domenica 14 ottobre 2018
Le donazioni sono state sospese, in attesa dell’esito del ricorso presentato al tribunale di Milano. Martedì presidio davanti al Municipio, la sindaca: «Non ritiriamo il regolamento»
La protesta a Lodi

La protesta a Lodi

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Prima vittoria della macchina della solidarietà a Lodi contro la discriminazione alla mensa scolastica che lascia senza pasti i bambini stranieri. In poche ore la raccolta fondi messa in piedi dal Coordinamento Uguali Doveri raggiunge 60mila euro. Dunque almeno fino a dicembre 2018 sono garantiti i pasti per tutti. Ma le polemiche politiche non si fermano.

Con il contributo di oltre duemila persone, il Coordinamento Uguali Doveri, nato per offrire solidarietà alle famiglie straniere di Lodi in protesta contro il nuovo regolamento comunale che impedisce a centinaia di bambini stranieri di utilizzare la mensa e gli altri servizi, beneficiando di tariffe agevolate, ha raccolto 60mila euro. "Le domande di accesso - si legge in una nota del Coordinamento - agevolato ai servizi arrivate al Comune di Lodi da parte di persone non comunitarie sono state – al 1 ottobre – 316 di cui 177 per la mensa, 75 per lo scuolabus, 43 per pre e post scuola, 23 per asilo nido. Sulla base di queste domande possiamo stimare un fabbisogno teorico per sostenere l’accesso dei bambini ai servizi per l’intero anno scolastico – ossia fino a giugno 2019 – di circa 220.000 euro. Questo importo rappresenta la differenza fra quello che le famiglie sono obbligate a pagare per accedere con la tariffa massima, e quello che avrebbero diritto di pagare in assenza del regolamento discriminatorio".

IL RICORSO CIVILE AL TRIBUNALE DI MILANO: «REGOLAMENTO DISCRIMINATORIO»

Le donazioni però sono state per ora sospese, in attesa dell’esito del ricorso che è stato presentato al tribunale di Milano. Stefano Caserini, esponente della minoranza in Consiglio comunale a Lodi e componente del Coordinamento ha, infatti, affermato: «Noi tutte minoranze in consiglio comunale, con le associazioni Asgi e Naga, abbiamo promosso e stiamo sostenendo un ricorso non al Tar, come è stato erroneamente detto ma al tribunale di Milano contro il regolamento considerato ‘discriminatorio ai sensi del diritto nazionale e/o del diritto Ue’. Questo ricorso verrà analizzato - prosegue Caserini - in breve tempo e quindi la raccolta fondi è stata sospesa perché ci aspettiamo che il tribunale accolga il ricorso e blocchi il regolamento: fino a quel momento i fondi saranno sufficienti».

Mentre viene indetto per martedì 16 ottobre un presidio di protesta di 12 ore sotto il Municipio di Lodi, la sindaca di Lodi Sara Casanova ribadisce la sua linea: «il Regolamento rimane in vigore, la legge deve sempre valere per tutti». «Dispiace - aggiunge Casanova - che non tutti condividano il principio di equità che sta alla base di questa delibera, che vuole mettere italiani e stranieri nella stessa condizione di partenza per dimostrare redditi e beni posseduti, né il successivo impegno preso dall'Amministrazione nei confronti dei cittadini che sono nell'oggettiva impossibilità di presentare la documentazione richiesta». Va ricordato che nell'estate del 2017 la sindaca Sara Casanova – appena eletta con la Lega – firmò una delibera che modificava le regole per beneficiare delle tariffe agevolate per la mensa scolastica e l’autobus a partire dall'anno scolastico 2018-2019. La delibera prevede che i genitori nati fuori dall’Unione Europea debbano presentare una ulteriore documentazione che attesti la loro nullatenenza nel paese di origine (i bambini coinvolti sono quasi tutti nati in Italia).

