martedì 28 febbraio 2023
Una biografia che sembra avere poco a che fare con periferie e marginalità. L'ascesa nella sinistra con l'antirenzismo e Occupy Pd
Elly Schlein

Elly Schlein - .

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Per quanto avversa alla «sinistra delle ztl» (il copyright è suo), la biografia di Elena Ethel Schlein, "Elly" per gli amici, sembra avere davvero poco a che fare con periferie e marginalità, fatta eccezione, forse, per la laurea in Giurisprudenza conseguita con il massimo dei voti a Bologna, la città che le ha regalato il successo politico di cui gode oggi.

La neosegretaria del Pd è nata e cresciuta nel 1985 a Sorengo, piccolo comune svizzero nel distretto di Lugano, ma possiede anche la cittadinanza americana. Suo padre, Melvin Schlein, è professore di Scienze politiche alla Franklin University, sempre a Lugano, dove l’ex eurodeputata ha frequentato il locale Liceo Cantonale, prestigioso istituto fondato, tra gli altri, da Carlo Cattaneo. Il nonno paterno, Herschel, era di origine ebraica e nacque nel 1892 a Zolkiew, cittadina ucraina poco distante da Leopoli, per poi emigrare negli Stati Uniti. La madre è invece docente di diritto all’Università dell’Insubria, mentre il nonno materno, Agostino Viviani, è stato senatore socialista. Il fratello Benjamin è un apprezzato matematico, professore all’Università di Zurigo e Susanna, la sorella, è primo consigliere dell’ambasciata italiana ad Atene, dove è scampata a un attentato di matrice anarchica nel dicembre scorso.

La prima esperienza politica matura oltreoceano nel 2008, a Chicago, dove si impegna come volontaria per la vittoriosa campagna di Barak Obama. Ma è con l’antirenzismo che l’astro di Schlein inizia a brillare, con la partecipazione alle proteste della base dopo il fallimento della “candidatura” di Romano Prodi al Colle (per mano dei famosi 101 franchi tiratori) e la partecipazione a #OccupyPd, campagna promossa dalle nuove leve in dissenso alla formazione del governo di larghe intese nel 2013 (premier Enrico Letta). Sempre nel 2013, per le primarie che incoroneranno Renzi, sostiene la candidatura di Pippo Civati e viene eletta in direzione nazionale. L’anno successivo corre invece per le europee ottenendo un seggio a Strasburgo. Come eurodeputata continua a farsi notare grazie all’impegno a favore dei migranti e per la riforma del Trattato di Dublino, ma dopo un anno abbandona il Pd in contrasto con la linea del segretario Renzi.

Il 2020 è l’anno della consacrazione con l’elezione al Consiglio regionale dell’Emilia Romagna in una lista sostenuta da Art.1, Si e altre realtà. Schlein fa il pieno di preferenze, oltre 22mila, un record mai raggiunto prima in Regione, prendendo più voti di tutti i big del suo ex partito. Da vice del suo futuro sfidante, Stefano Bonaccini, e assessora al Welfare, porta avanti le battaglie che l’hanno resa nota, in particolar modo contro i decreti Salvini, a favore dei diritti Lgbt (è dichiaratamente bisessuale e ama una donna, esponendola il meno possibile alla vita pubblica) e per la tutela dell’ambiente.
Nelle elezioni anticipate del settembre 2022, pur non essendo iscritta al partito, si candida e viene eletta con i dem alla Camera.

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