mercoledì 14 novembre 2018
Il Comandante vota con Fi, la collega si astiene. Il Movimento: «Sono fuori dal gruppo». Ma la fronda cresce
I senatori De Falco e Nugnes (Ansa)

I senatori De Falco e Nugnes (Ansa)

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La notizia è uno choc per la maggioranza e arriva alle 20.30, proprio mentre il Consiglio dei ministri è riunito per deliberare la risposta alla Ue sulla manovra: per la prima volta il governo va sotto al Senato e su un tema caldissimo, il condono a Ischia che il vicepremier M5s Luigi Di Maio ha voluto inserire nel decreto- Genova. In commissione Ambiente e Lavoro 23 senatori approvano un emendamento della senatrice di Forza Italia Urania Papatheu che corregge la parte dell’articolo 25 per cui alle istanze di condono si applicano le norme (molto più larghe di quelle attuali) della legge varata nel 1985 dal governo Craxi. In 22 esprimono voto contrario. Decisivi risultano il «sì» del comandante Grego- rio De Falco e l’astensione di Paola Nugnes. Sono loro due che di fatto, contribuiscono in modo decisivo a svuotare il condono previsto per l’isola colpita dal terremoto del 2017. E contro i quali si scaglia il capogruppo M5s al Senato Stefano Patuanelli: «Quanto accaduto non riguarda né il governo né la maggioranza ma solo due persone che hanno tradito l’impegno preso con i cittadini. In Aula correggeremo questa spiacevole stortura ». Un’oretta e i vertici del Movimento fanno sapere che De Falco e Nugnes sono «fuori dal gruppo». A questo punto sembra inevitabile l’accelerazione dei procedimenti disciplinari contro i due già avviati dopo la 'resistenza' espressa al dl-sicurezza. Mentre dal punto di vista parlamentare pare ormai inevitabile la questione di fiducia con reinserimento del condono per Ischia all’interno del maxiemendamento dell’esecutivo (l’emendamento Papatheu, infatti, inserisce vincoli più stringenti dal punto di vista paesaggistico che sarebbero sufficienti per bocciare gran parte delle sanatorie richieste ad Ischia).

Lo choc è comunque così forte che vengono sospesi i lavori di commissione, mentre lo stato maggiore di Pd e Fi esultava sui social e nei corridoi di Palazzo Madama. Per una volta i leader dem - da Renzi a Martina a Zingaretti - parlano all’unisono annunciando lo stop alla «schifezza del condono» e ringraziando i dissidenti M5s. Forza Italia, esecutrice materiale del colpo a sorpresa, rivendica lo sfaldamento nella maggioranza e torna a chiamare con forza la Lega nel solco del centrodestra. «Alla prova dei fatti il governo è senza maggioranza », commenta la senatrice che ha scritto l’emendamento, Urania Papatheu. La verità è che il voto arriva al termine di un assedio portato non solo da De Falco e Nugnes, ma da ben 11 senatori M5s (il doppio di quanti si erano palesati sul dl-sicurezza) che escono allo scoperto su tutti i punti controversi del decreto Genova, non solo il condono ma anche i limiti di fanghi e idrocarburi nei campi. Ben 20 tra emendamenti e ordini del giorno 'ostili' all’esecutivo sono riconducibili a loro. Guardando avanti, il timore M5s è che il dissenso al Senato si allarghi al decreto-fiscale e alla Camera si infoltisca intorno al dl-sicurezza.

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