mercoledì 29 novembre 2017
Assemblea della rete di associazioni “Como senza frontiere”, attiva nell'accoglienza dei migranti: irrompono le teste rasate di estrema destra, leggono un comunicato e vanno via
 Blitz a riunione sui migranti, 8 skinheads identificati. Altro episodio a Ascoli
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L’ultima azione del “Veneto Fronte Skinheads”, a Como, era datata novembre 2015, quando gli attivisti lasciarono sagome di cartone e volantini con “grida” antimigranti davanti alla sede della Caritas diocesana. Esattamente due anni dopo, il 28 novembre scorso, i referenti locali di quella che si definisce “associazione culturale” – una quindicina di giovani uomini, con le teste rasate e il giubbotto nero – hanno compiuto un’altra azione dimostrativa, interrompendo la riunione serale di “Como Senza Frontiere”.

Quest’ultimo è il coordinamento di una rete formata da gruppi di impegno civico e di volontariato (molti dei quali vicini alle parrocchie della città o alle congregazioni missionarie, come i Comboniani), nata nell’estate 2016, a partire dall’emergenza umanitaria esplosa nel capoluogo, con un accampamento, nel parchetto della stazione, che arrivò a contare fino a 800 migranti, tutti in attesa di oltrepassare la frontiera verso Nord. Un impegno di aiuto proseguito nei mesi: in questi giorni, per esempio, gli sforzi sono concentrati sulla ricerca di soluzioni di accoglienza con l’arrivo del freddo.

Una provocazione «di stampo fascista e razzista – dichiarano da “Como Senza Frontiere” – durante la quale ci è stata imposta la lettura di un volantino “bizzarro”». Come partecipanti al coordinamento non «abbiamo accettato la sfida – puntualizzano –, ma abbiamo reagito con cortesia, senza nascondere, però, lo stupore per le nefandezze del documento». Un’azione, è scritto in quel “proclama”, per denunciare una «pletora di associazioni», accusate, secondo un copione di luoghi comuni, di trarre «vantaggi dal dilagare dell’immigrazione, a scapito della comunità nazionale». Il “Veneto Fronte Skinheads” (noto anche per le posizioni antisemite), nel volantino si scaglia contro partiti, cooperative e sindacati, «soloni dell’immigrazionismo a ogni costo», che sacrificherebbero «i popoli sull’altare di un turbocapitalismo alienante… Il tutto amplificato da un megafono propagandistico di pseudo clericali irretiti dalla retorica mondialista».

In chiusura lo slogan «Basta invasione». Un gesto che sarà oggetto di interrogazione parlamentare, rivolta al ministro dell’Interno Marco Minniti e i cui firmatari sono i dem Chiara Braga, Mauro Guerra ed Emanuele Fiano. «Abbiamo la certezza che Como, in tutte le sue espressioni ecclesiali e civiche, è ben diversa da quanto accaduto l’altra sera», è il commento di Roberto Bernasconi, direttore di Caritas Como, che ha ricevuto una telefonata di solidarietà dal direttore di Caritas Italiana, monsignor Francesco Soddu. «Il blitz – riprende Bernasconi – è stato compiuto da una componente assolutamente minoritaria, ma non nascondiamo che il clima generale si fa sempre più complesso».

Como, insieme a Ventimiglia e Gorizia, è una terra di forte passaggio migratorio. «Serve una riflessione condivisa sulle politiche per l’integrazione, il dialogo con l’Europa e le attività di relocation», conclude Bernasconi. La Questura di Como, intanto, ha comunicato che attraverso i filmati dell’irruzione, diffusi in rete, procederà all’identificazione degli autori dell’azione dimostrativa: il reato ipotizzato è violenza privata.

Identificati 8 membri del commando

Nelle ore successive sono stati identificati 8 neonazisti, anche grazie alle immagini registrate da alcuni partecipanti all'incontro della rete di associazioni "Como senza frontiere". Tutti denunciati, a piede libero, per il reato di "concorso in violenza privata".

Il vicesegretario Pd Maurizio Martina ha ipotizzato l’organizzazione di una manifestazione contro l’intolleranza il prossimo 9 dicembre, proprio a Como. Proposta accolta con favore dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, che ha condannato i fatti e ha invitato a non minimizzarli. Più defilate le reazioni nel centro-destra. Una riflessione su quanto accaduto nel centro storico della città è giunta dal sindaco Mario Landriscina solo nella tarda serata di mercoledì. "Ricordando il diritto di chiunque a esprimere le proprie idee nei modi, nei tempi, nei luoghi opportuni e con contenuti adeguati a un sistema democratico - si legge in un messaggio diffuso via WhatsApp -, ritengo censurabile questo episodio".

Sull’irruzione degli skinheads polemica tra Renzi e Salvini. Il segretario del Pd ha scritto su Facebook: "Intimidazioni e provocazioni di segno fascistoide vanno respinti non solo dalla sinistra ma da tutta la comunità politica nazionale, senza eccezione alcuna. Su questi temi non si scherza". Replica al vetriolo del leader della Lega Nord: "Il problema dell’Italia è Renzi, non il fascismo che non può tornare, né le fake news che non esistono".

Altro episodio ad Ascoli Piceno

Dopo Como, anche ad Ascoli Piceno si è verificata una irruzione di elementi di estrema destra contro iniziative di confronto sull’accoglienza ai migranti con uno striscione dai contenuti provocatori affisso l’altra notte dai militanti del Blocco studentesco, legato a CasaPound, presso l’Istituto tecnico commerciale per geometri Umberto I del capoluogo marchigiano. Bersaglio della protesta una conferenza sull’immigrazione promossa e tenuta dalle Acli. "Acli: l’accoglienza il vostro progetto? Chi scappa dalla guerra non merita rispetto", questo il contenuto dello striscione. L’incontro, regolarmente svoltosi all’interno dell’istituto, è parte di un progetto interculturale realizzato dai giovani e dal coordinamento donne delle Acli in collaborazione con la Commissione pari opportunità della Regione Marche.

«Sono episodi preoccupati – ha dichiarato Antonio Russo, responsabile nazionale Acli per il welfare – per il crescere di un clima di intolleranza verso gli stranieri. Siamo di fronte al risveglio di una sopita cultura nazifascista che sarebbe grave minimizzare».


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