giovedì 10 giugno 2021
Confiscato al clan Fasciani, offre agevolazioni e servizi a anziani e famiglie. Ma ha dovuto pagare al Demanio 70mila euro all'anno. Ottenuto lo sconto del 90%, ora può ampliare i progetti
Lo stabilimento balneare Village di Ostia, confiscato al clan Fasciani

Lo stabilimento balneare Village di Ostia, confiscato al clan Fasciani - Su concessione dell'amministratore giudiziario

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Riparte la stagione balneare allo stabilimento Village di Ostia. Ed è una nuova vittoria della legalità e della concreta azione contro le mafie del litorale romano. Ma anche contro gli ostacoli burocratici. Perchè il Village, sul Lungomare Toscanelli, era del clan Fasciani, la prima cosca romana condannata definitivamente per associazione mafiosa. Era la loro base logistica, simbolo del potere, locale in, frequentato dalla gente bene non solo di Ostia. Confiscato nel 2016, dà lavoro pulito e promuove iniziative sociali, culturali, ricreative. Ad aprile 2019 è stato dato in gestione per 4 anni alla Fondazione Senior Italia che ha promosso tante iniziative, soprattutto per anziani e famiglie con prezzi agevolati. Malgrado pesanti difficoltà economiche, provocate da norme assurde e da una burocrazia ottusa. Il Village, infatti, era costretto a pagare 70mila euro l’anno di concessione demaniale. Come tutti gli altri stabilimenti. Inutili gli sforzi dell’amministratore giudiziario, Angelo Oliva. “Ho spiegato al Demanio il valore della confisca, il coraggio di chi accetta di gestire questi beni, il valore sociale di quello che fanno. Inutile. Per il Demanio è un’attività a fini di lucro e devono pagare. Ma non credo che i Fasciani pagassero...”.

Lo stabilimento balneare Village di Ostia, confiscato al clan Fasciani

Lo stabilimento balneare Village di Ostia, confiscato al clan Fasciani - Su concessione dell'amministratore giudiziario

Eppure i risultati si vedono. coi mafiosi i dipendenti erano 30 e senza contratto, oggi sono 35, tutti in regola, giovani, più della metà di Ostia. Lo scorso anno col lockdown è stato tutto molto complicato, ma quest’anno dovrebbe andare molto meglio. Tutti esauriti gli abbonamenti per le 49 cabine, tutte con acqua calda (“I Fasciani se lo potevano permettere grazie ai ricchissimi guadagni con la droga”, ricorda Oliva). E appena l’ottimo ristorante andrà a pieno regime, i dipendenti potranno crescere fino a 45-50. Perchè quest’anno si è riusciti a superare il problema del canone demaniale. Infatti la Fondazione è diventata una Onlus, la Senior Italia Foundation Onlus. riuscendo ad avere uno sconto di quasi il 90%. Ora pagherà solo 8mila euro l’anno e quanto risparmiato sarà utilizzato a fini sociali, soprattutto per gli anziani, che è la sua vera identità. “Quella di “villaggio” aperto a tutti, facendone sempre più non solo un simbolo di legalità, ma anche un luogo di aggregazione, in particolare attraverso l’agevolazione dell’accesso allo stesso dei frequentatori dei centri anziani, associazioni, dopolavori e circoli ricreativi, in modo da offrire a tutti la possibilità di benessere e attività balneari”.

Un programma che oltre alle agevolazioni, prevede un progetto culturale, aperto a tutti, con la presentazione di libri ogni venerdì, e uno Sportello d’ascolto per la terza età, con la presenza di una psicologa e di operatori. In collaborazione con la Pro Loco Ostia e l’associazione “Observo”, proseguità in autunno con l’affiancamento di un “Call Center H24” per assistere gli anziani in ogni loro necessità, dall’assistenza legale a quella fiscale, fino a quella antiusura, piaga di Ostia, proprio in mano ai clan mafiosi. Infine nascerà uno studio medico sociale dedicato agli anziani meno abbienti iscritti ai Centri sociali. Legalità, salute e bellezza. Perchè il Village è davvero bellissimo. Dalle ampie vetrate del grande ristorante osserviamo un tramonto da urlo, tra voli di gabbiani e riflessi di fuoco sulle onde. E poi la lunga spiaggia, i giardini, i grandi capanni, il punto ristoro a pochi metri dalla battigia. I Fasciani sapevano come spendere i loro soldi, illegali, e come guadagnarci altri soldi. Ora non più. E dopo gli avvicinamenti dei primi mesi ora non si fanno più vedere. “Era il loro bancomat. Ma ormai lo danno per perso”, sottolinea Oliva. Qui davvero la mafia ha perso e anche la burocrazia.

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