giovedì 15 giugno 2017
La riforma della cittadinanza arriva a Palazzo Madama. Incardinato il ddl, ma il dibattito slitta a fine giugno per l'assalto della Lega ai banchi del governo. Fuori, proteste neofasciste: 64 denunce
I commessi cercano di allontanare il leghista Centinaio, alla sua destra la ministra Fedeli

I commessi cercano di allontanare il leghista Centinaio, alla sua destra la ministra Fedeli

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Lo ius soli temperato arriva in Senato, ma il dibattito viene sospeso e slitta a fine giugno per la gazzarra leghista nell'emiciclo. I senatori di Matteo Salvini cercano di esibire cartelli, sequestrati dai commessi, e il capogruppo Gian Marco Centinaio lascia di corsa il suo posto per andarsi a sedere nei posti del governo, occupato in quel momento dalla ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli. Il senatore si aggrappa fisicamente al banco per resistere ai commessi che cercano di spostarlo di peso. E nel concitato tira e molla, tra urli e spintoni, viene colpita la ministra Fedeli che rimane contusa a un braccio.

In contemporanea fuori del palazzo circa duecento militanti fascisti di Forza Nuova e Casapound protestano mostrando la foto di un terrorista islamico che aveva la cittadinanza belga. I manifestanti, il cui sit in era stato autorizzato nell'adiacente piazza delle Cinque Lune, cercano di arrivare sotto alle finestre del Senato accendendo fumogeni e facendo esplodere petardi. La polizia interviene con gli idranti per bloccare il tentativo di fondamento, filma i manifestanti e scioglie la manifestazione. A fine mattinata gli agenti della Digos avranno identificato e denunciato 64 manifestanti: resistenza a pubblico ufficiale, istigazione a disobbedire alle leggi e apologia di fascismo i reati contestati. Per tutti vengono avviate anche le procedure per l’applicazione del Daspo e la contravvenzione di 2.500 euro per avere bloccato il traffico su Corso Vittorio Emanuele II.

La riforma della cittadinanza era stata approvata alla Camera di quasi due anni fa. Il ddl vuole superare lo ius sanguinis sostituendolo o con lo ius soli temperato - chi nasce nel territorio della Repubblica da genitori stranieri, di cui almeno uno in possesso del permesso dell'Ue per soggiornanti di lungo periodo (cittadini extra Ue) o del diritto di soggiorno permanente (cittadini Ue) o con lo ius culturae - il minore straniero nato in Italia o arrivati entro il dodicesimo anno di età che ha frequentato regolarmente un percorso formativo di almeno cinque anni in Italia.

La seduta in aula si apre con i senatori che approvano un'inversione dell'ordine del giorno, posticipando il voto sulle eccezioni di costituzionalità del decreto Lorenzin sull'obbligo dei vaccini. Il ddl sulla cittadinanza viene dunque incardinato nel calendario dei lavori di Montecitorio ma l'esame non va oltre alla relazione introduttiva di Salvatore Torrisi (Ap-Cpe-Ncd) per le proteste leghiste. Torrisi deve interrompere l'intervento e consegnare all'aula il testo scritto per la verbalizzazione. «Ho bloccato per oltre un anno il ddl sullo ius soli in commissione facendo anche ricorso ad un uso spregiudicato del regolamento del Senato» ammette il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli (Lega).

I senatori leghisti cercano di sventolare cartelli con scritto No allo Ius soli, poi si alzano e si avvicinano ai banchi del governo dove si sfiora la rissa tra Centinaio e i commessi. Il senatore Raffaele Volpi risponde con un «vaff...» al presidente del Senato Piero Grasso che cerca di riportare la calma. E viene espulso dall'aula. Provvedimento poi revocato dallo stesso Grasso che ha accolto le rimostranze sollevate da Calderoli. «Solo l'arbitro Moreno ha fatto cose simili, mi perdoni signor Presidente», commenta il vicepresidente leghista. E Grasso: «Quando ci sono giocatori che fanno i falli e si nascondono, è ovvio che poi si agisca in questo modo». La seduta viene sospesa tra scambi di accuse tra Pd e Lega.


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