PERCHÉ A LODI 300 BAMBINI STRANIERI SONO ESCLUSI DALLA MENSA SCOLASTICA?
Era cominciata con lo “sciopero” delle famiglie, che per i primi giorni non avevano mandato i figli a scuola in segno di protesta, è continuata con la mobilitazione di gruppi e associazioni, che hanno scritto una lettera aperta firmata da più di 150 persone e culminerà martedì con un presidio per l’intera giornata, sotto il Comune, promosso dal Coordinamento “Uguali doveri”.

A un mese dall’inizio del nuovo anno scolastico, continua a far rumore e a dividere la città, la vicenda del nuovo regolamento comunale di Lodi per l’accesso agevolato al servizio mensa e trasporto per gli alunni delle scuole materne ed elementari e per l’iscrizione all'asilo nido. Secondo le disposizioni volute dalla sindaca leghista Sara Casanova, per poter accedere ai servizi a costi agevolati, da quest’anno le famiglie extracomunitarie, oltre alla certificazione Isee, richiesta a tutti, devono presentare anche una documentazione delle autorità del Paese d’origine, che attesti la mancanza di beni mobili e immobili «eventualmente posseduti all'estero e non dichiarati in Italia».

Una documentazione che, a detta di molte ambasciate e consolati, è impossibile da produrre, con il risultato che, «su trecento domande presentate per la frequenza alla mensa, ne sono state accolte soltanto tre», ricorda Michele Merola, tra i promotori del Coordinamento “Uguali doveri”. Per tutti gli altri, scatta il collocamento nella fascia più alta, con una spesa di 5,50 euro al giorno a buono pasto. Un costo che tante famiglie non sono in grado di sostenere e vedono, quindi, i propri figli esclusi dal servizio mensa e costretti a portarsi il panino da casa da consumare in uno spazio separato dagli altri compagni. Per aiutare questi nuclei in difficoltà, è stata anche avviata una raccolta fondi.

LE REAZIONI DELLA POLITICA

"Quando si fa una delibera che, in modo conscio o inconscio, crea delle discriminazioni così importanti, si deve chiedere solamente scusa" ha dichiarato il presidente della Camera Roberto Fico, commentando il caso di Lodi."Se una delibera, con volontà o senza volontà, va a discriminare dei bambini - aggiunge Fico - per me questa è una politica sbagliata".

«Quello che sta accadendo a Lodi è disumano, una vergogna nazionale», scrive su Facebook l’ex premier Matteo Renzi. «Come fa ad addormentarsi sereno un sindaco che caccia bambini da una mensa scolastica?», gli fa eco su Twitter, il segretario del Partito Democratico, Maurizio Martina, mentre l’ex-sindaco di Lodi e parlamentare democratico, Lorenzo Guerini, accusa: «Si fa propaganda sulla pelle dei bambini». L’ex-presidente del Senato e leader di Leu, Pietro Grasso, dice di provare «rabbia per chi ha isolato quei poveri bambini», mentre la vice presidente della Camera, Mara Carfagna (Forza Italia), parla di «vicenda che rattrista tutti». La Lega, intanto, fa quadrato e difende la scelta della sindaca.

«Non devono esserci furbetti: tutti devono pagare, tutti devono essere trattati alla stessa maniera», dice il leader leghista e ministro dell’Interno, Matteo Salvini. «Il fatto che qualcuno, certamente non i bambini ma i genitori, che potrebbe pagare ritiene di non doverlo fare – aggiunge – rappresenta un insulto a genitori italiani e stranieri, che invece pagano quello che devono». Sul caso, che sta mettendo in forte difficoltà i dirigenti scolastici, costretti ad approntare in tutta fretta gli spazi per chi porta il pasto da casa, è intervenuto ieri anche il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti. «Sono certo – ha dichiarato – che si troveranno le giuste soluzioni che tengano insieme i diritti dei bambini e i doveri delle famiglie di rispettare le modalità di accesso ai servizi. Sono pronto a incontrare il sindaco, se necessario, per affrontare insieme a lei la questione. Sono sicuro che il primo cittadino di Lodi conosce bene la propria realtà».

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