venerdì 22 ottobre 2021
A gennaio l'uomo le aveva bucato le gomme dell'auto. E di recente pare che la tormentasse con messaggi e telefonate. Ma lei non lo ha mai denunciato
Il luogo dove Elena Casanova è stata uccisa, in via Fiorita a Castegnato, nel Bresciano

Il luogo dove Elena Casanova è stata uccisa, in via Fiorita a Castegnato, nel Bresciano - Ansa

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Ha massacrato l’ex compagna sotto casa, a martellate. Con una raffica di colpi alla testa così irruenti, rapidi e improvvisi che non le ha dato nemmeno il tempo di gridare aiuto. La tragedia avvenuta mercoledì poco dopo le 19 in una strada alla periferia di Castegnato, nel Bresciano, è l'esito di un agguato in perfetta regola: l'assassino era nascosto in una radura ed è piombato davanti alla vettura della donna che si era fermata nel vialetto davanti alla sua abitazione. Prima ha frantumato col martello il parabrezza della macchina e poi ha trascinato a forza la donna fuori dall'abitacolo per poterla colpire mortalmente. La vittima si chiamava Elena Casanova, aveva 49 anni ed era mamma di una ragazza di 17. «In quel momento la volevo uccidere» ha ammesso l’altra notte l’assassino, Enzo Galesi, nell’interrogatorio, durato 40 minuti, davanti al pm di Brescia Carlo Pappalardo. Follia omicida, una violenza inaudita. Perché? «C’erano dei sentimenti, anzi no. Non voglio rispondere, io ritratto. È stato un raptus» ha dichiarato il 59enne al magistrato. Era stato lui, appena compiuto il delitto, a dire ai vicini di casa della ex, in dialetto bresciano «chiamate i carabinieri, l’ho ammazzata, ho fatto quello che dovevo fare». Appariva stralunato, aveva lo sguardo fisso nel vuoto e fumava una sigaretta, immobile, davanti al corpo di Elena riverso a terra, hanno raccontato i presenti.

«L’ho incrociata in un negozio del paese e poi – ha spiegato Galesi al magistrato – sono andato ad aspettarla davanti casa». La donna, un'ambientalista impegnata, faceva l’operaia all’Iveco di Brescia. La sua storia con Galesi era terminata quasi un anno fa ma lui ancora non se ne capacitava. La tormentava con telefonate e messaggi accusandola di avere un altro. La figlia di Elena era nata dal matrimonio finito male con un uomo che abitava nella stessa via, a 50 metri, in un'altra villetta a schiera di un quartiere che confina con i campi. Anche Galesi era stato sposato e ha due figli già grandi.

Ma è emerso un altro particolare inquietante della vicenda. In un muro vicino alla villetta dove abitava Elena si legge una scritta: «Goditela mille euro». Sarebbe opera del Galesi e pare si riferisca a un presunto debito che la donna avrebbe contratto con lui per lavori di giardinaggio eseguiti a casa nel periodo del lockdown. Ma l'uomo nell’interrogatorio col pubblico ministero non ne ha parlato ammettendo invece di aver tagliato a gennaio le gomme dell’auto alla ex fidanzata. Che non lo aveva mai denunciato.


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