto questo ambito titolo per sei edizioni. In Italia il miglior ateneo è il Politecnico di Milano mentre nella sfida tutta inglese per la prima volta Oxford supera Cambridge.

La conferma arriva dalla quindicesima edizione del QS World University Rankings. Il rapporto è stato pubblicato oggi da QS Quacquarelli Symonds, società globale di consulenza specializzata nell'analisi del settore universitario. Gli Stati Uniti mantengono le prime quattro posizioni che restano invariate rispetto alla scorsa edizione, mentre per la prima volta, Oxford (5 posto) supera Cambrigde (6 posto) e conquista il primato europeo. La novità è che per la prima volta una università cinese, Tsinghua University (17ma) entra tra le Top 20 al mondo. ma in verità la National University of Singapore (11ma) e la Nanyang Technological University (12ma) sono a un passo dal raggiungere la Top 10, segno che i centri di ricerca d'eccellenza e le «knowlege powerhouses» in Asia sono sempre più competitive.

Tra gli atenei italiani il Politecnico di Milano si conferma la migliore università Italiana per il quarto anno consecutivo, al 156° posto nella classifica mondiale. L'argento italiano va alla Scuola Superiore Sant'Anna Pisa (167ma), che balza in avanti di venticinque posizioni; sul podio anche la Scuola Normale Superiore di Pisa che ne guadagna diciassette, piazzandosi al 175° posto. Anche l'Università degli Studi di Bologna sale di otto posizioni, e si classifica 180ma.

Nella fascia Top 600, l'università italiana che cresce più significativamente rispetto allo scorso anno è l'Università degli Studi di Padova (249ma), che con un salto di 47 posizioni, è tra le migliori 250 al mondo. Questa ascesa è ascrivibile al progresso ottenuto in quattro dei sei indicatori che compongono il ranking. Una nota particolare merita il Politecnico di Torino (387), che perde ottanta posizioni per un declino in cinque dei sei indicatori. In realtà - spiegano i ricercatori che hanno messo a punto lo studio - la discesa é stata in gran parte determinata dall'avere incluso per la prima volta, nel conto del personale docente, gli Assegnisti di Ricerca, adeguandosi alla definizione di QS del «full-time equivalent staff».

Lo studio evidenzia inoltre che l'Italia è quarta in Europa per numero totale di università incluse nella classifica. Per numero di università tra le prime 200 al mondo, l'Italia è settima, a pari merito con il Belgio, tra le nazioni Europee, dopo Regno Unito, Germania, Olanda, Svizzera, Francia e Svezia.

«Quest'anno - ha commentato Ben Sowter, Direttore del Dipartimento di Ricerca di QS - 24 Università italiane su 30 migliorano nella considerazione della comunità accademica internazionale. E 25 migliorano nel criterio che misura l'impatto della ricerca. Sono trend positivi, specialmente considerando la competitività globale che cresce incessantemente. Se si considerano i singoli indicatori, le università italiane compaiono tra le prime cento in otto occasioni».

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