lunedì 10 febbraio 2025
Giornata del ricordo delle vittime: imbrattata una targa commemorativa a Torino. A Bologna i militanti di Gioventù Nazionale (i giovani di Fd'I) hanno posto una corona in Comune senza autorizzazione
Corteo in ricordo delle vittime delle foibe a Torino

Corteo in ricordo delle vittime delle foibe a Torino - Ansa

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Insulti scritti con la vernice davanti alla targa in memoria delle Foibe. È successo nel weekend a Torino: solo uno degli ultimi episodi che segnano un giorno della memoria delle vittime delle Foibe sempre più caldo e divisivo.

In prossimità della giornata in cui si ricorda il massacro jugoslavo di istriani, fiumani e dalmati - avvenuto tra il 1943 e il 1947 -, sono apparse scritte su diversi monumenti e targhe commemorative. Il primo caso è stato quello alla foiba di Basovizza (Trieste), dove nella mattinata di sabato sono apparse tre scritte in vernice rossa, in lingua slava, che riportano messaggi come "Trst je nas" (Trieste è nostra) e "Trieste è un pozzo". Un caso per il quale diversi esponenti del mondo politico hanno subito reagito con indignazione e la presidente Giorgia Meloni per prima ha sottolineato: «Ciò che è accaduto è un atto di gravità inaudita, che non può restare impunito». A Torino, poi, oltre agli insulti comparsi in corso Cincinnato, lo scontro sul ricordo si è spostato anche sulle strade del corteo in memoria delle vittime delle foibe, dove sono arrivati anche membri dei centri sociali e ci sono stati momenti di tensione tra fischi e urla. A denunciare l'atto di vandalizzazione sono stati l'assessore della Regione Piemonte all'Emigrazione, Maurizio Marrone, e la vicecapogruppo alla Camera di Fd'I, Augusta Montaruli. «Oltraggiare la targa degli esuli del Villaggio Santa Caterina, in corso Cincinnato, non vuol dire solo calpestare il ricordo dei martiri delle foibe ma significa oltraggiare l'intera nazione. Ciò che è avvenuto a Torino, così come alla foiba di Basovizza, è un atto di gravità inaudita, che non deve restare impunito», hanno commentato in una nota.

Un episodio simile si è registrato anche nel centro di Bologna, dove in contemporanea alla marcia commemorativa in ricordo delle vittime delle Foibe, a pochi metri di distanza si sono radunati dei collettivi studenteschi, per manifestare contro la “strumentalizzazione politica” della tragedia delle Foibe.

Altri atti di protesta contro il ricordo si sono verificati a Cagliari, nei pressi del Parco Martiri delle Foibe, dove è apparsa una scritta contro la memoria delle vittime. A Roma invece, la senatrice Lavinia Mennuni (Fd'I) ha denunciato «un atto vandalico indegno» ai danni della targa commemorativa del Municipio XIV. In Abruzzo, a Giulianova, è stata imbrattata la scalinata dell'edificio che ospita l'evento organizzato in occasione del Giorno del ricordo con le scritte, in parte in slavo: "No al revisionismo!", "Morte al fascismo, libertà ai popoli".

Ad acuire lo scontro delle ultime ore sono stati poi atti celebrativi non autorizzati organizzati da chi sta dall'altra parte della barricata. A Bologna, Gioventù Nazionale, il movimento giovanile di Fd'I, è entrato nella sede del Comune per porre una corona in ricordo delle vittime. Un blitz avvenuto «senza nessun accordo con la nostra amministrazione», accusa il sindaco della città, Matteo Lepore. «Da quanto apprendiamo - prosegue - sul posto erano presenti con il ruolo di facilitatori diversi esponenti di Fratelli d'Italia, dal deputato Galeazzo Bignami, all'europarlamentare Srefano Cavedagna, al consigliere regionale Sassone, insieme alla consigliera comunale Zuntini». E ha concluso, avvertendo la destra: «Chiederemo conto di questo oltraggio e sporgeremo denuncia per l'accaduto». A respingere le accuse è stato Bignami, che ha replicato al comunicato del sindaco: «Stasera presenterò querela per calunnia e diffamazione». Per il deputato «una corona è stata apposta», ma lui si è «allontanato accompagnato con discrezione da due agenti».

Anche il Piemonte tra gli altri, e in particolare Biella, ha visto un'azione di Gioventù Nazionale, che davanti alle scuole della città ha scritto "Prof, a che pagine sono le Foibe?". Un atto al quale ha risposto Teresa Barresi, consigliera comunale: «Chiunque abbia almeno aperto un libro di storia sa che le Foibe furono diretta conseguenza di un ventennio di violenza e odio, anche razziale».





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