venerdì 17 gennaio 2025
La rettrice, Elena Beccalli all'inaugurazione dell'Anno Accademico lancia il Piano Africa. La prolusione del Nobel per la pace 2011 Gbowee e dell'economista Aryeetey
La rettrice Beccalli all'inaugurazione dell'Università Cattolica

La rettrice Beccalli all'inaugurazione dell'Università Cattolica - ANSA

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L’università come una grande “famiglia”. Cioè un «organismo che necessita di una cooperazione tra le diverse sensibilità che la animano». Un luogo nel quale gli studenti «devono vivere pienamente l’esperienza universitaria nelle aule, nei collegi e in tutti gli spazi di cui potete usufruire, attraverso un confronto costante tra di voi e con i docenti in quella che è la nostra comunità educante». Sceglie di rivolgersi in primo luogo agli studenti e alle studentesse, il rettore Elena Beccalli nel suo discorso per l’apertura dell’Anno accademico 2024/25 dell’Università Cattolica, il primo del suo mandato rettorale iniziato lo scorso 1 luglio. Un Anno accademico dal tono internazionale e con lo sguardo rivolto all’Africa. Infatti, la prolusione è stata affidata a Leymah Gbowee, premio Nobel per la pace 2011 e al professor Ernst Aryeetey economista dell’Università del Ghana e segretario emerito dell’African Research Universities alliance. «La valorizzazione della proiezione internazionale – ha sottolineato il rettore – è un tratto che ha caratterizzato in maniera particolare l’anno accademico appena trascorso», con un aumento del 18% degli studenti internazionali iscritti in Cattolica. Del resto «se dovessi riassumere l’essenza delle linee programmatiche del mio mandato rettorale ricorrerei alla formula secondo cui l’Università Cattolica deve essere la migliore università per il mondo, non semplicemente del mondo».
Ecco allora il primo banco di prova rappresentato dal “Piano Africa”, che «mira a porre il continente africano al cuore delle progettualità educative, di ricerca e di terza missione”, ampliando i percorsi di formazione di giovani africani in loco e nel nostro Paese”. La professoressa Beccali non nasconde “l’aspirazione di far diventare la Cattolica l’ateneo europeo con la più rilevante presenza in Africa, attraverso partnership con atenei e istituzioni locali, nell’ottica di un arricchimento vicendevole per la formazione integrale delle persone e la promozione della fratellanza e della pacifica convivenza sociale». Un Piano che intende consolidare studi e progetti educativi – sono ben 123 progetti attivi in 40 nazioni africane -, frutto di una collaborazione continua e proficua, di accordi e di alleanze con università, istituzioni, imprese e comunità locali. «L’impegno che ci assumiamo è proseguire e potenziare le iniziative con l’Africa in stretta sinergia con le realtà che già vi operano, da quelle cattoliche a quelle internazionalmente riconosciute come Unesco e Fao» ha sottolineato con forza il rettore Beccalli.

Da sinistra Beccalli, Gbowee e Aryeetey

Da sinistra Beccalli, Gbowee e Aryeetey - Ansa

Obiettivi alti e prestigiosi, che richiedono anche una Università Cattolica che sappia «evitare il rischio di essere una istituzione dalla cultura seduta, di una sapienza che si è sistemata, in una situazione un po’ noiosa, un po’ impopolare», che rappresenta una situazione di comodo, magari con «una burocrazia che invece di essere d’aiuto diventi occasione d’inciampo», ha sottolineato nella sua omelia l’arcivescovo di Milano Mario Delpini durante la Messa d’inaugurazione dell’Anno nella Basilica di Sant’Ambrogio, concelebrata con l’assistente ecclesiastico generale, il vescovo Claudio Giuliodori. Un invito ribadito poco dopo da Delpini nel suo saluto in qualità di presidente dell’Istituto Toniolo, ente fondatore dell’ateneo dei cattolici.
Si apre, dunque, per l’Università Cattolica un anno impegnativo per affrontare le sfide interne a partire dalla gestione dell’intelligenza artificiale e il suo utilizzo nella didattica, sottolinea il rettore Beccalli che lancia un «Patto educativo per le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale, che dovrà coinvolgere studenti, ricercatori, attori istituzionali e società civile». E aggiunge: «L’Università Cattolica è il luogo ideale per far dialogare le discipline umanistiche e sociali con l’intelligenza artificiale attraverso corsi rivolti a studenti, come anche a sviluppatori e fruitori della stessa». Il “Piano Africa” ne diventa un primo banco di prova, che il ministro dell’Università Anna Maria Bernini nel suo intervento ha lodato, ringraziando l’Università Cattolica per la lungimiranza di aver messo “insieme intelligenza artificiale e sviluppo dell’Africa”. Del resto, ha sottolineato il ministro, «l’intelligenza artificiale è una realtà presente che dobbiamo decidere se subire, accompagnare o, meglio, governare. E l’umanesimo è un ottimo strumento per governarla».

La Messa celebrata dall'arcivescovo Delpini per l'inaugurazione dell'Anno Accademico della Cattolica

La Messa celebrata dall'arcivescovo Delpini per l'inaugurazione dell'Anno Accademico della Cattolica - Fotogramma

A richiamare tutti alle difficoltà che un simile approccio educativo può trovare proprio nel continente africano è stata il Nobel per la pace Leymah Gbowee nel suo intervento a braccio. Raccontando della sua esperienza sul campo ha sottolineato le numerose difficoltà di una campagna di educazione, che è uno strumento di riscatto sociale: «è importante proporre delle partnership con l’Africa ma non dimenticate che serve un approccio a 360 gradi che tenga conto di tutti gli aspetti che rendono complesso l’istruzione delle giovani generazioni. Ignorarle sarebbe portare all’insuccesso i progetti». Uno scenario confermato anche dall’economista Ernest Aryeetey, che ha sottolineato come ci vorranno moltissimi anni per dare una risposta occupazionale ai giovani africani nei loro paesi. «Continuo a spiegarlo ai leader politici locali» ha aggiunto, fornendo dati davvero preoccupanti, come il 50% dei giovani sudafricani privo di occupazione. «Eppure gli atenei africani hanno ben compreso la necessità di un approccio imprenditoriale e professionalizzante per dare una svolta alla situazione» ha detto l’economista ghanese. Testimonianze seguite con grande attenzione dalla platea dell’Aula Magna dell’Università Cattolica, ottimi e importanti suggerimenti per rendere il “Piano Africa” un’occasione di crescita per l’intero continente.


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