sabato 14 marzo 2020
Condannati a 125 anni ciascuno tre uomini accusati di avere organizzato la traversata mortale nell'Egeo
Alan Kurdi aveva 3 anni ed è morto in mare col fratellino di 5 (a destra)

Alan Kurdi aveva 3 anni ed è morto in mare col fratellino di 5 (a destra) - Ansa

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Trecensosettantacinque anni di prigione per la morte di Alan Kurdi, del fratello Galip, di mamma Rehana e di altri due profughi messi su un barcone a Bodrum, in Turchia, e abbandonati il 2 settembre 2015 alle intemperie lungo la rotta verso l'isola greca di Kos. Il corpo di Alan, 2 anni, riverso sulla spiaggia e poi pietosamente preso in braccio da un poliziotto, è rimasto il simbolo della tragedia siriana e del fallimento delle politiche di protezione dei rifugiati.

Tre trafficanti turchi sono stati condannati mercoledì, ma la notizia è stata confermata solo ieri, ciascuno a 125 anni di detenzione. Nel 2016 due siriani sono stati sentenziati per traffico di rifugiati, proprio nel primo procedimento sul naufragio in cui si salvarono 9 siriani, tra cui il papà di Alan. La polizia turca, dopo avere interrogato i passeur siriani, aveva dichiarato di essere sulle tracce di altri tre uomini, accusati di essere i componenti di una delle principali bande di trafficanti della penisola anatolica. Si tratta, in particolare, degli organizzatori dell'intera traversata dal confine meridionale turco fino alle coste sull'Egeo.

I tre sono stati catturati nei pressi di Adana, una delle città chiave del transito di rifugiati, a meno di 200 chilometri dalla più vicina frontiera con la Siria. Il Tribunale di Bodrum li ha condannati per “omicidio colposo”. L'agenzia di stampa ufficiale Anadolu ha riportato i nomi dei tre, ma non è stato spiegato quale ruolo ciascuno avesse avuto nella strage dei migranti e nel traffico di persone. A tutti, però, è stata inflitta la medesima pena.

La tragica immagine del piccolo, privo di vita, sulla battigia. Non dobbiamo dimenticarlo

La tragica immagine del piccolo, privo di vita, sulla battigia. Non dobbiamo dimenticarlo - Ansa

La sentenza arriva proprio nei giorni in cui la Turchia ha aperto le porte, in uscita verso la Grecia, ai migranti che vogliono raggiungere l'Europa. Annuncio che ha provocato una fuga di massa via terra, in direzione della frontiera continentale, e via mare verso le isole dell'Egeo. Proprio durante una delle più recenti traversate, un gommone con 48 persone si è capovolto e un bambino è affogato. Sul confine terrestre tra Grecia e Turchia è stata dispiegata da ieri la forza di “risposta rapida” di Frontex, l'agenzia europea per la protezione dei confini esterni dell'Unione. Fonti sul luogo hanno fotografato anche due fuoristrada della Polizia italiana con diversi agenti in tenuta antisommossa.

Gli scontri a Kastanies non si fermano. Il numero complessivo di migranti assiepati nell'area, secondo Ankara quantificabile in almeno 40mila persone, è in realtà sceso da poco più di 13mila a circa la metà. Per la prima volta dal 29 febbraio, ieri non sono stati catturati migranti in territorio ellenico, tuttavia secondo la polizia sono stati respinti 695 tentativi di ingresso illegale. Nei prossimi giorni è atteso un nuovo round negoziale tra Ankara e Bruxelles. Fino ad allora difficilmente la tensione scemerà.

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