lunedì 12 maggio 2025
Avevano appena 2 anni. Anche un adulto tra le vittime di un gommone alla deriva al largo di Lampedusa. Sarebbero morti di fame e di sete. Save the Children: «Morti per indifferenza»
Le operazioni di recupero e salvataggio da parte della nave ong Nadir di un gruppo di migranti che erano su un gommone alla deriva al largo di Lampedusa

Le operazioni di recupero e salvataggio da parte della nave ong Nadir di un gruppo di migranti che erano su un gommone alla deriva al largo di Lampedusa - ANSA

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Ancora una tragedia al largo di Lampedusa. Due bambini, di appena 2 anni, sono stati trovati senza vita, insieme con il corpo esanime di un trentenne. Sarebbero morti di fame e di sete mentre erano a bordo di un gommone di 8 metri, salpato mercoledì scorso da Zawia in Libia, assieme ad altre 57 persone, rimasto alla deriva fino a quando sono stati soccorsi dalla nave della ong Nadir su segnalazione di Frontex. Sotto choc i genitori; padre e madre di uno dei bimbi si trovano nell’hot spot di Lampedusa, dove c'è anche la mamma della seconda piccola vittima; i tre sono assistiti dalla Croce Rossa. «È intollerabile continuare questa conta senza fine di bambini morti per la nostra indifferenza. Pensare che due piccole vite sono stata spezzata a causa della fame e della sete a due passi di quella che avrebbe dovuto essere la terra dove poter crescere, è inaccettabile. Così come non è pensabile che oggi delle madri potranno abbracciare solo il proprio dolore», commenta Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children.

Tra i superstiti ci sono 13 donne e due minori di Gambia, Ghana, Niger, Sierra Leone, Nigeria e Togo; sei di loro sono stati portati al poliambulatorio dell’isola per ustioni sul corpo. Ai soccorritori hanno riferito che durante la traversata, in acque Sar maltesi, un uomo si sarebbe gettato in acqua per cercare refrigerio, forse aveva delle ustioni procurate dal contatto con il carburante, e a causa del mare agitato non sarebbe riuscito più a risalire sul gommone. «È sempre difficile, davanti a notizie come queste, trovare parole adeguate. Tre vite sono state spezzate in un viaggio che avrebbe dovuto dare loro la speranza di un futuro migliore, lontano da pericoli e difficoltà. Questa vicenda ci tocca tutti e ci spinge ancora di più a donare noi stessi, tutto ciò di cui siamo capaci, per dare umanità a chi, invece, quel viaggio è riuscito a portarlo a termine, non senza difficoltà», afferma Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa Italiana.

E intanto a Lampedusa sono sbarcati altri 236 migranti a bordo di tre diverse imbarcazioni. A soccorrerli sono state le motovedette Cp312 e Cp319 della guardia costiera e una unità dell'assetto Frontex. Sul primo barcone di 12 metri c’erano 82 afghani, bengalesi, egiziani, eritrei e sudanesi; sul secondo erano in 49 (5 donne e 1 minore) egiziani, eritrei, etiopi e sudanesi e sul terzo 105 persone (16 donne e 9 minori) egiziani, eritrei, etiopi, somali e sudanesi. I migranti hanno riferito d'essere partiti da Sabratha e da Zawiya in Libia dopo aver pagato da 2.500 a 5mila dollari a testa. Tutti, così come i 57 soccorsi dalla ong Nadir, sono stati portati nell’hotspot di contrada Imbriacola dove al momento ci sono 470 ospiti. «Non è più il momento degli alibi, è il momento dell'azione: rinnoviamo l’appello per l’attivazione di un sistema coordinato e strutturato di ricerca e soccorso in mare per salvare vite umane, agendo nel rispetto dei principi internazionali, e per l’apertura di canali regolari e sicuri per raggiungere l'Europa», reagisce Save The children. Dal 2014, sono quasi 32mila le persone morte o disperse nel Mediterraneo, nel tentativo di raggiungere l’Europa, 500 solo dall'inizio del 2025. Molte di loro erano bambini e adolescenti.

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