sabato 1 aprile 2023
Due le sentenze della Cassazione sull’argomento. Il professore Portelli: «I soldati del “Bozen” non erano musicisti, lo si disse perché cantavano marciando, ma erano ben armati»
Un' immagine d' epoca di via Rasella a Roma

Un' immagine d' epoca di via Rasella a Roma - ARCHIVIO ANSA

COMMENTA E CONDIVIDI

Molto si è discusso negli anni sull’attentato di via Rasella, a Roma, del 23 marzo 1944 e delle sue tragiche conseguenze. Il tema emerse con forza anche durante i processi militari a Erich Priebke (celebrati nella Capitale tra il 1996 e il 1998), il capitano delle SS che materialmente compilò la lista degli uomini mandati a morte alle Fosse Ardeatine come rappresaglia per i 33 nazisti uccisi nell’attentato partigiano: nella feroce proporzione di 1 a 10, sarebbero dovuti morire 330 tra cittadini di religione ebraica, partigiani, antifascisti, ma alla fine Priebke, il suo comandante Herbert Kappler e il maggiore Karl Hass ne fecero fucilare 335. Hass fu condannato all’ergastolo con Priebke solo nel 1998, Kappler già nel 1948 ma nel 1977 riuscì a evadere dall’ospedale militare romano del Celio dove era stato trasferito dal carcere di Gaeta perché malato. Proprio durante il primo processo a Priebke, alcuni or di stampa presero a descrivere l’azione di via Rasella in maniera assai simile a quella del presidente del Senato Ignazio La Russa: una sorta di agguato a un gruppo di anziani militari pressoché inoffensivi e quasi disarmati.

Ma due sentenze civili della Corte di Cassazione, una del 2007 e una del 2009, hanno stabilito che l’azione dei Gap fu «un legittimo atto di guerra rivolto contro un esercito straniero occupante e diretto a colpire unicamente dei militari» e che quei partigiani « non furono massacratori di civili». Non diverso, del resto, è il giudizio prevalente degli storici. Di certo, il terzo Battaglione Bozen (Bolzano) che fu il bersaglio dell’attentato di via Rasella non era «una banda musicale di semi-pensionati», bensì parte di un Polizeiregiment, un corpo di po-lizia militare.

La questione dei musicisti sarebbe frutto di un equivoco tramandato negli anni, non si sa bene se in buona fede o meno. Lo ha spiegato ieri all’agenzia Agi il professor Alessandro Portelli, già ordinario alla Sapienza di Roma e autore del volume L’ ordine è già stato eseguito sul massacro delle Fosse Ardeatine: « La voce che si trattasse di una banda musicale era girata per il ricordo che avevano alcuni bambini della zona, i quali dissero che, mentre marciavano, i soldati cantavano. Ma invece erano ben armati tanto che l’esplosione fu violenta anche a causa delle bombe a mano che i soldati avevano addosso. Il battaglione faceva quel tragitto di via Rasella quotidianamente per raggiugere il Flaminio dove si addestrava e poi fagani ceva rientro verso il Quirinale». Insomma, per dirla con Andrea Di Michele, ordinario di Storia contemporanea alla libera Università di Bolzano interpellato dall’Ansa, non si trattava di «un’innocua formazione di vecchietti». In effetti, l’età media dei nazisti uccisi in quell’attentato era di 33 anni: il più giovane aveva 28 anni, il più anziano 42.

«Il presidente del Senato - sottolinea ancora Portelli - per la sua funzione, è anche custode dell’Archivio Rosario Bentivegna, il partigiano protagonista dell’azione di via Rasella. Quindi ha gli strumenti per informarsi ». Scoprirebbe, secondo il ricercatore e storico della Resistenza Santo Peli, di aver fatto «un’affermazione priva di fondamento, perché è noto che si trattava non di musicanti, ma di un battaglione di soldati in addestramento ». Il Polizeiregiment Bozen fu istituito nel 1943 dai nazisti in Alto Adige: la truppa era composta da militari altoatesini, gli ufficiali erano invece tedeschi. Il terzo battaglione era stato inviato a Roma con compiti di sorveglianza nel corso dell’occupazione tedesca della Capitale. Il Bozen faceva parte a tutti gli effetti delle forze di polizia militarizzate della Germania nazista, l’Ordnungspolizei, che sin dal 1936 erano subordinate al comando delle SS dopo che il capo di queste ultime, Heinrich Himmler, era stato nominato anche capo della polizia.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: