giovedì 19 gennaio 2017
Continua senza sosta il lavoro dei soccorritori tra le macerie e la neve. Mattarella e Gentiloni: ora serve unità. Galantino: il Papa costantemente informato.
L'interno dell'hotel distrutto dalla valanga

L'interno dell'hotel distrutto dalla valanga

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La neve e le forti scosse di terremoto tengono in ginocchio il Centro Italia. E il giorno dopo quello che sembrava uno sciame sismico tutto sommato innocuo si concretizza la tragedia di Farindola, in provincia di Pescara, ai piedi del Gran Sasso, dove un albergo è stato travolto da una valanga nel pomeriggio di ieri. Ci sono decine di dispersi e man mano che passano le ore la speranza di trovare qualcuno in vita si affievolisce. I soccorritori solo stamattina sono riusciti ad entrare nell'hotel Rigopiano; nella struttura c'erano una trentina di persone, 22 ospiti e 7 componenti dello staff. Attorno alle 9,30 i soccorritori hanno estratto dalla neve la prima vittima, poi alle 13.30 altre due persone. Al lavoro ci sono 135 persone, ma le condizioni sono proibitive. In serata i morti accertati erano quattro.

CHI SONO LE VITTIME E I DISPERSI

Soccorsi difficili, ambulanze bloccate dalla neve

l mezzi di soccorso, comprese le ambulanze, diretti all'hotel Rigopiano sono stati bloccati nella notte da una bufera di neve, ma una avanscoperta sugli scii è riuscita a raggiungere la struttura in piena notte. Solo al mattino il convoglio con i soccorsi è arrivato all'hotel e ha fatto ripartire la turbina spalaneve.

Nell'hotel una trentina di dispersi

"Ci sono tanti morti" ha detto all'Ansa Antonio Crocetta, uno dei capi del Soccorso alpino abruzzese che da ieri sera si è messo in marcia con gli sci insieme agli altri per raggiungere l'Hotel Rigopiano. Gli uomini del soccorso alpino riferiscono che la slavina che ha travolto l'hotel Rigopiano si è staccata dalla montagna molto probabilmente a causa delle scosse di terremoto di ieri mattina. "La valanga è immensa", confermano i soccorritori. "Chiamiamo ad alta voce ma nessuno risponde", raccontano. Lo scenario viene descritto apocalittico: "un tragico miscuglio tra un terremoto e una valanga".

Il video della Guardia di Finanza: l'arrivo dei soccorritori

Uno dei due sopravvissuti: sotto le macerie mia moglie e i miei figli

"Sono salvo perché ero andato a prendere una cosa in automobile". È quanto ha riferito ai medici Giampaolo Parete, 38 anni, che ieri ha lanciato l'allarme per la valanga che ha travolto l'hotel Rigopiano. La moglie e i due figli di Parete sono sotto le macerie dell'albergo. "È arrivata la valanga - ha detto ancora ai sanitari il 38enne, ricoverato in Rianimazione - sono stato sommerso dalla neve, ma sono riuscito a uscire. L'auto non è stata sepolta e quindi ho atteso lì l'arrivo dei soccorsi".


La testimonianza: gli ospiti volevano andare via

"Ieri sera ho ricevuto la chiamata di Giampiero alle 17.40. Mi chiedeva aiuto disperatamente. Diceva è caduto, è caduto l'albergo. Mi sono attivato subito, ho chiamato i soccorsi. A riferirlo a Skynews24 è Quintino Marcella, ristoratore e datore di lavoro di uno dei superstiti della valanga sull'hotel Rigopiano. "Ho contattato tutti i numeri possibili - dice Quintino - ma nessuno ha preso per buono quello che ho detto. Giampiero - dice ancora - e tutti gli ospiti dell'albergo avevano pagato e avevano raggiunto la hall pronti per ripartire non appena sarebbe arrivato lo spazzaneve. Avevano detto che sarebbe arrivato alle 15, ma l'arrivo è stato posticipato alle 19. Avevano preparato già le valigie. Tutto i clienti volevano andare via".
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80 scosse in una sola giornata

Critica la situazione anche nel resto dell'Abruzzo. Un uomo è morto sotto un edificio crollato nel Teramano, mentre un altro risulta disperso per una slavina nell'Aquilano. Proseguono intanto le scosse di terremoto, dopo le quattro di magnitudo superiore a 5 registrate ieri: dalla mezzanotte ne sono state registrate oltre 80 (considerando solo quelle di magnitudo non inferiore a 2), tra cui 2 di magnitudo 3.5. A causa del maltempo risultano disalimentate 98 mila utenze elettriche in Abruzzo e 14 mila nelle Marche.



Curcio (Protezione civile): dal 24 agosto non si è perso un minuto

"Chi vuole sollevare polemiche su ipotetici ritardi lanciando accuse vuol dire che non ha capito come funziona il sistema nazionale di protezione civile. Chi avanza inutili critiche non ha forse capito che sta attaccando il Sistema Paese". Così il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, commentando varie dichiarazioni di diversi esponenti rilasciate agli organi di informazione. "Ci sono migliaia di operatori che stanno intervenendo in condizioni proibitive, mettendo a rischio la loro stessa vita per cercare di portare soccorso e assistenza ai cittadini. Dal 24 agosto ad oggi nessuno ha risparmiato energie per affrontare i problemi e trovare delle soluzioni. Non si può non riconoscere l'oggettiva situazione di criticità, con due eventi - maltempo e terremoto - che sommati sullo stesso territorio hanno reso la situazione estremamente complicata.

Gentiloni: istituzioni mobilitate. Mattarella: ringrazio i soccorritori

Il premier Paolo Gentiloni è arrivato a Rieti verso mezzogiorno, nel quartier generale della Protezione civile, per fare il punto sulla situazione. Si è creata una "tenaglia senza precedenti" tra terremoto e maltempo e "di fronte a questa morsa tutte le istituzioni dello Stato si sono mobilitate, civile e militari. Ringrazio per la loro abnegazione i soccorritori. Nessuno sforzo viene risparmiato", in queste ore per aiutare le popolazioni del Ccentro Italia; lo ha detto il Capo dello Stato Sergio Mattarella.

Galantino: il Papa informato costantemente, 7 milioni dall'8 per mille

"In questo momento bisogna anche evitare le colpevolizzazioni. La situazione è oggettivamente difficile". Così Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, sulla sciagura dell'Hotel Rigopiano. "Ho parlato con i vescovi delle zone interessate - ha spiegato - e mi dicono che il problema in questo momento non è il terremoto. Il problema è la neve". "Il Papa è informato, è informatissimo sulla situazione. Lui stesso ci chiama, e chiama anche le realtà locali, per sapere come vanno le cose nelle zone colpite dal terremoto" ha detto Galantino. Il segretario generale della Cei ha spiegato che sono 7 milioni e 200mila i fondi dell’ 8xmille stanziati, “300mila a disposizione di ogni diocesi ancora prima di questa nevicata per mettere al sicuro strutture ecclesiali e per creare in ogni paese almeno un luogo non solo di culto, ma di socializzazione secondo queste priorità: persone, attività produttive, luoghi di socializzazione, chiese”.

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