Massimo Battista - .
La sua battaglia contro le emissioni del siderurgico era iniziata molti anni prima di scoprire la malattia. Massimo Battista, 51 anni, ex operaio Ilva, consigliere comunale, uno dei volti più rappresentativi della lotta contro l’inquinamento prodotto dalla fabbrica, di cui chiedeva la chiusura senza se e senza ma, è morto ieri, consumato da un tumore, come tutti quelli per cui chiedeva giustizia.
Oggi a Taranto è lutto cittadino. Bandiera a mezz’asta per tutta la giornata fuori dal municipio e un minuto di silenzio alle 16.30, in concomitanza con le esequie nella Cattedrale Gran Madre di Dio.
Ex sindacalista, insieme a un manipolo di altri operai e cittadini, il 2 agosto del 2012 con un “treruote” fece irruzione in piazza della Vittoria, durante la manifestazione indetta proprio dai sindacati confederali nazionali, a pochi giorni dal sequestro dell’area a caldo dell’ex Ilva per disastro ambientale. Nacque così il Comitato dei cittadini e lavoratori liberi e pensanti, di cui Battista fu tra i fondatori. Insieme a lui, spalla a spalla dal primo momento, l’attore e regista Michele Riondino, con cui pensò ad un grande concerto che facesse scoprire il dramma della città: l’Uno Maggio libero e pensante. Un evento che dal 2013 ad oggi ha portato in città centinaia di artisti.
Nel 2017 la prima esperienza come consigliere comunale nel Movimento Cinque Stelle, da cui però, un anno dopo, prese le distanze proprio per divergenze sull’ex Ilva, dichiarandosi indipendente. Alle amministrative del giugno 2022 la candidatura a sindaco, sostenuto da tre liste civiche, che gli fece ottenere nuovamente lo scranno in consiglio comunale. L’ultimo atto del suo mandato, qualche giorno fa, in condizioni ormai gravi, collegato da remoto per intervenire con un filo di voce in Commissione Servizi e Ambiente del Comune in occasione dell’audizione della pediatra Annamaria Moschetti sul dossier che mette in relazione l’aumento dei casi di autismo nei bambini di Taranto alla loro nascita nelle aree Sin, i Siti di interesse strategico, di Taranto e Statte.
Un episodio che racconta chi era Massimo Battista. Tanto che oggi, anche chi non ne ha condiviso le posizioni, lo piange. Ai social ha affidato il suo commiato alla città, condiviso dai familiari ieri mattina. «Dopo aver lottato con tutte le mie forze, per me, per la mia fantastica moglie e per i miei tre magnifici figli, la mia battaglia termina qui. Ho lottato tanto per questa città, ho sempre cercato di dare un futuro migliore alla mia amata Taranto».