martedì 9 giugno 2020
Le richieste dei genitori, in attesa di proposte formative “sicure” per i figli durante il lungo periodo estivo Chiesa in campo: dal 15 giugno al via le iniziative per i ragazzi. La mappa dei servizi
E ora? L'estate calda delle famiglie

Siciliani

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Anche al tempo del coronavirus e della didattica a distanza la fine della scuola per le famiglie apre di fatto una nuova stagione. Un tempo, però, che quest’anno sarà tutto da ripensare. A quest’ora solitamente ci si prepara per i centri e i campi estivi, che però per l’estate 2020 non potranno svolgersi nelle modalità consuete essendo sottoposti a regole molto stringenti per garantire la sicurezza e i protocolli sanitari previsti dalle linee guida fornite dal governo e dalle singole Regioni. Il problema per i nuclei familiari, però, resta: a chi affidare in queste settimane i propri figli? Una domanda che non si ferma alla mera necessità di avere assistenza nel tempo in cui gli adulti sono al lavoro.

È sempre più chiaro, infatti, che bambini e ragazzi hanno bisogno di tornare a vivere relazioni di qualità che li aiutino a superare il disagio provocato dall’isolamento forzato di questi mesi. In tutto questo la Chiesa italiana è in prima linea, avendo cominciato ben prima della formulazione delle linee guida nazionali sui servizi all’infanzia e all’adolescenza con la proposta di «Aperto per ferie», un pro- getto della Pastorale giovanile pensato per aiutare oratori, parrocchie e associazioni ad offrire alle nuove generazioni un’estate di qualità.

Da lì è venuta la prima spinta che ha messo le diocesi e le comunità locali in marcia per progettare i centri estivi, i grest, gli oratori feriali. La data fatidica è quella del 15 giugno, quando sarà possibile partire con i servizi dedicati ai più piccoli. A chiedere uno sforzo particolare per stare accanto alle famiglie, è stato il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, che già il 30 maggio durante la Messa crismale aveva invitato i preti ad aprire gli oratori con coraggio, anche se rispettando le severe regole imposte.

Domenica scorsa, poi, nella Cattedrale perugina Bassetti ha conferito il “mandato” agli animatori che saranno impegnati nelle attività estive in diocesi: «In questa vostra missione – ha sottolineato il porporato – io vedo la mano di Dio e benedico voi perché il vostro lavoro diventa quest’anno dieci volte più prezioso degli altri anni. Voi sapete che dovremo osservare tante regole, e lo facciamo per la salute dei nostri ragazzi, dovremo rispettare tante norme, ma ci siamo e ci impegneremo fino in fondo perché so che voi volete bene ai ragazzi più piccoli di voi».

Alla voce del presidente della Cei si sono unite diverse Conferenze episcopali regionali. Davanti alle tante norme da rispettare, scrivono i presuli del Triveneto, forse «potremo fare poco ma farlo (facendolo bene!) potrebbe significare inserirsi nella logica del piccolo seme di senape (Mt 13,31), osando anche nuove strade e proposte inedite, riscoprendo ciò che è davvero essenziale anche nelle iniziative pastorali abituali, tendendo una mano a molte famiglie in difficoltà». I vescovi siciliani da parte loro invitano a «stringere nuove alleanze tra Comunità parrocchiali, tra movimenti, tra consacrati, tra laici, tra Associazioni e tra Istituzioni, affinché siano messi al centro i bisogni dei più piccoli». D’altra parte è lo stesso progetto “Aperto per ferie” a chiedere alle comunità ecclesiali di fare rete con gli enti presenti sul territorio, in particolare con i Comuni. Anche questi ultimi però devono fare i conti con la norma che prevede la creazione di piccoli gruppi (da 5 a 10 bambini e ragazzi in funzione del-l’età), ognuno con un responsabile maggiorenne.

Questo impone anche una riduzione dei posti disponibili: piccoli e grandi comuni stanno introducendo criteri per l’iscrizione, ma stanno procedendo in ordine sparso. A Roma, ad esempio, il I Municipio ha annunciato la disponibilità per 1300 bambini dai 4 ai 12 anni a partire dal 15 giugno ma in molti degli altri Municipi la situazione è molto incerta. Il Comune di Milano, invece, ha individuato 41 plessi scolastici per i Centri estivi rivolti ai bambini della scuola primaria. All’interno del progetto “Summer school”, inoltre, il capoluogo lombardo si propone di offrire alle famiglie una mappa con tutte le iniziative proposte da oratori, associazioni, enti della città. Per ora però la mappa indica solo le 41 scuole individuate dal Comune stesso. Insomma, per le famiglie sarà davvero una lunga estate.

Il saluto tra un adulto e una bimba ai tempi del Covid

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