venerdì 20 marzo 2020
In quarantena la casa generalizia delle Figlie di San Camillo a Grottaferrata e il convento della Suore Angeliche di San Paolo sulla Casilina. Positivo anche il vescovo di Pinerolo Derio Olivero
L'ingresso della Casa generalizia delle Figlie di San Camillo a Grottaferrata

L'ingresso della Casa generalizia delle Figlie di San Camillo a Grottaferrata - Ansa/Angelo Carconi

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Il coronavirus non risparmia neanche gli istituti religiosi. L’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, ha fatto sapere nella mattinata di venerdì 20 marzo che sono state isolate due comunità di suore con un totale di 59 casi positivi. La prima è quella ospitata nella casa generalizia delle Figlie di San Camillo, a Grottaferrata, alle porte di Roma, dove sono risultate positive 40 religiose. L’altra è la congregazione delle suore angeliche di San Paolo, sulla via Casilina (quadrante est della Capitale), con 19 casi di positività su 21 test totali. Di entrambe le situazioni è già stato avvisato il Prefetto di Roma e sono in corso le indagini epidemiologiche delle Asl competenti.

«Nel complesso, posso dire che stiamo bene. Abbiamo tre suore ricoverate, mentre le sorelle positive rimaste in casa non sono in gravi condizioni, alcune di loro non hanno neanche sintomi». Suor Bernadette Rossoni è la postulatrice generale delle Figlie di San Camillo e della causa di canonizzazione della fondatrice, Santa Giuseppina Vannini. Da questa mattina è impegnata a riorganizzare il lavoro quotidiano dell’Istituto: «La Asl ha pubblicato questi dati, ma la realtà è che non sappiamo quanti casi positivi abbiamo. Stiamo ancora effettuando dei test. I numeri circolati sono stati resi pubblici senza che fossimo avvertite. Ma vorrei dire che stiamo affrontando la situazione con molta serenità».

L’istituto ospita studentesse e suore anziane. In quanto casa generalizia, non si occupa direttamente della missione per cui sono nate le Figlie di San Camillo, l’assistenza sanitaria: «Le persone presenti in questo istituto non sono in contatto con i malati. Qui c’è il governo centrale – spiega ancora suor Bernadette –. Il vantaggio, però, è che siamo preparate ad affrontare rischi sanitari e a occuparci dei malati. Molte di noi sono infermiere e quasi tutte hanno studiato per diventarlo. Non è strano per noi, è il nostro campo. Questo ci permette di approcciare con un po’ più di serenità l’emergenza. Certo non ci fa piacere, però, avendo competenza, siamo abbastanza tranquille».

Non è ancora chiaro come il covid19 abbia potuto raggiungere l’istituto e al momento si sta cercando di capirlo con la ricostruzione dei contatti avuti dalle suore contagiate. «Siamo monitorate dalla Asl. Non siamo sole, siamo assistite. Forse un po’ scombussolate, certo, ma capiremo meglio come muoverci una volta che avremo tutte le risposte. Abbiamo cominciato due giorni fa a fare i tamponi e i test sono ancora in corso. Per i risultati ci vorrà ancora un po’ di tempo».

Nel frattempo la comunità ha già iniziato ad organizzarsi. Le sorelle contagiate sono isolate, le altre si occupano di accudirle. Portano loro il pranzo lasciandolo fuori dalla camera e fanno fronte ad ogni altra esigenza delle loro compagne. «Chi non sapeva farlo si ritrova in cucina e così via – conclude la postulatrice generale –. Bisogna adattarsi e tutte cerchiamo di fare quello di cui c’è bisogno».

*** AGGIORNAMENTO DEL 22 MARZO 2020

"Tutte le suore che lavorano come caposala all'ospedale Madre Giuseppina Vannini sono risultate negative al tampone. A conferma che il cluster è focalizzato e isolato presso l'istituto di Grottaferrata posto sotto
isolamento. Proseguiranno ora i tamponi ai contatti stretti delle suore. Voglio rivolgere un ringraziamento a tutti gli operatori e all'Ospedale Vannini al quale abbiamo chiesto di diventare un punto di riferimento nel contrasto al Covid-19"; lo comunica l'assessore alla Sanità e l'Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D'Amato.

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Intanto da Pinerolo, giunge anche la notizia della positività del vescovo, monsignor Derio Olivero. Da alcuni giorni Monsignor Olivero era a casa in vescovado con un'influenza e la febbre alta, ma non era stato sottoposto al test. Giovedì 19 marzo, in mattinata è stato trasportato all'ospedale civile di Pinerolo per accertamenti. Ora è ricoverato al quarto piano della struttura ospedaliera in isolamento. La notizia ha suscitato un grande moto di affetto, di vicinanza e, per chi crede di preghiera, da parte della comunità pinerolese verso il vescovo che dall'ottobre 2017 è a capo della diocesi. In un messaggio condiviso sui social il sindaco di Pinerolo, Luca Salvai scrive: "Un grande abbraccio al vescovo. Forza Derio, non posso pregare per te perché non ne sono capace, ma posso dire forte che questa città ha bisogno di te!".

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